Oltre la normale inefficienza: storia di una banale richiesta di un certificato penale a Venezia

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Parlare d’inefficienza è usuale da parte dei cittadini e di mass media, ma vi sono dei casi estremi che il cittadino normalmente non conosce. Volevo avere un certificato del casellario giudiziale ai fini della iscrizione ad una lista elettorale comunale.



Infine, se tutto va bene, il modulo compilato è quello giusto, si hanno le marche da bollo comprate prima fisicamente dal tabaccaio, il certificato viene rilasciato dopo alcuni giorni. O lo si ritira personalmente, oppure lo inviano per posta, non elettronica o PEC ma ordinaria, ma lo sconsigliano: tempi lunghi! Se va bene, non venendo da lontano, uno perde minimo due o tre mattine per fare una banale operazione che la telematica consentirebbe facilmente, se vi fosse un indirizzo cui rivolgersi, i pagamenti delle marche e di altri corrispettivi potesse essere virtuale. No, per il Tribunale penale la PEC non esiste! E non si sente altro che parlare di “smart working”!



Dico di più, se vi fosse una connessione tra Tribunale e Comune, quest’ultimo potrebbe ricevere le liste e con un rapido controllo un impiegato sarebbe in condizione di verificare se un candidato ha dei precedenti penali.
Esterrefatto, chiedo all’avvocatessa in coda come mai tutto questo, perché l’Ordine degli Avvocati non protesta. Non è opportuno, ci si inimica i magistrati, non serve perché la politica non s’interessa a questi problemi, a suo dire perché l’efficienza comporterebbe uno snellimento degli organici e ai politici interessa solo il voto. Obietto: ma se il Paese fosse più efficiente, qualcuno dall’interno o dall’estero investirebbe di più. Non siamo un Paese attraente per chi fa impresa e, se anche si perdesse qualche posto di lavoro pubblico, lo si recupererebbe ampiamente nel privato, uscendo da una stagnazione (ante COVID 19) che si trascina da oltre 21 anni (V. IMF, OECD, Commissione DEU, ecc.).

Miopia quindi, a 360°, perché questo non è causa di uno o di un altro partito, perché almeno dal 1994 hanno governato tutti, verdi, bianchi, rossi, moderati o no, ecc.; è ignoranza dei politici e dei burocrati dei ministeri, miopia o cos’altro? Autorevoli opinionisti scrivono che i politici italiani non sanno valutare la ricaduta organizzativa dei provvedimenti. Il casellario dipende dalla Procura, ma il magistrato fa un lavoro tipicamente individuale e non è detto abbia capacità manageriali come un ottimo docente universitario non è necessariamente altrettanto valido nel ruolo di Rettore.



Preferisco segnalare il tutto rinunziando a candidarmi, per una lista che non cito perché il problema è generale e non voglio offrire vantaggi o svantaggi a nessuno.

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