Maurizio Buccarella “spiega” perché si è tenuto i soldi che doveva donare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-02-16

Intervistato dal Fatto, l’avvocato e senatore spiega: «Tutto questo mi è successo perché stando in Parlamento mi sono reso conto che l’impegno da eletto mi assorbiva quasi sette giorni su sette. Non rimaneva tempo né possibilità di poter seguire la mia attività professionale»

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L’avvocato e senatore Maurizio Buccarella, chiamato in causa dalle Iene tra i parlamentari del MoVimento 5 Stelle che non avevano donato quanto promesso al fondo del microcredito, qualche giorno fa aveva “confessato” di non aver versato 12mila euro e urlato al complotto dei giornalisti cattivi contro i grillini per spiegare la sua situazione, sostenendo di aver annullato gli ultimi bonifici perché aveva intenzione di cambiare conto ma di essersene successivamente dimenticato. Luigi Di Maio ha invece sostenuto che l’ammontare di quello che manca per il senatore e avvocato Maurizio Buccarella è di 137mila euro. Appurato quindi che dodicimila euro di ammanco sono imputabili ai giornalisti cattivi mentre evidentemente gli altri 125mila sono tutti suoi (e che l’avvocato Buccarella ha mentito all’opinione pubblica e ai grillini iscritti alla sua pagina fan con quel comunicato surreale di qualche giorno fa), oggi il senatore ha parlato con il giornalista (buono o cattivo?) Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano per fornire ulteriori spiegazioni. Stavolta, noterete, non ha parlato di complotti:

Tutto questo mi è successo perché stando in Parlamento mi sono reso conto che l’impegno da eletto mi assorbiva quasi sette giorni su sette. Non rimaneva tempo né possibilità di poter seguire la mia attività professionale.

È un problema comune a tanti avvocati eletti in Parlamento.
Lo so, ma io sono un piccolo avvocato, non sto in un grande studio con altri soci. E non ho mai avuto appoggi politici o incarichi in società o di altro tipo.

Sta dicendo che l’incarico da senatore ha danneggiato la sua attività?
Le faccio un esempio: a breve verrò cancellato dell’elenco dei difensori d’ufficio. E per me era una fonte di guadagno importante.

Ma prima di entrare in Parlamento non immaginava che sarebbe potuto accadere?
Non mi aspettavo un impegno così totalizzante. E nel frattempo avevo i costi fissi da affrontare per la mia professione, di fatto congelata.

maurizio buccarella
Il post di Maurizio Buccarella su Facebook

Insomma secondo Buccarella i costi fissi della sua professione ammontavano a più di centomila euro (può darsi) ed evidentemente non poteva ripianarli con il guadagno che gli derivava dal’essere un senatore della Repubblica italiana.

Però in questi anni ha percepito uno stipendio mensile di 3.300 euro netto. E non è una cifra bassa.
Lo so, ma non è questo il punto. In certi anni avevo guadagnato di più, in altri di meno. Ma il tema è che ho gradatamente perso il mio lavoro e il mio posto nella società civile. E per i liberi professionisti o i piccoli imprenditori questo è un vero problema.

Perché inizialmente ha dichiarato di avere commesso una leggerezza solo su tre bonifici?
Quello che avevo scritto su quei tre bonifici era vero, anche se non era tutto. Ho provato un sentimento umano, quello della paura.

Evidentemente è per paura che ha ritenuto di dover aizzare l’odio nei confronti della categoria dei giornalisti per nascondere di aver incassato molti più soldi di quelli che aveva “confessato”. Un comportamento davvero specchiato. Ah, il reddito di Buccarella prima di entrare in Parlamento era di 11mila euro ed evidentemente con quegli undicimila euro riusciva a tenere in piedi il suo studio e la sua professione.

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Undicimila per cinque (anni di legislatura) fa 55mila. Ho finito, vostro onore.

Leggi sull’argomento: Quando i protagonisti della Rimborsopoli M5S gliele cantavano alla “casta”

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