“Ma no, a parte che il Papeete di Salvini è stata una crisi immotivata. Noi abbiamo posto dei temi centrali per il Paese a cui Draghi deve rispondere. Francamente non credo che questo si possa definire un Papeete”: così il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli a Repubblica sulla possibilità che il Movimento 5 Stelle si sfili dalla maggioranza. “Io sono ottimista – dice il capodelegazione grillino al governo – e mi auguro che le risposte arrivino. Ma per il bene dell’Italia, non perché bisogna accontentare i 5 Stelle”. A una specifica domanda sulla possibilità che i parlamentari M5S escano dall’aula al momento del voto di fiducia sul dl Aiuti al Senato “per non votare sì ma neanche no” Patuanelli ha risposto: “Vediamo. Non lo escludo, non lo escludo. Bisogna vedere quale sarà il ragionamento politico con Draghi”.
Il nodo è soprattutto sul nuovo termovalorizzatore di Roma, avverso ai pentastellati ma inserito nel pacchetto da approvare. I numeri per ottenere la fiducia, già arrivata alla Camera, il governo li ha. Non dovrebbe essere quindi a rischio formalmente la tenuta di Palazzo Chigi, ma il venir meno dell’appoggio del Movimento 5 Stelle aprirebbe una questione tutta politica. A Montecitorio, 28 parlamentari M5s non avevano partecipato al voto, 13 dei quali erano in missione. Sul rapporto con il Pd Patuanelli, osserva, non “è affatto a rischio”. Ma i dem non prenderebbero bene una fuoriuscita in questo momento, con ripercussioni su una possibile alleanza alle prossime elezioni. Mentre con gli scissionisti di Luigi Di Maio, il rapporto si è incrinato: “Non capisco il loro ragionamento, come lo proiettano sulla tenuta del governo. C’è una forza politica nuova che ha creato i gruppi a Montecitorio e Palazzo Madama dicendo che così avrebbero reso ininfluente il Movimento 5 Stelle. Però se il Movimento esce, il governo casca e siamo noi gli irresponsabili”.