La busta arancione dell'INPS in arrivo a settembre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-31

Dopo gli annunci di Boeri e le due simulazioni, l’istituto al lavoro. Superate le perplessità che finora avevano bloccato l’iniziativa, ovvero il timore di far conoscere importi futuri di pensione troppo bassi in particolare per i lavoratori più giovani

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La busta arancione dell’INPS, che permetterà di calcolare l’importo della pensione, è in arrivo. Dopo l’annuncio di Tito Boeri, l’INPS si prepara ad inviare entro settembre a dieci milioni di italiani le informazioni sulla pensione: quando potranno ritirarsi dal lavoro e quanto percepiranno una volta lasciata l’attività lavorativa. Torna così d’attualità la famosa promessa bloccata dall’allora presidente Mastrapasqua, per la quale, raccontava qualche tempo fa iL Sole 24 Ore, è già in atto una sperimentazione.
 
LA BUSTA ARANCIONE DELL’INPS IN ARRIVO A SETTEMBRE
La sperimentazione di «Simula», questo il nome del progetto per il calcolo della pensione futura, coinvolge circa 10mila lavoratori che hanno già utilizzato il Pin personale per accedere ai servizi online disponibili sul sito dell’istituto di previdenza. Si tratta di individui con contributi versati interamente all’istituto di previdenza (non spezzettati quindi anche in altri enti), con una situazione definita e vicini alla pensione (come aveva già affermato il mese scorso il commissario dell’istituto di previdenza, Tiziano Treu). Oggi è il Messaggero ad annunciare che presto dalla simulazione si passerà alla realtà:

Più volte annunciata e rimandata, l’operazione “busta arancione” è ormai pronta a partire, fortemente voluta dal neopresidente Boeri. Era stato lo stesso Boeri a preannunciare il suo orientamento nella lettera inviata ai dipendenti in occasione dell’insediamento, parlando di un «salvadanaio di vetro» da consegnare ai cittadini. Sono state quindi superate le perplessità che finora avevano bloccato l’iniziativa, ovvero essenzialmente il timore di far conoscere importi futuri di pensione troppo bassi in particolare per i lavoratori più giovani. Stavolta insomma si fa sul serio.
E rispetto ai progetti di qualche mese fa, c’è un parziale ritorno alle origini: se la maggior parte dei lavoratori interessati avrà accesso ai dati che li riguardano attraverso il codice Pin dell’istituto, una quota di 2,8 milioni di persone riceverà invece a domicilio una vera e propria busta cartacea, anche se magari non di colore arancione (come avviene in Svezia). Si tratta di coloro che sono sprovvisti del codice di accesso e verosimilmente non hanno la possibilità di utilizzarlo.

 

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LA BUSTA ARANCIONE A SETTEMBRE
Scrive Luca Cifoni che il lavoro dell’INPS si baserà sulle due sperimentazioni portate a termine a fine 2014 e nel 2015, quando i lavoratori sono stati divisi in fasce d’età. Nella versione definitiva di settembre l’operazione riguarderà gli iscritti con almeno cinque anni di contributi, partendo dai dipendenti e passando per parasubordinati e autonomi: i dati forniranno la data di pensionamento e l’importo a parità di contributi versati. Il Messaggero segnala anche una simulazione di Progetica:

.Un dipendente che ha iniziato l’attività a 25 anni e ha avuto una crescita del reddito dell’1,5 per cento l’anno, “buchi” contributivi di un anno ogni 10, con un’ultima retribuzione netta pari a 2.000 euro in termini reali (stabile), dopo 40 anni di contributi raggiungerà il traguardo della pensione tra i 68 anni e 3 mesi e i 70 e 11 mesi di età. Avrà allora un importo di pensione di 1.243 euro, pari al 62 per cento dello stipendio in caso di scenario economico stagnante e di 1.451 (73 per cento) se invece il ciclo economico si rimetterà in moto, ad unritmo dell’1 per cento l’anno.
Coerentemente con la logica del sistema contributivo il tasso di sostituzione (ossia appunto il rapporto tra ultima retribuzione e prima rata di pensione) sarà maggiore con più anni di contributi e invece minore se la carriera lavorativa è stata più breve.

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