Il MoVimento 5 Stelle sta facendo girare l'economia con le Parlamentarie!1

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-09

Va in scena in questi giorno l’orgoglio social della fedina penale pulita. Anche se la maggioranza degli italiani non ha precedenti penali nel magico mondo del 5 Stelle essere incensurati è un successo clamoroso. E c’è anche chi ci spiega come grazie all’onestà i 5 Stelle stanno già risanando il debito pubblico. Grazie alle marche da bollo!

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Sappiamo già che deputati e senatori del M5S sono persone fantastiche, oneste e trasparenti. La stessa trasparenza e onesta è richiesta anche agli aspiranti candidati che in questi giorni stanno presentando domanda per partecipare alla grande lotteria dei click della Parlamentare a 5 Stelle. Requisito fondamentale è la presentazione del Certificato Penale del Casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti che servono a dimostrare che l’aspirante candidato (il candidabile) non ha procedimenti penali pendenti e che ha una fedina penale immacolata.

La sfilata dei certificati penali immacolati

L’emozione di poter dimostrare al mondo (e non solo allo Staff della Casaleggio) di essere candidi e puri si è impossessata di moltissimi candidabili che hanno deciso di sfoggiare su Facebook la prova provata della loro onestà. Cosa c’è di meglio di un partito che chiede ai suoi candidati di essere onesti? La risposta dovrebbe essere: un partito che candida persone oneste e competenti. Ma siamo in Italia e quindi va bene anche accontentarsi che siano persone senza precedenti penali pronte ad ubbidire ai diktat di Grillo e Casaleggio, magari accettando di sottoscrivere un contratto che prevede per gli eletti di sottostare ad obblighi incostituzionali e di pagare penali che non hanno alcun fondamento legale.
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Sfilano su Facebook numerosi ed emozionatissimi i candidati orgogliosi di poter dimostrare la propria onestà. E non è chiaro se è perché pensano che sia un valore aggiunto o se sia l’unica cosa che conta. Del resto il programma è già stato deciso in Rete, all’eletto non sarà data alcuna libertà d’azione politica individuale (pena l’espulsione) e in nome del vecchio principio dell’uno vale uno un candidato incensurato vale quanto un altro.


Nonostante quindi tutte le regole e i non-statuti rimane un mistero il motivo in base al quale un attivista a 5 Stelle debba scegliere un candidabile piuttosto che un altro. Anche perché sono appena 15mila coloro che hanno deciso di presentare la propria candidatura per il prossimo Parlamento. Alle primarie che hanno eletto Luigi Di Maio candidato premier i votanti sono stati 37.442  su 140mila iscritti certificati e Di Maio ottenne 30.936 preferenze. Ci si rende conto così che più o meno un iscritto su 10 ci vuole provare, e se a votare saranno quelli che hanno votato alle Primarie il rischio è che non ci siano abbastanza click a disposizione per scegliere i futuri parlamentari pentastellati.

Grazie ai candidabili riparte l’economia!

Tra i molti successi e meriti vantati dai parlamentari a 5 Stelle c’è quello di aver aiutato a rilanciare l’economia. E no, non stiamo parlando del fatto che ci sono deputati e senatori che rivendicano con orgoglio di spendere mille euro al mese per fare la spesa al supermercato e per i pranzi (rendicontati al centesimo eh!) e al tempo stessi ci spiegano quanto è difficile vivere con tremila euro al mese. In particolare il M5S ci tiene a farci sapere quanto ha aiutato le piccole e medie imprese finanziando il fondo per il microcredito. L’anno scorso Beppe Grillo spiegava agli elettori che il suo partito aveva restituito al popolo italiano ben 80milioni di euro.
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I candidabili non sono ancora stati eletti ma in quanto 5 Stelle stanno già dando un importante contributo alla nostra economia. Come? Ce lo spiega Dario Stipa Carotenuto, attivista napoletano che lavora all’ufficio comunicazione M5S in Parlamento e che a quanto pare si è anche lui iscritto dai candidabili (vedi alle volte la meritocrazia). I concorrenti delle Parlamentarie, fa sapere, hanno versato nelle casse dello Stato circa un milione di euro: «Se tutti i partiti facessero come noi in poche tornate elettorali avremmo risanato i conti pubblici del Paese senza nuove tasse. Altro che 0,02€ a sacchetto. Regalateci un sogno e ne paghiamo pure 50!».
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Il post è dichiaratamente autoironico, ma davvero c’è chi ha calcolato che i 17mila candidati (bisogna tenere infatti conto di quelli che si sono candidati alle Regionali e alle Comunali) hanno versato in marche da bollo per i documenti necessari a poter partecipare alle cliccarie circa 45 euro a testa. Soldi che sono finiti nelle casse statali (certo gli uffici hanno dovuto lavorare di più e la marca da bollo serve per pagare un servizio, non è una donazione). E nessuno ha ancora detto grazie a questi fantastici candidabili che ancora non sono in Parlamento e già stanno salvando il Paese con la loro certificazione d’onestà? E allora diciamoglielo: grazie di cuore! A riveder le stelle marche da bollo!

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