«Mio padre nella lista P2 per sbaglio»

Emanuela Del Re difende la memoria del genitore ("era un benefattore") ma dice anche che "oggi la massoneria non è nulla di sconvolgente"

Ilario Lombardo sulla Stampa di oggi racconta il colloquio avuto con Emanuela Del Re, “candidata ministra” degli Esteri per il MoVimento 5 Stelle, il cui padre era nelle liste della loggia massonica P2. La Del Re difende la memoria del padre ma dice anche cose interessanti sulla massoneria:



Ma poi, mentre chiede che venga fuori dall’articolo come abbia difeso il buon nome del padre, si lascia scappare commenti sulla massoneria che stonano con le posizioni nette che anche recentemente ha preso il Movimento con cui si è candidata. Dice che il padre «fu coinvolto suo malgrado per un disguido», che la storia «è marginale e lo dimostra il fatto che non ci fu alcuna conseguenza penale».

Fu il clima di quegli anni, sostiene la professoressa, a creare confusione. «Al tempo ci fu una caccia alle streghe» dice prima di correggersi: «Non vorrei essere male interpretata». Sono passate le 23 di giovedì sera quando avviene questa telefonata. Del Re è scossa. Però afferma chiaramente di condividere l’idea «che oggi la massoneria non sia nulla di così sconvolgente».



Una convinzione che non sembra in linea con quanto sostenuto dal suo leader, Luigi Di Maio, che ha espulso quattro candidati ancora in corsa nel M5S perché con un passato nella massoneria.



«Mio padre era un benefattore, fu estraneo a quella vicenda. Ha avuto una vita rispettabilissima. Se non sbaglio la stessa cosa è accaduta a Maurizio Costanzo. E poi in tutta quella storia non ci fu un processo, né tantomeno alcuna condanna penale. Ricordo un’interrogazione parlamentare. Nessuna conseguenza. È una storia che avete tirato fuori solo per colpire il Movimento e che non c’entra nulla con la mia carriera di ricercatrice».

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