Quando Paolo Villaggio annunciò il suo voto per Beppe Grillo

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-07-03

Paolo Villaggio, uno dei più grandi attori comici italiani, è morto oggi all’età di 84 anni. Impegnato in politica prima nel Partito Comunista Italiano e poi in Democrazia Proletaria, Villaggio si era candidato anche nel 1994 con i Radicali italiani. Negli ultimi anni aveva lasciato la politica attiva ma aveva trovato anche una nuova passione …

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Paolo Villaggio, uno dei più grandi attori comici italiani, è morto oggi all’età di 84 anni. Impegnato in politica prima nel Partito Comunista Italiano e poi in Democrazia Proletaria, Villaggio si era candidato anche nel 1994 con i Radicali italiani. Negli ultimi anni aveva lasciato la politica attiva ma aveva trovato anche una nuova passione nel MoVimento 5 Stelle e in Beppe Grillo.

Già nel 2013 aveva annunciato a Palazzo Tursi durante la festa per il suo ottantesimo compleanno organizzata dal Comune che avrebbe votato per Beppe: ”Voterò per Beppe Grillo perché è l’unico che rappresenta un cambiamento vero per una classe politica che pensa solo al presente”. E ancora: ”Tutti i politici pensano solo a sputtanare Grillo dicendo ‘è un comico’, ma perché non è comico forse anche Berlusconi?”. ”Grillo è anche un mio amico, è una persona molto intelligente, è l’unico che vuole cambiare perché nella classe politica attuale non c’è nessuno che pensa al futuro, all’inquinamento, tutti pensano solo a fare alleanze strane, comunisti più democristiani”.

Nel marzo successivo, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, aveva detto che Grillo era l’unico vero rivoluzionario della storia recente italiana: “La parabola di Mao, infine trattato come un bolso rincoglionito, terminò male. Ma Grillo non è un caudillo e la sua rivolta, ignorata da quelli che non vedendolo in tv lo consideravano stoltamente irrilevante, è più allegra del Maoismo. Parte da un disgusto generalizzato che urla ‘piove governo ladro’, ma non assalta le vetrine dei ricchi, né punta alla Bastiglia. Prova solo a riformare un Paese irreversibilmente involgarito”. Di Beppe gli piaceva soprattutto un’idea: “Quando Grillo promuoverà il referendum per uscire dall’euro vedrà che plebiscito per sciogliere immediatamente il patto. I tedeschi fanno soltanto i cazzi loro, stiamo precipitando nella merda, in un’unione così disunita che stiamo a fare?”.
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Infine, nel 2017, in un’intervista all’Huffington Post, era tornato a parlare di Beppe: “Condividiamo il mestiere e la città di nascita: Genova. Devo ammettere, però, che negli ultimi anni l’ho guardato da lontano diventare un protagonista della politica italiana e ho invidiato anche lui”.

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