Perché Luigi Di Maio se ne sta acquattato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-06

Di Maio è scomparso dai radar ormai da ventiquattr’ore. E la grana Raggi-Muraro c’entra relativamente. Perché nella vicenda lui ha avuto un ruolo importante. A partire dal 5 agosto scorso. Quando…

article-post

Dell’esistenza in vita di Luigi Di Maio non si ha notizia da ieri. L’ultima volta ha aggiornato la sua pagina Facebook alle 17,34, proprio mentre cominciava la lunghissima audizione di Virginia Raggi e Paola Muraro in commissione ecomafie. Poi più nulla, a parte l’annuncio della sua assenza nell’intervista tv concordata da una settimana che doveva aprire la stagione di Politics su Raitre.

Perché Luigi Di Maio se ne sta acquattato 

Perché Luigi Di Maio se ne sta così acquattato? Per scoprirlo bisogna riavvolgere il nastro degli eventi e tornare dall’inizio. Il 21 aprile la Muraro viene indagata dalla procura di Roma: questo succede ben prima che il suo nome venga fatto da Stefano Vignaroli come possibile assessora M5S. Questo accade il 10 giugno; qualche mese prima la Muraro ha chiesto di conoscere se ci sono procedimenti penali o indagini nei suoi confronti, come previsto dall’articolo 335 del codice di procedura penale e la risposta è stata negativa. La Muraro, con un’intuizione degna del miglior indovino, chiede però di nuovo alla procura lumi sulla sua situazione e scopre il 18 luglio di essere indagata. Informa la Raggi, probabilmente subito. La sindaca avverte Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli, membri del direttorio romano dopo l’addio di Roberta Lombardi, e Vignaroli, che non ha cariche ma ormai è di casa. Il direttorio romano discute e alla fine decide di avvertire di tutto ciò il membro del direttorio che si occupa degli Enti Locali. Ovvero Luigi Di Maio. Le cronache dei quotidiani raccontano anche che Il 2 agosto viene organizzata una cena, e «Raggi viene accompagnata dal suo vice Daniele Frongia. Per il Movimento ci sono Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Il «caso Muraro» è l’argomento che monopolizza l’attenzione di tutti».

virginia raggi direttorio carla ruocco
Lo status con cui Carla Ruocco si è dissociata dalla Raggi

Ma non c’è alcuna prova che la sindaca abbia informato nell’occasione gli altri membri del direttorio. E infatti da Carla Ruocco a Carlo Sibilia passando per Roberto Fico, tutti si precipitano a smentire di aver saputo qualcosa dell’indagine. Ma qualcuno sapeva. Ovvero Luigi Di Maio. L’unico che è certo sapesse, perché è stato informato da Taverna & Co. il 5 agosto (e non dal Campidoglio, che oggi si è affrettato a smentire che la Raggi abbia mandato una mail a Di Maio, come ipotizzato sbagliando da qualcuno). Non è vero, infatti. La mail non gliel’ha mandata la Raggi. Gliel’ha mandata il direttorio romano.

Di Maio sapeva e mentiva sapendo di mentina

Oggi le agenzie di stampa raccontavano che negli uffici del gruppo M5s alla Camera stava andando in scena una riunione a cui prendevano parte parlamentari ed esponenti del direttorio nazionale e capitolino. Al centro dell’incontro c’era ovviamente l’analisi del caso Muraro. «Al vertice, in corso da circa due ore, secondo quanto si apprende, ci sarebbero, tra gli altri, Roberto Fico, Carla Ruocco e Paola Taverna. Mentre non sarebbe presente Luigi Di Maio», scriveva l’AGI. Intanto Alessandro Di Battista annullava le sue tappe del tour per il no alla riforma costituzionale per tornarsene precipitosamente a Roma. Evidentemente perché è necessaria la sua presenza di persona. Quello stesso Di Maio che alla Festa del Fatto spiegava che dell’indagine sulla Muraro lui non sapeva nulla, citando proprio l’intervista della Muraro al quotidiano di Travaglio.

«Facciamo un titolo su una cosa che non esiste, facciamo dichiarazioni sui se», diceva Di Maio mentre sapeva che il “se” era caduto ormai da un mese e che in effetti la Muraro era indagata. Sapeva, già. Ma oltre a sapere, non aveva nemmeno fatto sapere niente agli altri membri del direttorio. Per questo proprio oggi la Lombardi ricordava a tutti che il metodo di condivisione (anche delle informazioni, evidentemente) e di coinvolgimento è alla base dei valori dei 5 Stelle. Perché c’era qualcuno che se l’era dimenticato. Qualcuno che evidentemente non ha fatto sapere agli altri cosa stava succedendo. E che sta passando un brutto quarto d’ora. Da circa 24 ore.

Leggi sull’argomento: Di cosa ha paura Stefano Vignaroli?

Potrebbe interessarti anche