Omar Rashid: cosa succede agli italiani quando il candidato alle elezioni ha il nome “straniero”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-02

Un mese di campagna elettorale: un mese di minacce e di insulti su Facebook per via del suo cognome. Questo è quello che succede quando i partiti politici predicano l’odio. E il brutto deve ancora venire

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Omar Rashid, detto Gold, candidato alla Camera per la lista Insieme (che è in coalizione con PD, +Europa e Civica e Popolare) nella circoscrizione Toscana 1 collegio 3 è uno che Internet lo conosce e lo frequenta da parecchio. Non si può certo dire che non sappia cosa si cela su certe bacheche e pagine Facebook. Nemmeno lui era però preparato alla bordata di insulti e minacce che ha iniziato a ricevere da quando, a inizio febbraio, ha annunciato di aver accettato l’invito a candidarsi per la coalizione di centrosinistra.

Gli insulti al “musulmano” Omar Rashid

Il fatto che Rashid sia italiano è fuori di dubbio, altrimenti non avrebbe potuto essere messo in lista per la Camera dei Deputati. C’è però – per alcuni – il problema del cognome. Troppo esotico, troppo musulmano. Rashid infatti è nato in Iraq nel 1979 da padre iracheno e madre italiana (calabrese, ci tiene a precisare). I suoi genitori si sono conosciuti a Firenze (dove suo padre si è laureato in Architettura) successivamente sono andati in Iraq per poi tornare in Italia quando lui aveva quattro mesi. A questo aggiungiamo il fatto che il candidato di Insieme, nonostante i natali e il cognome non è musulmano: è buddista.

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Qualcosa ha iniziato a mettersi in moto, nei meandri del Facebook della zona di Firenze. Perché persone – anche loro cittadini italiani – che mai avevano avuto a che fare con Rashid prima della sua candidatura, hanno iniziato a scrivergli in privato e sulla sua pagina Facebook (che è anche quella che utilizza per la campagna elettorale) per insultarlo e minacciarlo. Non si tratta dei soliti insulti riservati agli avversari politici. Sono insulti razzisti e xenofobi (che non hanno senso visto che Omar Rashid è italiano).

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Quelli che insultano Omar, invitandolo a “candidarsi al suo paese” che per la cronaca è Fiesole.

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Altri sono più espliciti, si sa mai che il messaggio non arrivi. L’Islam è definita una “religione assurda e di merda”. C’è ampio spazio per innovatori della lingua italiana che ritengono che i “mussulmani” siano troppi (il 4% della popolazione residente, e non tutti sono di origine straniera) ma soprattutto presentuosi (presuntuosi? pretestuosi? presenzialisti?).

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Questi elettori, proprio come noi e voi, credono che in Italia non ci sia bisogno di un altro candidato musulmano. E come tutti quelli che generalmente emettono sentenze di colpevolezza basandosi sul colore della pelle delle persone ritengono che un cognome arabo sia sufficiente per “accusare” qualcuno di essere musulmani. Sarebbe interessante sapere qual è la quota massima di candidati musulmani che è possibile mettere in lista e vedere se la proposta sarebbe costituzionalmente accettabile (spoiler: non lo è).

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È evidente a questo punto che le posizioni politiche di Rashid, le sue origini, la sua nazionalità, la sua scelta di essere buddista (sua madre è cattolica e suo padre è laico di famiglia islamica nonché il Segretario Generale della Scuola Fiorentina di Alta Formazione per il Dialogo Interreligioso e Interculturale) e addirittura la sua identità non sono assolutamente rilevanti.

A nessuno interessa sapere chi è Omar Rashid, è arabo

Queste persone che piombano sulla sua pagina, se la prendono con l’Islam e con i musulmani non conoscono Rashid e tanto meno sanno cosa sia l’Islam. L’aspetto positivo della faccenda è che molto probabilmente non ce l’hanno con lui personalmente. Lo odiano – perché di odio si tratta – perché rappresenta il prototipo dell’avversario politico, lo straniero, l’invasore che come è noto è senza volto. Quest’odio che leggiamo distillato qui è lo stesso che abbiamo letto nei commenti agli articoli sulla figlia di Fiona May oppure quelli nei confronti della studentessa che accolto il Presidente Mattarella a Mirandola avvolta nel tricolore senza dimenticare quello che è successo quando qualcuno ha scoperto che i neri possono viaggiare sul Freccia Rossa.

 

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Guardando i profili delle persone che insultano Rashid si notano alcune caratteristiche comuni: i giovani sono simpatizzanti del MoVimento 5 Stelle, i pensionati sono invece più vicini alle posizioni della Lega Nord. Due partiti che, seppur in misura diversa, sulla paura dell’invasione, sui piani di sostituzione etnica hanno fondato le loro fortune elettorali. È questa l’italia orgogliosamente rappresentata da Matteo Salvini? Quest’odio profondo che scorre ininterrotto pronto a riversarsi sulla prima persona con il cognome che suona strano?

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Uno che si chiama Omar Rashid deve per forza avere qualche piano malvagio in mente. Farsi esplodere in Parlamento oppure più semplicemente far aprire una moschea a Firenze. Rashid ci spiega che in genere i razzisti che lo insultano sono tutti della zona di Firenze, elettori del suo collegio elettorale, suoi concittadini. Persone che hanno elevato l’odio razziale ad arma nel dibattito politico, come hanno fatto i leader dei partiti cui fanno riferimento. Omar, queste cose se le aspettava, però non molla ed anzi è pronto a mettersi di nuovo in gioco «A prescindere da ciò che succederà il 4 marzo». Per fortuna non c’è solo odio. Privatamente Omar ha ricevuto la solidarietà dei candidati di altri partiti, anche nelle liste avversarie «solo di quelli di sinistra o centrosinistra però» ci dice con una punta di rammarico. Per gli altri candidati forse non è un problema. Ma fra due giorni quelli che insultano Rashid potrebbero vincere le elezioni e l’Italia potrebbe svegliarsi e scoprire di essere un paese razzista. I segnali c’erano tutti.

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