François Fillon non si ritira

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-03-01

Il marito candidato all’Eliseo ha rinunciato a visitare il Salone dell’Agricoltura; sarebbe stato convocato dai giudici nell’inchiesta sugli impieghi fittizi della moglie. Circolano voci di un suo imminente ritiro dalla corsa. Ma il portavoce smentisce

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François Fillon ha rinunciato a visitare il Salone dell’Agricoltura in quanto convocato dai giudici istruttori nell’ambito dell’inchiesta che riguarda gli impieghi fittizi di sua moglie Penelope e due dei suoi figli. Entrambi avrebbero ricevuti dei preavvisi di rinvio a giudizio, rispettivamente per il 15 e il 18 marzo. Elementi attualmente al vaglio dell’ex premier francese – che farà un a dichiarazione alle 12 – e dei suoi avvocati, si legge sul sito di ‘Le Figaro’. È stata invece smentita la notizia secondo cui Penelope Fillon era stata messa in stato di fermo nel quadro dell’inchiesta sui presunti impieghi fittizi di cui avrebbe beneficiato. E

François Fillon e le voci sul ritiro

Fillon ha annunciato in una conferenza stampa a mezzogiorno che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa all’Eliseo. «Non mi arrendo e non mi ritiro». Fillon ha confermato di aver ricevuto una convocazione dei giudici per il 15 marzo, due giorni prima del termine ultimo per le candidature presidenziali. Una decisione, per lui, “interamente calcolata” per “impedirmi di essere candidato”. “Con questa scelta di calendario si assassina non solo me ma l’intera elezione presidenziale”, “è un omicidio politico”. Quanto alla convocazione, “ci andrò”, ha concluso. Tra i suoi collaboratori circolavano voci di un’imminente convocazione giudiziaria per il ‘Penelopegate’ e addirittura voci di ritiro dalla campagna. L’inchiesta preliminare, portata avanti dalla polizia è sfociata nell’apertura di un’indagine giudiziaria a carico dell’ex premier e ora candidato della destra Republicains e di sua moglie Penelope per i presunti impieghi fittizi come assistente parlamentare. L’inchiesta passa ora nelle mani di un giudice istruttore che – nella maggior parte dei casi – finisce per mettere sotto inchiesta i sospettati e decidere poi – dopo l’istruttoria – di archiviare o di rinviare a giudizio. Fillon – che nella sua prima reazione aveva detto di voler rinunciare alla candidatura se indagato – si è poi corretto annunciando di voler “andare fino in fondo” anche se sotto inchiesta. “Ma certo che è ancora candidato”, assicura però il portavoce di Fillon, Bruno Retailleau. Secondo i legali, l’inchiesta è stata aperta “soltanto per interrompere la prescrizione, come vuole una legge appena votata”. E facendo questo, la finanza “conferma di non aver potuto dimostrare i reati” ipotizzati.

Leggi sull’argomento: La rimonta di Marine Le Pen nella corsa all’Eliseo

 

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