Paolo Berdini dice sì alle Olimpiadi a Roma

L'assessore all'urbanistica della Giunta Raggi va controcorrente e approva l'idea dei giochi nella Capitale nel 2024 ad alcune condizioni. E adesso?

Paolo Berdini, assessore all’urbanistica della Giunta Raggi, va controcorrente e in un’intervista alla Stampa dice di essere favorevole alle Olimpiadi a Roma nel 2024 ad alcune condizioni. Dopo la quasi-ufficialità del no di Virginia Raggi alla manifestazione, l’assessore Berdini ribalta il tavolo: bisognerà capire se parla a titolo personale (e in quel caso, probabilmente verrà defenestrato in fretta) oppure se parla in accordo con la sindaca che ha cambiato linea nonostante i tanti elogi ricevuti dai militanti a 5 Stelle per il suo primo no. L’intervista è a firma di Ilario Lombardo:



Il M5S e la Raggi però sono stati chiari in campagna elettorale: «No alle Olimpiadi, a Roma servono interventi ordinari».
«Infatti: Olimpiadi non più come evento straordinario ma dell’ordinarietà, da cui può partire una nuova cultura urbana che servirà da esempio per i Giochi del futuro, lontano dal solito modello, ormai fallito».
Olimpiadi sì, quindi, ma a certe condizioni? Quali?
«Che le opere non siano il trionfo dell’incompiuto, com’è successo con Expo che è stata una devastazione. Perché, chiusi i sei mesi di circo Togni, non hanno saputo che fare dei 120 ettari urbanizzati a vuoto. Servono opere strutturali che parlino con la città».

L’intervista di Paolo Berdini alla Stampa

Niente grandi opere?
«Può esserci spazio per una grande opera, ma al servizio della città e dei cittadini. Senza scartare il “gioiello”, come a Rio, devono essere le Olimpiadi di Roma, cioè delle linee metro, della messa in sicurezza degli impianti sportivi. Cambiando la prospettiva sarebbe un’iniezione di futuro per la città a partire da un evento che prima era solo dissipativo».
Pensa ci siano ancora possibilità per convincere Raggi a dire sì?
«Certo, in una decina di giorni decideremo. Io dico: utilizziamo le Olimpiadi come occasione per dare un nuovo volto alla città. Se sono Olimpiadi che cambiano la vita delle persone e opere che portano benessere, non vedo perché dire di no».