Mirko Lazzari: il consigliere leghista che non conosce la legge italiana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-01-26

Nel bolognese c’è chi se la prende perché non è stata votata una mozione leghista anti-burqa. E nel frattempo la Lega “civile” nega i diritti civili agli altri

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Mirko Lazzari è un consigliere della Lega Nord di Baricella, un piccolo comune di seimila abitanti nell’hinterland bolognese governato dal 2009 dalla coalizione di centro-sinistra che sostiene il sindaco Andrea Bottazzi. Qualche giorno fa il gruppo consiliare della Lega Nord aveva proposto un emendamento anti-burqa (loro scrivono burca) con l’evidente intento di evitare l’islamizzazione del paesello e il conseguente arrivo dei terroristi dell’ISIS. Ovviamente la mozione “per bandire il burca” è stata bocciata dalla maggioranza e così il Lazzari si è inventato questa originalissima “provocazione”.

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Il consigliere leghista Mirko Lazzari vestito da Diabolik per carnevale (fonte: Facebook.com)

La solita battaglia a fini promozionali

Se a Baricella le donne musulmane possono girare con il “burca” allora Lazzari per protesta se ne andrà in giro per il comune “abbindato” con un bel passamontagna nero. Chissà cosa succederà quando andrà dai carabinieri, in banca o a scuola (in effetti a scuola dovrebbe andarci). Ma ovviamente questa situazione è tutta colpa del PD che si richiama a vecchie sentenze che ormai non contano più nulla solo per dare ragione ai loro amichetti i musulmani. Cosa ci toccherà sentire signora mia? Magari di corsi di arabo a scuola?

Provocazione: dato che a Baricella la sinistra ha bocciato la nostra mozione per bandire il burca e per girare sempre a volto scoperto e riconoscibile,
Adesso vado in giro per il Comune così abbindato. Voglio vedere cosa succede se mi presento così dai carabinieri, in banca, dal gioielliere, in municipio, al parco, a scuola…
Pur di sottomettersi agli invasori mussulmani, i nostri collaborazionisti del PD e affini sono riusciti a definire che si possa andare in giro per Baricella col volto travisato! Se ti fermano l’importante è dire che è per motivi religiosi…..
E poi parlano di seria lotta alla delinquenza e all’illegalità!!!
P.s. la scusa per cassare la nostra mozione è stata un elenco di sentenze vecchie come il cucco e decontestualizzate.
Oramai pur di prostrarsi ai mussulmani non sanno più cosa tirare fuori.
A quando i corsi di arabo a scuola, le moschee, bandire l’aceto dalle mense e le spose-bambine?

In realtà come il Lazzari fa e finge di non sapere c’è una legge (datata 1975) che vieta esplicitamente

l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. È in ogni caso vietato l’uso predetto in occasione di manifestazioni che si svolgano in luogo pubblico o aperto al pubblico, tranne quelle di carattere sportivo che tale uso comportino.

Le sentenze cui fa riferimento Lazzari nel suo post sono quelle riguardanti il niqab (che è cosa ben diversa dal burqa) in particolare quella emessa dal tribunale di Treviso nel 2005 che ravvisava nella religione un giustificato motivo per indossarlo. Questa sparata della Lega Nord di Baricella non è molto diversa da quella del Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che voleva vietare l’accesso agli edifici pubblici a tutte le donne che indossavano burqa e niqab. È proprio vero che tutto il mondo è paese, almeno in casa Lega 2.0. All’epoca il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ricordò a Maroni che «Siccome c’è la legge, non si avverte l’esigenza di inventarsene di nuove, che appaiono di sapore simbolico-propagandistico. Noi dobbiamo rispondere con la capacità di assicurare sicurezza e di far rispettare le leggi del nostro Paese». Ma questo a Mirko Lazzari evidentemente non interessa, in fondo lui è per la Repubblica di Baricella (come recita la sua mail).

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Nella Repubblica Felsinea non c’è una legge sul burqa, questo è quello che succede ad abbandonare lo Stato italiano

Ma in fondo su una cosa leghisti della Padania e musulmani del Califfato sono d’accordo, negare i diritti agli omosessuali.
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Ed è interessante che subito dopo aver detto NO ai matrimoni tra persone dello stesso sesso i leghisti utilizzino lo slogan della campagna pro-unioni civili e la foto tratta da un filmato dell’ISIS dove venivano uccisi gli omosessuali scaraventandoli giù dai palazzi per dire che è ora di essere civili e dire basta all’invasione. Ma forse per quelli dell’ISIS c’è posto in Italia.
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