La pessima figura della Stampa sull'omeopatia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-11

La Stampa ha continuato per un giorno intero a modificare un articolo sull’omeopatia nel disperato tentativo di fare un favore agli omeopati che ieri festeggiavano la giornata mondiale dell’omeopatia nonostante le rimostranze dei lettori che non hanno gradito che si paragonasse la medicina basata sull’evidenza scientifica all’omeopatia. Poi l’ha tolto dalla pubblicazione. Infine l’ha ripubblicato, completamente diverso

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Se volete avere un’idea della professionalità con cui il giornalismo italiano affronta ogni giorno le sfide della deontologia e della correttezza nei confronti del lettore, potete leggervi la vicenda che ha coinvolto il quotidiano La Stampa diretto da Maurizio Molinari, la garante del lettore Anna Masera e la giornalista Angela Nanni che ieri hanno offerto ai lettori un raccapricciante articolo dove si spiegava che l’omeopatia è una pratica medica efficace e che funziona. Ma la storia non finisce mica qui.

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Il primo titolo dell’articolo de La Stampa sull’omeopatia

La diluizione dell’articolo a favore dell’omeopatia

Ieri era la giornata mondiale dell’omeopatia e in redazione alla Stampa devono aver pensato che era cosa buona e giusta fornire ai lettori un articolo denso di informazioni sull’efficacia della “metodologia terapeutica che si basa sulla legge dei simili”. Un articolo dove si potevano leggere interessanti affermazioni come quella riguardante il “buon numero” di studi e articoli che dimostrano l’efficacia “delle medicine tradizionali, complementari e non convenzionali” ivi compresa l’omeopatia. Addirittura esisterebbe una “notevole letteratura scientifica sull’omeopatia”, il che è curioso perché l’omeopatia è totalmente a-scientifica come hanno dimostrato diversi studi che hanno analizzato la letteratura in questione. Ma nessuna paura il dibattito è aperto perché ovviamente la responsabilità è dell’ambiente accademico, così chiuso e geloso delle posizioni di potere che ha conquistato in questi ultimi secoli di metodo scientifico (e lo sappiamo tutti che la ricerca universitaria è pagata da Big Pharma vero?).
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Evidentemente però alla Stampa si sono accorti subito che qualcosa non andava, o forse i lettori hanno fatto presente che nell’articolo non c’era alcun accenno al fatto che l’omeopatia non possa essere definita una metodologia terapeutica perché non è in grado di curare nulla, nemmeno un raffreddore. Ecco quindi il colpo di genio, cambiare il titolo in modo da rendere più esplicita la posizione del quotidiano diretto da Maurizio Molinari sull’omeopatia: “Omeopatia: ecco come funziona”. Perché ovviamente l’omeopatia funziona no? Basta guardare ai risultati delle vendite dei farmaci omeopatici: milioni di italiani non potranno di certo sbagliarsi. L’ipotesi che siano stati truffati da esperti di diluizioni non viene minimamente contemplata perché è la giornata mondiale dell’omeopatia e certe cose non si possono dire.

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La Stampa ha cambiato il titolo per farci capire meglio da che parte sta

Il contenuto dell’articolo però è rimasto invariato e i lettori – certamente più attenti della Garante Anna Masera – non mancano di farlo notare. Nel pomeriggio un nuovo colpo di scena: la Masera annuncia che l’articolo è stato corretto. Ora l’omeopatia viene definita una pseudo-medicina “efficace per forza si suggestione”. Quindi l’omeopatia non è una medicina ma continua a funzionare – nonostante gli studi scientifici che dicono il contrario – grazie alla forza di suggestione (un po’ come i sali di Wanna Marchi). Insomma l’omeopatia è efficace quanto un placebo, solo che – ma questo alla Stampa evitano di dirlo – costa infinitamente di più. Qual è la percentuale di guarigione di questa forza di suggestione? Non sembra che La Stampa o gli omeopati abbiano in mano dei dati per poterlo dire.
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Per qualche ora l’articolo così corretto sparisce e sembra sia stato tolto dal sito ma non è così perché ora l’articolo è di nuovo consultabile con il suo nuovo (per la terza volta) titolo e con un nuovo testo: “Gli omeopati promuovono la loro giornata mondiale”. Nel sommario la spiegazione che dovrebbe contribuire a rasserenare gli animi: “l’efficacia dietro questa pratica di pseudo-medicina è attribuita alla forza di suggestione”.
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L’articolo, questa volta senza firma, va in forma ridotta (per venire incontro alle diluite capacità mentali) e rivela finalmente che l’articolo precedente era il frutto di un comunicato stampa dell’Amiot (se volete leggere come si risponde ad Amiot potete farlo qui e qui) per lanciare la giornata di visite gratuite. Chissà se anche le pillole di zucchero (al 100% di zucchero dal punto di vista chimico e molecolare) verranno finalmente vendute a prezzo di mercato e non alle cifre esorbitanti. Ma forse si paga “la suggestione” di poter guarire.
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Il nuovo pezzo è un piccolo capolavoro di cerchiobottismo: si dice che l’efficacia dell’omeopatia non è mai stata dimostrata in maniera scientifica (l’unica accettabile per quanto riguarda le medicine) ma che il fenomeno è reale e “ampiamente documentato” (dove? in che modo? quando? con quali criteri?). Ognuno può leggerci quello che vuole: se credete che l’omeopatia funzioni allora troverete un riscontro, se invece sapete che non esiste dimostrazione della sua efficacia terapeutica allora ecco il vostro zuccherino. Non male per un quotidiano che ha deciso di difendere i lettori dalle fake news e che si fa promotore di giornate di studio sulla propagazione delle bufale online. Non male nemmeno per la Garante dei lettori e per il direttore che lasciano che vengano pubblicati articoli del genere. Già che ci sono alla Stampa potrebbero dare un’occhiata a questo articolo del novembre 2016 dal titolo “Omeopatia efficace o no? La risposta è a metà strada” ma del resto La Stampa ospita anche il blog di Alberto Magnetti sull’omeopatia. Vi terremo aggiornati sulle mirabolanti avventure de La Stampa nel mondo dell’omeopatia: alla prossima diluizione.

Leggi sull’argomento: Se La Stampa fa pubblicità all’omeopatia

 
 

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