E il PD chiede 83mila euro a Pietro Grasso

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-03

Oggi sarà incoronato leader di Liberi e Uguali. Ma intanto il tesoriere Dem gli presenta il conto dei contributi al partito non saldati

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Oggi Pietro Grasso sarà incoronato sul palco dell’Atlantico Live di Roma come leader e candidato di Liberi e Uguali, il cartello elettorale che dovrebbe raggruppare Articolo 1 – MDP, Sinistra Italiana e Possibile. Prima però il presidente del Senato dovrà ricordarsi di saldare il conto con il Partito Democratico, che chiede a lui e a un’altra cinquantina di parlamentari di contribuire con 83250 euro, frutto della somma di 1500 euro che ogni onorevole e ogni senatore deve versare ogni mese al partito come da regolamento interno. Grasso, così come il renziano Yoram Gutgeld, non lo ha fatto e il tesoriere del PD Francesco Bonifazi glielo ha ricordato di recente con una lettera che viene pubblicata oggi dal Corriere della Sera:

«Caro presidente, la preghiamo di saldare le sue pendenze con il Pd: 83.250 euro, entro il 15 dicembre». È la lettera che il tesoriere del Nazareno, Francesco Bonifazi, ha inviato al presidente del Senato, Pietro Grasso, che, dopo aver lasciato i dem per passare a Mdp, proprio oggi a Roma sarà incoronato come candidato premier della sinistra unita.
Ogni parlamentare,da regolamento interno, deve versare al partito 1.500 euro al mese. La lista dei morosi sul taccuino del tesoriere è molto lunga e ha aggravato la voragine nei conti. Le missive di sollecito inviate ai morosi sono circa 50. E buona parte dei destinatari sono gli ex compagni di Mdp, che in base ai conti del Pd dovrebbero oltre 400mila euro in tutto.

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Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico

«Bersani,Epifani e Rossi, prima di lasciare il partito,hanno saldato i contributi fino all’ultimo centesimo — spiegano dal Nazareno —. Da Grasso,invece,niente per tutta la legislatura. Questi soldi, come concordato con i sindacati, servono per istituire un fondo di garanzia a sostegno dei 180 nostri dipendenti in cassa integrazione».

Il Corriere scrive che tra i morosi ci sono anche Yoram Gutgeld, che deve 50mila euro, Ernesto Magorno, segretario del PD calabrese, che ne deve 73mila mentre Matteo Richetti si è messo in pari di recente.
 

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