La bella figura del MoVimento 5 Stelle all'incontro con Mattarella

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-21

Il comunicato del Quirinale, irrituale, è servito a intervenire dopo la nota pubblicata dal blog di Beppe Grillo, nella quale erano presenti interpretazioni fantasiose delle parole del Capo dello Stato

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Ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale i Presidenti dei Gruppi parlamentari “MoVimento 5 Stelle” del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, Nunzia Catalfo e Michele Dell’Orco. Al termine degli incontri di solito non si rilascia alcuna nota stampa, ma in questo caso l’Ufficio Stampa del Quirinale ha dovuto farlo: sul sito della presidenza della Repubblica infatti è comparso un comunicato:

L’Ufficio Stampa del Quirinale, a proposito dell’incontro di questa mattina tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i Capigruppo di Senato e Camera del M5S, riferisce, per completezza di informazione, che le parole del Presidente Mattarella riguardo alla maggioranza di governo sono state le seguenti:
“Voi mi dite che alla maggioranza di governo si è aggiunto un gruppo che non ne faceva parte. Il mio parametro di comportamento è la Costituzione. Se ravvisassi motivi per intervenire secondo la Costituzione, lo farei. Non li ho ravvisati”.

La bella figura del MoVimento 5 Stelle all’incontro con Mattarella

In via informale – lo segnala oggi Il Fatto Quotidiano – il Quirinale ha anche fatto sapere che il presidente della Repubblica durante l’incontro ha sostenuto che le mozioni sono “un legittimo diritto dell’opposizione”. Legittimo e non sacrosanto. Sì, perché Catalfo e Dall’Osso subito dopo l’incontro hanno fatto pubblicare sul blog di Beppe Grillo, organo ufficiale del MoVimento 5 Stelle, questo comunicato:

Stamattina abbiamo incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un incontro cordiale e un occasione utile per portare al più alto grado istituzionale le preoccupazioni dei cittadini rispetto a questo delicato frangente della vita pubblica con lo scandalo “Trivellopoli” che si allarga ogni giorno di più e un Governo che risulta sempre più compromesso. Ieri, tra l’altro, il gruppo Ala, dell’impresentabile Denis Verdini – condannato per corruzione e con sei rinvii a giudizio sulle spalle – ha votato la fiducia al Governo Renzi al Senato, dopo averlo già appoggiato in altri voti di fiducia risultando decisivo. In altre parole, Verdini e i suoi sono entrati in maggioranza. Abbiamo quindi chiesto al Capo dello Stato di fare ricorso alle sue prerogative e lui ci ha assicurato che interverrà ‘nei casi previsti dalla Costituzione’. Ovvero quando i voti di Verdini non saranno aggiuntivi a quelli della maggioranza precostituita ma diverranno sostitutivi di un pezzo di maggioranza. Per noi resta grave l’apporto del gruppo Ala, non solo per la sua composizione fatta di cambiacasacche e portatori di interessi vari (ma sempre propri), ma perché è un appoggio stabile e non occasionale.
Con il presidente abbiamo anche parlato della lotta alla corruzione, convenendo tutti che si tratta di una delle priorità del Paese. Così come prioritari sono un piano per l’energia e lo sblocco delle infrastrutture nel Meridione d’Italia: in questi ambiti abbiamo apprezzato il fatto che per il Capo dello Stato il lavoro del MoVimento 5 Stelle nelle camere risulta molto utile. Il presidente, infatti, stima quanto stiamo facendo notando come siamo il gruppo più attivo e più presente in Parlamento.
Infine abbiamo condiviso la preoccupazione sulla ricorso continuo alla decretazione d’urgenza da parte del Governo, mentre i progetti di legge restano incagliati in commissione e superati dai provvedimenti dell’esecutivo, come sta avvenendo, ad esempio, con il reddito di cittadinanza in Senato. E siamo soddisfatti che per il sommo garante dell’ordine costituzionale le mozioni di sfiducia siano sacrosante.

Le frasi in corsivo sono quelle contestate: Mattarella non ha sostenuto che “interverrà nei casi previsti dalla Costituzione”, come hanno scritto Catalfo e Dall’Osso, ma ha detto che a suo parere, Costituzione alla mano, non deve intervenire. I grillini hanno molto elegantemente “saltato” il diniego di Mattarella e “aggiunto” che il presidente della Repubblica interverrà, spiegando che lo farà se i voti di Verdini, invece che aggiuntivi, diventeranno sostitutivi. Riguardo il “sacrosanto” al posto di “legittimo” la correzione di Mattarella è spiegabilissima: con il “sacrosante” sembrava che il presidente le ritenesse “giuste” e “necessarie” visto che il governo, a loro parere, aveva fatto qualcosa di male. Con il “legittime” invece Mattarella intende dire che l’opposizione può farle, ma che lui non entra in valutazioni di merito sulle stesse: come è tra l’altro prerogativa della presidenza della Repubblica. Una bella lezione di Costituzione ai presunti difensori della Carta che però non sembrano conoscerla benissimo. La fantasia al potere.

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