Mattarellum, chi vince?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-30

Una simulazione dei risultati delle elezioni con il Mattarellum ci fornisce una stima di come potrebbero finire le elezioni e chi vincerebbe con l’adozione di questo sistema elettorale

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Una simulazione dei risultati delle elezioni con il Mattarellum pubblicata oggi da Repubblica ci fornisce una stima di come potrebbero finire le elezioni e chi vincerebbe con l’adozione di questo sistema elettorale. Il Mattarellum dovrà gestire il passaggio da un sistema bipolare ad uno tripolare, che vede oggi i 5 Stelle in campo accanto a centrosinistra e centrodestra. Inoltre rispetto al Porcellum (con cui si votò nel 2013) il Mattarellum (75% di maggioritario, 25% di proporzionale) introduce fattori in grado di spostare consensi: la capacità attrattiva dei candidati di collegio, la necessità di coalizzarsi. Nelle quattro diverse simulazioni del Mattarellum elaborate da Salvatore Vassallo, docente di Scienza politica all’università di Bologna, sulla base della distribuzione territoriale del voto 2013 (escluse Valle d’Aosta e estero) ecco come cambierebbe la composizione della Camera e del Senato. La prima simulazione è stata effettuata con i risultati delle elezioni politiche 2013, “spacchettando” i voti di Scelta Civica e assegnandone il 60% al centrodestra e il 40% al centrosinistra: in questo caso il centrodestra avrebbe la maggioranza relativa alla Camera e al Senato, senza centrarla in nessuna delle due ali del Parlamento.
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Con una crescita del centrosinistra rispetto al 2013, invece, il centrosinistra conquisterebbe la maggioranza al Senato ma non alla Camera dove sarebbe poi necessario un patto con il centrodestra per governare.
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Se i 5 Stelle aumentano i loro consensi rispetto al 2013, invece, a discapito di centrodestra e centrosinistra, e arrivano al 31% alla Camera, dove otterrebbero 189 seggi, e a 73 al Senato, neanche loro avrebbero la maggioranza.
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Infine, con la crescita del centrodestra unito rispetto al 2013 si potrebbe invece avere una maggioranza stabile sia alla Camera che al Senato (soprattutto), ma la coalizione dovrebbe arrivare ad assommare insieme circa il 40% dei voti: un’ipotesi abbastanza irreale oggi anche se si voterà tra sei mesi minimo.
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