Matteo Renzi e l'ossessione di De Bortoli: un fact checking

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-13

L’ex premier al Foglio va all’attacco del direttore del Corriere mischiando candidature in RAI, accuse curiose e risposte fuori tema. Vediamo cosa è accaduto in realtà

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Matteo Renzi rompe il silenzio nella vicenda De Bortoli con un’intervista al Foglio nella quale, come suo costume, mischia slogan a risposte del tipo “Che ora è?”, “Venerdì” con la normale intenzione di buttarla in caciara. Renzi comincia la replica con un elogio a Giuliano Ferrara per quello che ha scritto sul Foglio, al quale dedica i “92 minuti di applausi” fantozziani e che sicuramente farà giubilare ognuno, vista la grande simpatia di cui gode Ferrara sia a sinistra che a destra (per i più tardi: l’affermazione precedente è ironica).

“Le parole definitive sul caso Boschi-Unicredit arrivano dal vostro Giuliano Ferrara. Parole definitive, da scolpire, e quando ho letto il suo articolo di giovedì scorso sono partiti 92 minuti di applausi”. “De Bortoli ha fatto il direttore dei principali quotidiani italiani per quasi vent’anni e ora spiega che i poteri forti in Italia risiedono a Laterina? Chi ci crede è bravo.
Ma voglio dire di più. Ferruccio de Bortoli ha una ossessione personale per me che stupisce anche i suoi amici. Quando vado a Milano, mi chiedono: ma che gli hai fatto a Ferruccio? Boh. Non lo so. Forse perché non mi conosce. Forse perché dà a me la colpa perché non ha avuto i voti per entrare nel Cda della Rai e lo capisco: essere bocciato da una commissione parlamentare non è piacevole. Ma può succedere, non mi pare la fine del mondo”.

L’argomento “Lei è ossessionato da me”, poi, non si addice a un rottamatore visto che era utilizzato già, e a sproposito, nello scorso decennio dal campione mondiale di rilevamento di ossessioni altrui, ovvero Silvio Berlusconi (“giudici ossessionati perché indagano sempre il Cav.” e così via. Poi Renzi si difende da un’accusa che nessuno in realtà ha mosso (“i poteri forti sono a Laterina”) e cerca di collegare la bocciatura della candidatura di De Bortoli alla RAI con l’atteggiamento del direttore del Corriere della Sera. In realtà mentre la candidatura di De Bortoli in RAI fu naturalmente bocciata (non da una commissione parlamentare, ma dai renziani) perché proveniente dalla minoranza PD che poi ha lasciato il partito, Ferruccio all’epoca della candidatura aveva già scritto l’editoriale sul Patto del Nazareno e lo stantìo odore di massoneria che tanto aveva fatto arrabbiare Renzi. Seguendo la logica dell’ex premier, allora dovrebbero essere i renziani ad essere ossessionati dal direttore del Corriere.

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Pagina 209 del libro di Ferruccio De Bortoli “Poteri forti (o quasi)”

Poi Renzi entra nel merito. E qui ha ragione nel dimensionare la questione di Banca Etruria all’interno del sistema creditizio italiano e a ricostruire cronologicamente i fatti che smentiscono la “favola” di una famiglia Boschi padrona della banca. Vero che l’Etruria era una banca piccola, vero che la vigilanza bancaria è intervenuta tardi e male, vero che è stato il governo Renzi a commissariare Banca Etruria. Tutto ciò però non cambia la questione di cui si dibatte oggi: l’intervento di Boschi su Ghizzoni è stato inopportuno vista la sua posizione.
 

Che Unicredit studiasse il dossier Etruria è il segreto di Pulcinella. Praticamente tutte le banche d’ Italia hanno visto il dossier Etruria in quella fase. Come pure il dossier Ferrara, il dossier Chieti, il dossier Banca Marche. Lo hanno visto tutti e nessuno ha fatto niente. Arriverà un giorno in cui si chiariranno le responsabilità a vari livelli e se c’ e’ un motivo per cui sono contento che la legislatura vada avanti fino ad aprile 2018 e’ che avremo molto tempo per studiare i comportamenti di tutte le istituzioni competenti. Cioè, competenti per modo di dire.
Non vedo l’ ora che la commissione d’ Inchiesta inizi a lavorare. Come spiega sempre il professor Fortis, collaboratore del Foglio, Banca Etruria rappresenta meno del 2 per cento delle perdite delle banche nel periodo 2011-2016. Boschi senior è stato vicepresidente non esecutivo per otto mesi e poi noi lo abbiamo commissariato: mi pare che non sia stato neanche rinviato a giudizio. Se vogliamo parlare delle banche, parliamone. Ma sul serio.

Infine:

Per concludere vorrei ricordare un dettaglio. Ferruccio de Bortoli ha detto falsità su Marco Carrai. Ha detto falsità sulla vicenda dell’albergo in cui ero con la mia famiglia. Ha detto falsità sui miei rapporti con la massoneria. Non so chi sia la sua fonte e non mi interessa. So che è ossessionato da me. Ma io non lo sono da lui. E’ stato un giornalista di lungo corso, gli faccio i miei auguri per il futuro e spero che il suo libro venda tanto”.

Nell’ultima replica Renzi racconta l’episodio che ha visto protagonista Marco Carrai (scrisse che Viola era stato avvertito da Carrai della sua imminente sostituzione al vertice di MPS; poi si scusò perché l’sms arrivò in effetti dopo), lo confonde con la vicenda di cui è stato protagonista Marco Galluzzo e dice che sulla vicenda ha detto falsità ma non dice quali siano. Infine accusa ancora FdB di essere ossessionato da lui e chiama in causa le vendite del libro come ultima accusa maliziosa. Per uno che non è ossessionato da De Bortoli, sembra davvero caricato a pallettoni…
EDIT: Sul Corriere De Bortoli risponde a Renzi:

Segnalo all’ex premier che avendo detto due volte no alla proposta di fare il presidente, non era tra le mie ambizioni essere eletto nel cda della Rai. Visto quello che sta accadendo, ringrazio di cuore per non avermi votato. Non avrei potuto comunque accettare avendo firmato un patto di non concorrenza. Io non ho mai scritto che è un massone, mi sono solo limitato a porre l’interrogativo sul ruolo della massoneria in alcune vicende politiche e bancarie. Ruolo emerso, per esempio, nel caso di Banca Etruria. Ho commesso degli errori, certo. Nel libro ne ammetto diversi in oltre quarant’anni. Come quello – in un articolo pubblicato sul Corriere sul caso JpMorgan -Mps – della data di un sms solidale inviato da Marco Carrai a Fabrizio Viola, licenziato proprio dal suo governo. Non so quali falsità siano state scritte sul soggiorno a Forte dei Marmi nell’estate del 2014. Mi aspetterei invece da Renzi che chieda scusa al collega del Corriere che, in quella occasione, stava facendo il suo lavoro e alloggiava nell’hotel. L’inviato venne minacciato dalla scorta che gli intimò di andarsene. E gli faccio i miei migliori auguri per il suo libro che uscirà a breve.

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