Milano batte Roma 11 a 1 sugli investimenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-15

La mappa della spesa dei sindaci nelle grandi città italiane: nella Capitale il 92% degli impegni va alle voci correnti che dominano anche a Torino e Bologna

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Un’analisi dei bilanci dei principali comuni italiani oggi pubblicata dal Sole 24 Ore in un articolo a firma di Gianni Trovati mostra la distanza abissale tra Milano e Roma nell’impiego dell risorse economiche. I numeri dei preventivi 2018 appena approvati dalle città (la scadenza era il 31 marzo) indicano che in rapporto agli abitanti Milano batte Roma 11 a 1 nei programmi di investimento, e che le spese correnti dominano anche a Torino e Bologna. Qualche sorpresa arriva dai conti di Napoli, che stando ai programmi ha in proporzione il costo del personale più leggero fra le grandi, mentre rientra fra i fenomeni più prevedibili il dominio fiorentino nella spesa per i beni culturali o quello milanese alla voce «sviluppo economico».

La Capitale ha messo in programma per quest’anno una spesa da 467,5 milioni di euro, che significano 163 euro ad abitante e una flessione del 15% rispetto al preventivo dello scorso anno. A Milano la stessa casella registra 2,41 miliardi (-3,1% rispetto alle previsioni 2017), cioè 1.786 euro ad abitante: 11 volte tanto il dato capitolino. Per centrare l’obiettivo, Palazzo Marino dovrà riuscire anche a portare al traguardo l’ambizioso piano di alienazioni immobiliari che dovrebbe portare in cassa 834 milioni. Anche perché lo stock di debito già accumulato nel passato costa già 205 euro ad abitante fra interessi e quota capitale.

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Una parte dell’analisi del Sole 24 Ore sui bilanci dei comuni italiani (15 aprile 2018)

Una distanza di valori così stellare si spiega con la diversa struttura dei due Comuni, plasmata dal territorio (Roma è grande oltre sette volte Milano) e soprattutto con una storia che negli anni ha schiacciato il Campidoglio sotto il peso di una spesa corrente rigida e di una difficoltà amministrativa a programmare e realizzare nuove opere.

Le conseguenze pratiche di questa gestione si incontrano per esempio per strada, cioè alla voce «trasporti e mobilità», a cui Roma dedica 293 milioni in conto capitale contro gli 1,34 miliardi di Milano (cifra che non considera i costi della nuova linea metropolitana, la M4, che transitano per la società di scopo in cui Palazzo Marino ha i due terzi delle quote). Roma non investe perché impossibilitata a farlo a causa del debito pregresso e della spesa ordinaria troppo alta. E così il divario con le altre città italiane ed europee negli anni continua ad aumentare.

Leggi sull’argomento: Così il Comune di Roma “dimentica” e taglia gli investimenti in trasporti e istruzione

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