Perché il grillino medio odia i giornalisti

Categorie: Opinioni

Che Grillo abbia distribuito banconote fac-simile ai giornalisti in occasione dell’adunanza riminese di qualche giorno fa, è solo l’ennesimo colpo di teatro di un leader che ha adoperato la sua capacità –teatrale- (e tetra) per fondare il più sistemico dei partiti. Che attivisti e militanti, nella stessa occasione, abbiano offeso e volgarmente maltrattato dei giornalisti, è solo la conseguenza e la dimostrazione della leva fascistoide e intollerante che sta alla base del M5s.
“Sorvolando sul fatto che Grillo e il suo Movimento hanno goduto dell’azione dei media tradizionali in misura abnorme, se confrontata alla loro pseudo avversità al cosiddetto ‘sistema dell’informazione di regime’ che invece e infine gli è servita a creare quella maxipromozione che, se fosse esistito un vero complotto anti M5s, tutti i media non avrebbero innescato lasciando il Movimento al solo web e alla propaganda autoreferenziale e reclusa nel blog e nei social. Occorre invece rilevare che, semmai, le strutture dell’informazione, in questi anni, sono state ‘complici’ del M5s nell’operazione del farlo sfondare popolarmente.”*
Non a caso, ma proprio a dimostrazione della scarsa sensibilità democratica e della libertà d’opinione, il grillino medio tende invece a ignorare che di “penne importanti” che simpatizzano per il M5s ce ne sono: Travaglio? Paragone? Scanzi? Insomma tutti professionisti che nei ‘media di regime’ sguazzano legittimamente e spesso informano a favore del Mov.

Ma perché il grillino medio odia i giornalisti e il giornalismo?
Primo, perché i loro ‘ducetti’ gli hanno detto di farlo, in maniera a volte sommessa o sottointesa, altre palesemente. In maniera intellettualmente scorretta, semplicistica, anti riflessiva e superficiale (proprio come tutta la propaganda 5s); molto spesso i ‘ducetti’ hanno generalizzato indicando come responsabile dei mali del mondo intere categorie anziché i diretti responsabili. Ovviamente, anche per il giornalismo questo metodo funziona alla grande, perché di professionisti non del tutto trasparenti nel loro fare informazione l’Italia ne ha a bizzeffe; Mediaset ha insegnato, molti altri hanno imparato.
Secondo – ma è l’aspetto più importante – il grillino medio odia il giornalista perché egli, spesso, in modo corretto o meno, fa il suo dovere professionale: fa domande, indaga, è curioso… ma non solo: il giornalista SCRIVE e/o RACCONTA, propone riflessioni.
Questo Scrivere e Raccontare e Riflettere, cozza malamente con la sotto-cultura grillina. Perché per fruire della scrittura occorre leggere, e dopo che si è letto occorre avere la capacità o la formazione di capire… ciò che si è letto. Allo stesso modo, se il giornalista racconta a parole (ad esempio in Tv) lo farà con molte parole. Parole d’approfondimento; e anche questo “strano fenomeno” cozza con la formazione del grillino medio: perché un racconto occorre starlo a sentire e capirlo.
Volete mettere con i ‘meme’ dei social!
Volete mettere con gli ‘slogan’ accattivanti ma senza logica e soprattutto non firmati!
Ciò che inquieta il grillino medio di fronte al giornalismo e all’informazione approfondita da ragionamento, è l’idea di far fatica e sacrificio intellettuale al fine di comprendere, di intelligere; poi viene il dover prendere atto della propria impreparazione, della proprie incapacità, della propria superficialità politica.
Questa prassi è umanamente comprensibile: chiunque, forse, messo di fronte alle proprie lacune prova dolore; ma il grillino medio è più portato alla reazione cieca piuttosto che al rimedio personale del prepararsi o dell’ascoltare le classiche ‘campane diverse’: e anche questa è una prassi sdoganata fin dal principio dagli stessi ‘ducetti’ proprio per anticipare le eventuali riflessioni.
Per il grillino medio, il giornalista (come il politico tradizionale, il banchiere, il medico pro-vax, l’economista docente universitario, lo storico, ecc.) è spesso (se non sta con Loro) solo l’ennesima figura che concentra – semplicisticamente – le responsabilità di un paese certamente “sfaldato”. Allo stesso modo però, il grillino medio ignora dolosamente che è proprio dai media tradizionali (quelli del regime) che ha saputo e ha avuto informazione delle malefatte di diversi amministratori e politici. Però, come per altre questioni, i pesi e le misure sono differenti, a seconda che le ‘informazioni negative’ riguardino il M5s; così il giornalismo,  rappresenta l’ennesimo capro espiatorio che concede allo stesso grillino medio di autoassolversi e ignorare la propria ignoranza e non formazione, di catalizzare le origini delle proprie frustrazioni.
*NemiciPolitici_PubbliciNemici, Giuseppe Giusva Ricci, 2017