Paolo Berdini: le dimissioni annunciate per lo stadio della Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-08

L’assessore dice al Messaggero: «O si eliminano le torri dal progetto o me ne vado». E indica nel vicesindaco Frongia il suo “nemico”. Ma quello che chiede Berdini è impossibile. Vediamo perché

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Paolo Berdini rilascia oggi un’intervista al Messaggero, giornale che la Giunta Raggi ha da tempo indicato come nemico ma che sullo Stadio della Roma ha finora avuto invece una posizione molto più conciliante nei confronti della guida politica capitolina per ovvi interessi di bottega, visto che è di proprietà del gruppo Caltagirone, rivale e concorrente di Parnasi, il costruttore dell’opera. E nell’intervista Berdini torna sul suo cavallo di battaglia: niente torri vicino allo stadio o me ne vado.
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Paolo Berdini e le dimissioni per lo stadio della Roma

Nell’intervista Berdini esordisce parlando di manovre contro di lui, e già questo dovrebbe ficcare una patata in bocca a quei miserabili che accusavano i giornalisti di aver inventato un problema che non c’era. A parte gli ascari con la simpatica tendenza a portare l’acqua con le orecchie alla Giunta Raggi, però, l’assessore si domanda chi ci sia dietro “le agenzie di stampa contro di me“, riferendosi evidentemente al lancio dell’Adn Kronos che annunciava le sue dimissioni, poi tramutatosi in ritiro delle deleghe; dice che potrebbero essere parlamentari (del M5S, ovvio) oppure lo stesso Campidoglio. Riferendosi evidentemente a Daniele Frongia, che ha già fatto circolare il nome di Emanuele Montini come suo successore e che oggi è stato criticato da Roberta Lombardi, di nuovo pronta a picconare l’amministrazione Raggi. Il Messaggero nell’intervista porge la palla all’assessore, ad esempio chiamando “ecomostro” un progetto che ha il 50% di verde come ripartizione della superficie (questo per spiegare un po’ la disperazione degli argomenti sul tema).

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Ripartizione della superficie per comparto (dati aggiornati ai progetti definitivi a cura di @TDVProject)

Le risposte di Berdini sono comunque molto interessanti perché l’assessore, ad esempio, segnala che vuole cambiare la delibera sul pubblico interesse: come avevamo spiegato, questo è l’unico modo per fermare il progetto ormai approdato in conferenza dei servizi. Ma il M5S, nonostante le minacce estive, non si è mai mosso in questa direzione.

«Io voglio cambiare la delibera sull’utilità pubblica approvata dalla giunta Marino, loro no.Vogliono piccole modifiche in conferenza dei servizi».
Chi sono i loro? La maggioranza e soprattutto l’asse Frongia-Raggi non vogliono rifare la delibera per non interrompere l’iter della conferenza dei servizi?
«Questo lo dice lei, ma diciamo che sono d’accordo».
Quindi, morale della favola: lei si dimette? «No,sto lavorando». Ma a quale condizioni rimane nella giunta Raggi?
«Se si fa solo lo stadio,l’impianto sportivo, rimango. Altrimenti con il progetto originale (quello che prevede almeno due grattacieli-ndr) lascio».
Ne fa una questione personale o di principio?
«Rimango alla campagna elettorale e agli atti conseguenti. La sindaca Raggi ha detto “no alle Olimpiadi del mattone”, come le ha chiamate. E adesso che fa,approva il progetto di Tor di Valle leggermente ritoccato? Le due cose, il no ai Giochi e il sì al progetto Tor di Valle, come si tengono in piedi? Non c’è equilibrio».

Già che c’è, Berdini fa anche lo spiritoso dicendo che è Frongia ad essere stato commissariato: in questo modo ci conferma che tutti i racconti giornalistici sulla crisi di giunta erano veri, visto che parlavano proprio di una contrapposizione tra lui e Frongia. E già che c’è, deride anche Montini che sarebbe stato indicato come suo successore. Tuttavia è più interessante valutare quanto conti l’opinione di Berdini con l’iter del progetto arrivato fino a questo punto: irealtà non molto. Come spiegato da StadiodellaromaFAQ, il Comune di Roma ha fornito in data 30 agosto la copia del progetto definitivo alla Regione; la Conferenza dei Servizi è stata convocata in data 12 settembre 2016. I lavori dovranno concludersi entro il 6 marzo 2017.

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L’iter dello stadio della Roma secondo la legge (da StadiodellaromaFAQ)

Ora, quindi, a prescindere dai desiderata di Berdini, possono accadere solo due cose. O il comune di Roma vota una risoluzione in cui cancella il pubblico interesse nei confronti dello stadio della Roma, assumendosi così l’onere di bocciare il progetto di fronte alla città, dopo il precedente delle Olimpiadi e gustandosi anche tutte le ripercussioni politiche e mediatiche della vicenda. Oppure vengono superati i tempi della discussione in Conferenza dei servizi perché si cincischia alla Pisana: a quel punto interviene il governo con i suoi poteri sostitutivi e i due governi vengono spogliati dall’onere di prendere una decisione impopolare e che potrebbe scontentare molti. Evidentemente la Giunta ha scelto la via più logica, l’assessore no. Per questo dovrà abbozzare o andarsene.

Leggi sull’argomento: La sorpresona di Berdini sullo stadio della Roma

 

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