Paola Taverna spiega perché vuole l’alleanza con il PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-08

La vicepresidente del Senato spiega la sua visione politica, parla dei suoi studi universitari e della sua “romanità”

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La neo-vicepresidente del Senato Paola Taverna spiega oggi in un’intervista a Luca De Carolis del Fatto Quotidiano perché il MoVimento 5 Stelle vuole un’alleanza con il Partito Democratico:

E per farlo siete disposti a parlare perfino con Renzi. Una conversione un po’ da opportunisti, non crede?
Il Pd ha tante anime, e ci rivolgiamo a tutte, con responsabilità. Dopodiché non penso che il loro partito possa essere ancora vincolato solo a un segretario uscente. Noi ci rivolgiamo ufficialmente al Pd innanzitutto nella figura del segretario reggente, Maurizio Martina.

Lei ora parla di dialogo e di responsabilità, ma qualche anno fa in Senato disse una frase durissima ai colleghi, del Pd e non: “Non siete niente”. Si è pentita?
(Sorride, ndr) Non rinnego nulla, ma era un’altra epoca e un’altra fase politica. Eravamo appena entrati in Parlamento, e il dibattito politico era molto forte, da entrambe le parti.

Per voi Lega e dem sembrano la stessa cosa: come può essere?
Siamo maturati, ora dobbiamo mettere tutti una linea di demarcazione. Vanno messe da parte le vecchie scaramucce, per cercare soluzioni e punti di convergenza.

Su cosa? Su punti da modulare diversamente a seconda che si parli a Salvini o a Martina?
Le esigenze degli italiani sono quelle, evidenti a tutti, a partire dalla lotta alla povertà. È il Paese che ci chiede di fare cose, contro la burocrazia e per il lavoro. Non possono essere più i partiti a dettare l’agenda.

Poi Taverna racconta a che punto sono i suoi studi e parla della sua “romanità”:

Sul web è un diluvio di battute sul suo carattere e sulla sua romanità. Si aspettano scenate in Senato, da parte sua. Tutto questo le dispiace, la offende?
No, spesso mi diverte, a patto che non siano cose troppo “caricate ”. Io sono una che studia. Mi mancano 5 esami per prendere la laurea in Scienze Politiche. E so fare un discorso in perfetto italiano. Però poi ti spiazzo concludendo alla romana: “Bella cì”. Sono rimasta me stessa, normale. Ed è per questo che la gente mi stima. Sono stata la più votata nelle Parlamentarie, e ho vinto nel mio collegio uninominale.

Foto copertina da Socialisti Gaudenti via Facebook.com

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