La storia dei 100mila euro alla fondazione di Renzi dal cognato di Briatore

Il Fatto racconta di Antonio Scaramuzzino e della segnalazione come operazione sospetta da parte dell'UIF

Marco Lillo e Valeria Pacelli sul Fatto Quotidiano di oggi raccontano di un finanziamento da 100mila euro alla Fondazione Open di Matteo Renzi è stato segnalato come operazione sospetta dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia che vigila sul riciclaggio:



La donazione è stata effettuata il primo luglio 2016 dalla società Golden Production Srl che ha poi cambiato denominazione in Au79 Produzione & Servizi Srl. La società, che si occupa di cinema ed eventi, è stata fondata nell’agosto del 2014 da Antonio Scaramuzzino, 36 anni, cognato di Flavio Briatore (ha sposato la sorella di Elisabetta Gregoraci). Scaramuzzino ha avuto una grana giudiziaria quando era un funzionario della So.Ri.Cal.,società mista (53,5% Regione Calabria; 46,5 gruppo Veolia) dell’acqua , in liquidazione.
Era procuratore speciale della società ed è stato arrestato nel 2012 nell’operazione “Ceralacca” della Procura di Reggio Calabria perturbativa di gara, ma anche in quanto minacciava un collega“di rivelare una sua presunta relazione extraconiugale al fine di costringerlo a non occuparsi delle procedure di assegnazione degli appalti”. L’indagine aveva al centro un gruppo di imprenditori di Gioia Tauro, i Bagalà, accusati pure di avere bruciato l’auto del funzionario nel mirino.


Il processo è in corso ancora in primo grado e Scaramuzzino, difeso da Nico D’Ascola e Francesco Gambardella, confida di essere assolto:



“Mi sono difeso nel merito e da cinque anni aspetto l’as soluzione. Qui la presunzione di innocenza non vale: sono dovuto venire a Roma a rifarmi una vita e un’attività imprenditoriale e ora voi giornalisti cominciate a farmi domande su un finanziamento assolutamente trasparente”, ci risponde. […] Ad insospettire l’Uif non sono stati i precedenti guai di Scaramuzzino, ma il fatto che la società tre mesi prima del bonifico alla Open aveva ricevuto, nel maggio del 2017, un pagamento di 75 mila euro dalla la Maloa Italia Srl, azienda che si occupa di carburanti.
Su questo pagamento Scaramuzzino spiega: “Non c’è alcuna connessione tra questi 75 mila euro e la donazione alla Open. Maloa ha fatto con noi un’associazione in partecipazione per produrre una prima opera che ha concorso ai finanziamenti del ministero senza ottenerli”.

Foto di Antonio Scaramuzzino da Soveratiamo