Il grande ritorno dell'abominevole neve chimica

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-11

Ieri ha nevicato: oggi esperti scienziati ci spiegano che la neve non era neve “vera” ma neve “chimica” che quando provi a “bruciarla” con un accendino si annerisce. È la prova dell’esistenza delle scie chimiche o semplicemente della stupidità di alcuni?

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Che Natale sarebbe senza neve chimica? Ieri ha nevicato in tutto il Nord e Centro Italia e in molti hanno sfidato il freddo e le battaglie di palle di neve per raccogliere un campione di neve da analizzare. La scoperta è agghiacciante: la neve non è naturale ma chimica. Non nel senso che è neve artificiale sparata con i “cannoni” usati per innevare le piste di sci. È neve chimica ovvero frutto delle campagne di irroramento a bassa (ed alta) quota da parte degli aerei che spargono le famigerate scie chimiche.

Cosa è davvero la neve chimica

Il problema principale di questa neve è che non si può mettere in bocca. Bisogna quindi fare molta attenzione ai bambini, che da sempre si divertono ad assaggiare la neve. Diversi esperti dell’Internet hanno infatti scoperto che questa neve è fatta in realtà con materiali non naturali: chimici appunto e pertanto nocivi. Volete una dimostrazione? Provate a “dare fuoco” con un accendino ad una pallina di neve compressa. Cosa succede? Vedrete che invece che sciogliersi come fa la neve “naturale” (trivia: tecnicamente anche la neve naturale è “chimica”, come ogni cosa) si annerisce. E non è forse la stessa cosa che succede quando date fuoco ad una pallina di polistirolo (senza dubbio “chimica”)?
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La neve chimica quindi è quello che succede quando le scie di condensa si congelano e cadono da cielo. Se non fosse “inquinata” da sostanze tossiche e Dio solo sa cos’altro non solo si scioglierebbe facilmente ma nemmeno si annerirebbe. Del resto la neve è bianca, da dove viene fuori quel residuo nero se non da sostanze chimiche nascoste al suo interno?
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Evidentemente c’è qualcosa che non quadra. Anche perché – ci spiegano alcuni – “trent’anni fa certe cose non succedevano”. Il che se non altro depone a favore degli abitanti della Terra di trent’anni fa, che sicuramente non perdevano tempo a cercare di fondere una pallina di neve con un accendino.

Ma perché la “neve chimica” si annerisce?

Il mistero della “neve chimica” non è una novità. La cosa che sconvolge tutti i complottisti inoltre è la scarsa quantità d’acqua prodotta durante “gli esperimenti”. Il fatto è che la neve si comporta in un modo simile ad una spugna ed è in grado di assorbire la maggior parte dell’acqua prodotta dal calore dell’accendino (ovvero quella che non evapora direttamente o che non sgocciola). Per un certo periodo di tempo la neve assorbirà l’acqua fino a che non diventerà una palla molliccia piena d’acqua. Per coloro che fanno notare che un pezzo di ghiaccio produce più acqua di una pallina di neve vale la pena ricordare che la densità d’acqua del ghiaccio è maggiore di quella della neve ( 0.9 grammi per centimetro cubo contro 0.3 grammi per centimetro cubo nel caso della neve).

Insomma dal momento che non c’è così tanta acqua in una palla di neve e la natura “spugnosa” della neve spiegano come mai la neve apparentemente non si sciolga. Ma perché allora diventa nera? Ce lo spiega bene lo Youtuber Phil Plait. L’annerimento della neve non è il risultato della combustione di materie “chimiche” (qualsiasi cosa voglia dire) contenute dalla neve chimica. Si tratta semplicemente dei residui derivanti dalla combustione dalla fiamma dell’accendino. Nessun mistero quindi.

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