Nogarin non si ricandiderà sindaco di Livorno

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-21

Il primo cittadino dice no al bis per le troppe inchieste che lo hanno coinvolto. A differenza di molti colleghi di partito, è stato in grado di comprendere e ammettere che pedalare è molto più difficile di volere la bicicletta

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«Quaranta cause civili e 5 penali. O sono un criminale alla Al Capone o…»: Filippo Nogarin a Pescara per la kermesse in cui il MoVimento 5 Stelle annuncerà i risultati delle Parlamentarie e quindi i candidati spiega così la sua decisione di non ricandidarsi sindaco di Livorno dopo la consiliatura che ha portato sulle sue spalle una serie di indagini, tra cui l’ultima per omicidio colposo in relazione all’alluvione del 10 settembre scorso.

Filippo Nogarin non si ricandiderà sindaco di Livorno

«Accanimento? Nei miei confronti è nei fatti. Ci sono accuse assurde, come chiamarle altrimenti?», dice Nogarin sia alla Stampa che al Fatto: «Non mi ricandido. Sì, ne sono sicuro e penso che non ci ripenserò». E con Ilario Lombardo entra ancora di più nello specifico:

L’ultima gli fa male: concorso in omicidio colposo plurimo, per l’alluvione del 2017. «Tutti sanno che la revisione della macrostruttura del Comune non è un atto monocratico del sindaco». Racconta come gli inquirenti siano rimasti sorpresi quando glielo ha ricordato durante l’interrogatorio. «Come si fa a non saperlo».
Con le dita conta anche le altre inchieste: «Tre per l’Aamps (azienda dei rifiuti) e una per concorso in bancarotta fraudolenta. Sono indagato per una partecipata del Comune in cui non sono nemmeno membro». Nogarin confessa tutta la solitudine del ruolo di sindaco, esposto alle querele di chi non gli permette di tagliare nemmeno un albero. «Un sindaco può vivere tranquillo se non fa nulla».

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L’alluvione in Liguria e in Toscana (La Repubblica, 11 settembre 2017)

Le risposte di Nogarin sono insieme curiose e particolarmente prevedibili: anche lui, come tanti eletti del M5S, si è accorto della difficoltà di pedalare dopo aver voluto fortemente la bicicletta e  soprattutto nota la “facilità” (in realtà l’obbligatorietà  dell’azione penale) con cui i sindaci finiscono nei guai dopo che politicamente il suo partito ha cavalcato qualunque inchiesta contro gli amministratori “nemici” in qualunque zona della terra sostenendo che fosse la corruzione o l’attività di lobbying dei Poteri Forti a impedire il loro lavoro. Sulla sua pelle Nogarin ha sperimentato che spesso invece è vero il contrario.

La lezione di Nogarin

Per questo, visto che finirà il suo mandato nell’anno delle elezioni europee, non chiude la porta alla possibilità di diventare europarlamentare: «Le nostre regole me lo impedirebbero solo in caso di condanna». E di certo l’europarlamentare ha un peso decisionale (e quindi una responsabilità di fronte alla legge) molto minore rispetto al sindaco. Fare l’europarlamentare per Nogarin significa rischiare meno penalmente. Per questo sarebbe disposto a farlo.

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L’articolo del Tirreno sulle prime versioni di Nogarin

Nogarin si è quindi reso conto delle difficoltà soltanto quando bisognava pedalare la bicicletta. È significativo che, a differenza di molti colleghi di partito, sia in grado di comprenderlo e ammetterlo pubblicamente: un punto a favore della sua onestà intellettuale. Oltre che una prova dell’inadeguatezza della classe dirigente che seleziona il MoVimento 5 Stelle.
EDIT: Nogarin su Facebook dice di averci in parte ripensato:
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