Perché Apple dovrebbe avere almeno la decenza di stare zitta (e pagare le tasse dovute)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-30

Gli accordi fiscali hanno permesso all’azienda di pagare una tassa per le imprese che è scesa dall’1% del 2003 allo 0,005% nel 2014 sui profitti di Apple Sales International. E la società di Cupertino ha spostato in maniera fittizia i profitti in due controllate. Ora gli altri stati potranno recuperare il maltolto

article-post

«La decisione avrà profondi e dolorosi effetti sugli investimenti e la creazione di posti di lavoro in Europa»: usa il solito ricatto occupazionale Apple per reagire alla sentenza della Commissione Europea che stabilisce che l’azienda ha goduto di 13 miliardi di euro di benefici fiscali negli accordi sottoscritti con le autorità irlandesi. In base alle regole comunitarie sugli aiuti di Stato, ora il governo irlandese dovra’ recuperare gli aiuti illeciti, piu’ gli interessi.

Perché Apple dovrebbe avere almeno la decenza di stare zitta (e pagare le tasse dovute)

La direzione generale per la concorrenza ha infatti contestato gli accordi fiscali che hanno permesso ad Apple di pagare una tassa per le imprese che è scesa dall’1% del 2003 allo 0,005% nel 2014 sui profitti di Apple Sales International, come scrive l’UE nel suo comunicato. Non solo. Era stata creata una situazione “che non corrispondeva alla realta'”. Come spiega l’esecutivo comunitario, i profitti tassabili riguardavano due società irlandesi di Apple Group, vale a dire Apple Sales International e Apple Operations Europe. “Quasi tutti profitti delle vendite registrati dalle due compagnie erano attribuiti a sedi centrali, ma la Commissione ha dimostrato che tali sedi centrali esistevano solo su carta“. Ora l’ingiunzione al governo irlandese a recuperare tutti i profitti illeciti, pari a 13 miliardi, che Apple ha maturato dal 2003 al 2014. Alla base dell’indagine europea ci sono due “tax ruling”, accordi tra l’impresa e l’Autorità fiscale (in sé legali), in base ai quali la società di Cupertino è riuscita a spostare in maniera fittizia i profitti in due società controllate irlandese, non pagando di fatto le tasse sugli utili generati dalle vendite in Europa. Gli accordi risalivano addirittura al 1991, ma la Commissione può richiedere il recupero degli aiuti di Stato illegali fino a un decennio prima dell’avvio delle indagini: la prima richiesta di informazioni della Commissione risale al 2013, da cui il conteggio che risale fino al 2003.

apple tasse
Come Apple ha ricevuto un trattamento fiscale illegale (Fonte: UE)

Le tasse dello 0,005% e i profitti spostati nelle società irlandesi

.Alla cifra di 13 miliardi di euro si devono sommare gli interessi. L’ammontare potrà però esser ridotto in considerazione del fatto che la struttura fiscale adottata da Cupertino, spiega la Commissione, è “al di fuori della competenze del controllo Ue sugli aiuti di Stato”. Per questo, “se altri Paesi” europei ora “richiedessero a Apple di pagare più tasse sui profitti” relativi allo stesso lasso di tempo, verrebbe automaticamente ridotta “la somma da recuperare per l’Irlanda”. L’Italia ha, ad esempio, siglato un accordo con Apple, che si è piegata al pagamento di 318 milioni all’Erario tricolore.Della storia si occupò anche il Congresso Usa, che portò a testimoniare anche Tim Cook. Si parlava di 150 miliardi di dollari di utili fatti passare attraverso il piccolo paradiso fiscale irlandese. E c’è anche dell’altro, come raccontò qualche tempo fa Federico Rampini su Repubblica:

La commissione d’ inchiesta del Congresso Usa rivelò che molte delle filiali di Apple in Irlanda sono scatole vuote, contenitori finanziari, che non creano occupazione. La decisione della Commissione di Bruxelles implicitamente suona anche come una condanna per Dublino. Anche se la multa colpisce Apple, l’accusa di avere percepito aiuti di Stato si ritorce anche contro chi quegli aiuti ha elargito. Di fatto gli aiuti di Stato sono perseguibili nel diritto antitrust dell’Unione europea perché rappresentano una distorsione della concorrenza: le aziende che operano in mercati simili in altri Paesi vengono danneggiate.

Ci auguriamo con tutto il cuore che gli altri paesi non siano così fessi. O così complottisti come Daniele Capezzone, che sulla questione ha il coraggio di inventarsi il complotto dello Stato Imperialista delle Multinazionali (cit.): “Solo tassatori e (super)statalisti possono esultare per la stangata contro Apple. Costoro gioiscono ideologicamente perché è colpita una multinazionale. Ma fanno finta (?) di non capire che l’UE aggredisce la scelta di avere aliquote basse in un Paese: l’UE vuole un superstato fiscale, mentre ciò che serve è proprio competizione fiscale tra Paesi e attrazione di imprese“. Non ci ha evidentemente capito nulla. Come spesso gli succede.

Leggi sull’argomento: Perché in Italia siamo riusciti a fregare Apple

Potrebbe interessarti anche