Monocomponente: come il governo sta andando a sbattere sul decreto vaccini obbligatori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-07-19

Il Senato ha approvato l’emendamento sui vaccini monocomponenti. Ma è improbabile che il SSN sia in grado di soddisfare la richiesta di vaccini “monovalenti” che dal punto di vista scientifico non sono più sicuri e più economici dei vaccini coniugati come l’esavalente

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Monocomponente o monovalente. Il governo e la maggioranza che lo regge stanno per andare a sbattere sul decreto vaccini obbligatori. Tutto sta succedendo per un emendamento riformulato dalla relatrice Patrizia Manassero (Pd) che amplia il comma 2 (quello che esonera dall’obbligo di vaccinazione gli individui immunizzati da malattia naturale), imponendo la vaccinazione «in formulazione monocomponente o combinata in cui sia assente l’antigene per la malattia infettiva per la quale sussiste l’immunizzazione».

Come il governo sta andando a sbattere sul decreto vaccini obbligatori

L’emendamento introduce di conseguenza il comma 2-bis, secondo cui le procedure d’acquisto centralizzate per i vaccini obbligatori «riguardano anche i vaccini in formulazione monocomponente». Sul punto la maggioranza già ridotta del Senato sta andando in frantumi. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso parere contrario, osservando che “non ha senso da un punto di vista tecnico-scientifico, rispetto agli obiettivi che si sta proponendo il governo” con il decreto. Ma il senatore Stefano Esposito, componente dei Giovani Turchi di Matteo Orfini, ha annunciato voto in dissenso dal gruppo sul punto.

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Fonte: Corriere della Sera del 08/06/2017

“Lo Stato ha una valenza superiore all’impresa e per questo voterò in dissenso dal mio Gruppo”, ha detto in Aula. “Il dovere che abbiamo come legislatori è che sul vaccino in formulazione monocomponente è lo Stato a decidere se serve e in tal caso lo spiega alle industrie farmaceutiche. Questa è la posizione politica seria di un Parlamento che sta affrontando un’emergenza”. “Le motivazioni e le argomentazioni rispetto all’industria e alla sua organizzazione dovrebbero star fuori da questa Assemblea”. “Signor ministro – prosegue – bisogna aver rispetto dei parlamentari e del sottoscritto, che è ignorante in tema scientifico, ma che ha una sensibilità che non è quella che abbiamo sentito con discorsi surreali. Non sono un complottista, né un no global, sono un genitore che vaccina i figli e che ha continuato a farlo ben prima del varo del dl in esame”. Esposito ha ricevuto applausi dal suo gruppo, M5S, Lega, Misto e SI.

Monocomponente o monovalente

La commissione Bilancio del Senato ha dato parere “non ostativo” all’emendamento relativo al vaccino monocomponente, presentato dalla relatrice al decreto sui vaccini, Patrizia Manassero (Pd), durante l’esame del provvedimento in aula al Senato. Il parere è condizionato all’inserimento, nel testo, della clausola “nei limiti delle disponibilità del Servizio sanitario nazionale”. Ma è proprio tutto qui il punto della vicenda. Perché attualmente non è detto che il SSN abbia a disposizione vaccini monocomponente per poter soddisfare la richiesta della legge.
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Ad esempio esistono vaccini singoli contro l’Epatite B che generalmente viene somministrato negli adulti mentre nelle vaccinazioni pediatriche quella contro l’Epatite B fa parte del vaccino esavalente. Esistono vaccini singoli contro il Meningococco B e contro il Meningococco C (quest’ultimo non esiste nella formulazione di vaccino combinato o coniugato). Esiste naturalmente anche la formulazione singola del vaccino contro il tetano che viene somministrata ad esempio come profilassi in caso di tagli da oggetti metallici. Il problema di questo discorso riguarda principalmente le formulazioni del vaccino contro morbillo-parotite e rosolia (MPR/MMR) e il vaccino esavalente (Difterite-tetano-pertosse, Polio, Hib, Epatite B).

La questione di trivalente e esavalente in versione “monocomponente”

Nel primo caso però bisogna tenere conto del piano strategico messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per assicurare a livello mondiale la riduzione della mortalità da morbillo. In particolare per quanto riguarda l’Europa nel 2005 l’OMS ha ritenuto di rafforzare con il Piano strategico ―Eliminating measles and rubella and preventing congenital rubella infection. WHO European Region strategic plan 2005–2010 – il piano di eradicazione di morbillo e rosolia.  A settembre 2010 il Comitato Regionale dell’OMS per l’Europa ha stabilito lo spostamento degli obiettivi di eliminazione del morbillo e della rosolia e della riduzione dei casi di rosolia congenita nella Regione al 2015. Il piano è stato recepito anche dall’Italia.
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Diverso è il discorso relativo all’esavalente. Gli studi clinici riportati dall’ISS dimostrano che la somministrazione contemporanea del vaccino esavalente “oltre a non determinare un aumento degli effetti collaterali severi, non produce una risposta inferiore rispetto alla somministrazione separata dei due vaccini”. Non c’è alcuna convenienza nell’avere i vaccini singoli se non quella di non fare “un favore a Big Pharma”. Ma la casa farmaceutica che produce l’esavalente  – la Glaxo Smith-Kline – produce (o è in grado di farlo) ad esempio anche i vaccini. La casa farmaceutica quindi ci guadagnerebbe lo stesso, con lo svantaggio che non ha senso dal punto di vista logico tornare a utilizzare vaccini con formulazioni “vecchie” quando se ne ha disposizioni di più moderne.
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Inoltre va tenuto conto che l’avviamento della “produzione” di un vaccino non è facile (e quindi nemmeno economico) quanto la produzione di un farmaco generico. Produrre un vaccino monovalente ha i suoi costi, che partono innanzitutto dalla necessità di isolare il virus (o eventualmente acquistarlo) e successivamente avviare la coltivazione del vaccino. L’emendamento approvato oggi al Senato però non va minimamente a risolvere la questione dei vaccini monocomponente perché stabilisce che debbano essere forniti “nei limiti delle disponibilità del Servizio Nazionale Sanitario”. È evidente che se il SSN non ha disponibilità dei vaccini monovalenti non è tenuto (leggasi obbligato) a fornirli.

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