Misha Ares, la donna che sussurra agli agnelli (e li salva dal macello)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-06

La singolare iniziativa di una ragazza friulana che ha deciso di comprare quanti più agnelli possibile (aiutata da una colletta via Internet) per salvarli dalla “strage di Pasqua” e darli in adozione alle fattorie didattiche

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Quello di Pasqua è notoriamente un periodo difficile dell’anno per gli agnelli. E come ogni anno l’Internet si prepara a diventare il grande terreno di scontro tra animalisti che tirano fuori foto di candidi agnellini innocenti mandati al macello e carnivori che rispondono con foto di grigliate e arrosti. Questo è però solo un modo di affrontare il problema, ed è un modo che difficilmente contribuirà a trovare una soluzione. Però c’è chi – nel suo piccolo – ha trovato un modo per affrontare la questione da un altro punto di vista ovvero comprare gli agnellini per salvarli da morte certa e darli in affido per garantire loro una vita migliore. Ad esempio l’animalista friulana Misha Ares – il cui vero nome è Michela Cossetto – fondatrice dell’Associazione Il sentiero di Ares che si occupa di accogliere cani anziani affetti da malattie in fase terminale.

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Alcuni degli agnelli salvati da Misha [Fonte: Facebook.com]

«Una piccola goccia in un mare di sangue»

A San Giorgio di Nogaro (Udine) con la sua Associazione Michela dona un briciolo di speranza a quei cani che – nella maggior parte dei casi – hanno vissuto tutta una vita in canile e nessuno vuole adottare perché ormai troppo vecchi e malandati ma da qualche tempo ha lanciato una campagna molto più ambiziosa: comprare e “riscattare” quanti più agnelli possibile per salvarli dalla fine che li attende per Pasqua. Alcuni di questi agnelli vivono con Misha nella fattoria dove la ragazza abita con il compagno e la figlia ma la maggior parte sono stati dati in affido ad altri enti e associazioni che si sono offerti di ospitarli.

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Uno degli agnelli salvati dall’associazione di Michela Cossetto [Fonte: Facebook.com]
Ovviamente le difficoltà di un’operazione del genere sono maggiori rispetto a tutti coloro che si impegnano per trovare un’adozione a cani abbandonati e randagi perché non tutti hanno la possibilità di adottare un agnello visto che in pochi mesi l’animale diventa una pecora e che è quindi necessario avere sufficiente spazio per consentire all’animale di vivere una vita serena. Insomma non basta un giardino per potersi prendere cura di una pecora e così molti degli agnelli prendono la strada delle fattorie didattiche. Michela ha una fattoria dove ha accolto tre agnelli (perché sono animali che devono vivere in gregge e non possono stare da soli) diversi cani, gatti e anche qualche nutria.
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La storia di Misha Ares

Quella di Misha/Michela e della sua famiglia è una battaglia contro i mulini a vento e anche lei sa che salvare quindici agnelli rispetto alle migliaia che sono stato o che verranno macellati in queste settimane non sposta di una virgola la questione. Alcuni hanno criticato anche la sua scelta di comprare gli animali perché in questo modo sta dando “valore monetario alla vita”. Ma questo è un problema relativo, più teorico che pratico, perché il suo obiettivo è quello di sensibilizzare le persone su quella che considera una tradizione crudele. Quest’anno Misha è riuscita a far adottare 36 agnelli e la sua iniziativa ha già incuriosito diversi quotidiani e anche Libero ha raccontato la storia della Signora degli agnelli che salva gli animali dalla “strage di Pasqua”.
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Ora che questa “campagna di Pasqua” è finita Misha ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alla colletta e che si sono resi disponibili ad aiutare ma racconta anche della difficoltà che ha avuto nel dover avere a che fare con un mondo (quello degli allevatori) che fa decisamente fatica a comprendere le istanze degli animalisti anche quando vogliono “riscattare” gli agnellini. A quanto pare però da parte degli allevatori non c’è stato alcun problema nel venire incontro alle richieste di Michela perché in fondo quello che conta per loro è il fatto di essere pagati. Ed è tutto qui il limite di questa iniziativa perché gli agnelli continueranno ad essere comprati e venduti. Per qualcuno questo non è un problema, altri invece vogliono mettersi in pace la coscienza e trovando inutile condividere immagini raccapriccianti su Facebook hanno trovato questa strada. Ed in fondo le condivisioni indignate non salvano nemmeno un agnello, l’associazione di Misha sì.

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