Massimo Colomban: l'attacco mascherato di Renzi sull'assessore M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-02

«Sorprendente che sia stata fatta la proposta a Colomban e che lui abbia accettato l’incarico alle Partecipate, uno che aveva detto certe cose sulla spesa pubblica… ora voglio vederli all’opera nel settore delle grandi aziende dato che la pensa in un certo modo; è fantastica una scelta del genere auguri a Colomban e auguri che …

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«Sorprendente che sia stata fatta la proposta a Colomban e che lui abbia accettato l’incarico alle Partecipate, uno che aveva detto certe cose sulla spesa pubblica… ora voglio vederli all’opera nel settore delle grandi aziende dato che la pensa in un certo modo; è fantastica una scelta del genere auguri a Colomban e auguri che riesca a portare a casa quello che ha detto»: Matteo Renzi alla scuola di formazione del Pd decide di attaccare sorridendo il MoVimento 5 Stelle per la nomina di Massimo Colomban alle Partecipate romane. A cosa si sta riferendo Renzi?
Trevigiano, fondatore di Permasteelisa, colosso mondiale delle architetture monumentali, Colomban è anche finanziatore di startup e leader di Confapri (industriali vicino a Grillo), vicino a Gianroberto Casaleggio che portò a Treviso. Colomban “promosse” proprio Matteo Renzi all’epoca dell’approdo di quest’ultimo a Palazzo Chigi. Ma i complimenti del premier sono velenosi e mettono il dito in una piaga che presto andrà a incancrenirsi: in molte dichiarazioni pubbliche e riferendosi alla sua attività di “risanatore” di aziende pubbliche non è che abbia dimostrato di essere così affine al M5S, che a Roma ha vinto anche grazie ai tanti patti, occulti o palesi, stipulati con i potenti sindacati del Comune e delle Municipalizzate.

E Colomban che idee ha a questo proposito? «Quando ho risanato aziende pubbliche ho tagliato il 40% dei servizi e il 20% della manodopera: erano tutti sprechi vergognosi», ha detto di recente anche in pubblico. E ancora, sulla spesa pubblica: «Ci sono almeno cento, centocinquanta miliardi di spese da tagliare», ha poi aggiunto a La Gabbia. Intendiamoci: le dichiarazioni di Colomban somigliano molto a quelle dei leghisti prima di arrivare al potere in Roma Ladrona: sappiamo tutti poi come è andata a finire (con i soldi pubblici spesi per ristrutturare la casa di Bossi) e può darsi che anche il nuovo assessore si adegui all’andazzo romano. Ma potenzialmente (e al netto delle gaffes sulle metro a Roma) il suo approdo in giunta potrebbe essere scarsamente coerente con i presupposti che hanno fatto vincere a Roma il M5S.
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A titolo di esempio basti ricordare quello che sta succedendo con ATAC. Da mesi le Ferrovie dello Stato hanno segnalato alla Giunta Raggi l’interesse ad acquistare ATAC, argomento anche oggetto di una lettera alla sindaca da parte del ministero delle Infrastrutture a cui la prima cittadina non ha mai risposto. Le Ferrovie però saranno quotate in Borsa nel 2017, anche se la maggioranza delle quote rimarrà ancora in mano pubblica. E poi al governo c’è Renzi. Cosa farà il M5S con Atac? Venderà l’azienda agli odiati nemici o cercherà di risanarla nonostante sia a un passo dal fallimento e abbia richiesto recentemente i 40 milioni  della seconda tranche del prestito accordato dal Comune? In attesa del responso, ecco che le parole di Renzi su Colomban («Sorprendente che sia stata fatta la proposta a Colomban e che lui abbia accettato l’incarico alle Partecipate, uno che aveva detto certe cose sulla spesa pubblica… ora voglio vederli all’opera nel settore delle grandi aziende dato che la pensa in un certo modo») acquistano un significato molto più chiaro.

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