Per Sallusti non sono loro ad essere fascisti ma Fanpage ad averli provocati

Oggi Alessandro Sallusti sulle pagine di Libero attacca Fanpage per l'inchiesta Lobby Nera che ha portato all'apertura di indagini da parte della procura di Milano e all'autosospensione di Carlo Fidanza

Oggi Alessandro Sallusti sulle pagine di Libero attacca Fanpage per l’inchiesta Lobby Nera che ha portato all’apertura di indagini da parte della procura di Milano e all’autosospensione di Carlo Fidanza.



Per Sallusti non sono loro ad essere fascisti ma Fanpage ad averli provocati

“La differenza tra giornalismo e servizi segreti, la trappola ai politici di centrodestra” si intitola l’articolo del direttore di Libero che parla dei “padroni” dei giornalisti: “L’unica libertà che un giornalista può rivendicare è di scegliere su chi indagare e chi risparmiare. Ogni giornalista ha più padroni che sono chi gli paga lo stipendio, le sue idee, i suoi informatori. Non si scappa, ciò che configge con uno di questi tre elementi non diventerà mai una inchiesta giornalistica, neppure nelle testate più prestigiose e apparentemente indipendenti”. E chiama quello di Fanpage “giornalismo vigliacco” insinuando che l’esponente di Fratelli d’Italia che palava di “black” sia stato provocato:



Per questo quando un sito di informazione come Fanpage scodella pagine di giornalismo vigliacco, quello delle registrazioni a tradimento, contro esponenti della Lega o di Fratelli d’Italia, non esulto per il trionfo del giornalismo, prendo atto che un collega è arrivato sull’obiettivo che si era dato, che non è una verità assoluta ma lo sputtanamento di chi la pensa diversamente da lui e che lo faccia per soldi o per missione ideale poco cambia. Costruire una notizia provocandola o isolando dal contesto episodi in sé marginali non è giornalismo, è fare l’agente sabotatore al servizio di qualcuno”.

Forse Sallusti ha visto tutte le famose 100 ore di girato che Fanpage ha spiegato consegnerà alla procura e che Giorgia Meloni ha detto di voler vedere prima di esprimere un giudizio. Altrimenti non si capisce come possa fare affermazioni tanto pesanti e lapidarie contro dei colleghi.