Quando Maroni e la Lega Nord spendevano 46 euro per ogni migrante sbarcato in Italia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-09

Salvini tuona contro l’invasione a reti unificate e si lamenta che spendiamo ben 35 euro a migrante per l’accoglienza. Ma chi ha istituito gli SPRAR? La legge Bossi-Fini. E quanto costava l’accoglienza quando veniva gestita dal ministro dell’Interno Roberto Maroni? Molto più di quello che costa oggi

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Quanto ci costa l’accoglienza dei migranti? Secondo Salvini e la Lega (non più Nord) spendiamo troppo. È la solita litania dei 35 euro al giorno che lo Stato spende per ogni migrante accolto nel nostro Paese. Molti italiani pensano che quei 35 euro finiscano direttamente in tasca degli immigrati. Non è così: sui circa 35 euro pro-capite spesi per lo SPRAR, oltre un terzo va a coprire le retribuzioni di operatori e professionisti. Che generalmente sono italiani. Ai migranti viene dato sì il cosiddetto “pocket money” ma non è che una piccola percentuale del costo totale dell’accoglienza.

È stata la Lega Nord a volere la creazione degli SPRAR

Per Matteo Salvini e i leghisti si tratta di lo stesso di troppi soldi. Prima gli italiani, è il moto della nuova Lega che per convenienza elettorale ha scoperto che l’unità nazionale non è poi una brutta cosa. Salvini, molto attivo nel denunciare i pericoli di questa “invasione” inesistente che prelude ad una “sostituzione etnica” vorrebbe chiudere i centri d’accoglienza e in passato ha proposto di bombardare i barconi, le coste della Libia o di lasciare gli immigranti al largo, in mezzo al mare. Perché gli immigrati sono troppi, perché costano troppo.Matteo Salvini però evita sempre di parlare di chi abbia creato il sistema degli SPRAR, ovvero il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

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Ad istituire lo SPRAR che è coordinato dal Ministero dell’Interno in collaborazione con gli enti locali (comuni e regioni) è stata la legge n.189/2002 meglio nota come Legge Bossi-Fini. Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Quel Bossi è Umberto Bossi, all’epoca segretario della Lega Nord e ministro per le Riforme istituzionali e devoluzione del secondo governo Berlusconi (e oggi candidato con la Lega a Varese). Il 2002 fu un anno ricco di soddisfazioni per la Lega perché come ci ricorda un documento dell’ISTAT in quel periodo, il governo dell’epoca si rese protagonista di un’altra iniziativa sulla quale i leghisti ebbero poco o nulla da eccepire: la regolarizzazione – nel 2002 – di 200.000 immigrati, la maggior parte dei quali nelle province e nelle regioni del Nord (per fare un paragone attualmente gli immigrati irregolari in Italia sono poco più di 400mila). Vale la pena di ricordare che in quel governo la Lega Nord aveva altri due dicasteri di peso: quello della Giustizia, affidato a Roberto Castelli e quello del Lavoro, retto da Roberto Maroni. Sempre durante quella legislatura, nel 2003, il Parlamento ratificò il trattato di Dublino, proprio quello che oggi la Lega Nord contesta duramente come causa “dell’invasione”.

Con la Lega al governo l’accoglienza costava 46 euro al giorno per migrante

Facciamo ora un piccolo salto avanti nel tempo. È il 2011, al governo c’è ancora Berlusconi, al ministero dell’Interno c’è il leghista Roberto Maroni. Esplode la crisi dei migranti dovuta alle cosiddette primavere arabe; gli accordi stretti da Berlusconi con Gheddafi non reggono più perché anche la Libia è travolta dalle proteste e il leader libico viene deposto e ucciso in seguito all’intervento militare occidentale. Succede così che quei migranti che fino ad allora il Colonnello aveva semplicemente rinchiuso all’interno di veri e propri lager possano finalmente uscire e scappare dall’inferno libico. Ne arriveranno 62.292, una cifra importante ma niente in confronto alle successive ondate migratorie di questi anni (nel 2014 ad esempio ne sbarcarono 170mila).

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Per il governo è in ogni caso una situazione delicata tant’è che nell’aprile 2011 viene siglato l’ Accordo Stato-Regioni-Enti Locali per l’accoglienza diffusa a fronte emergenza umanitaria dal Nord Africa. L’accordo prevede tata la di procedere ad una ripartizione regionale dei migranti richiedenti protezione internazionale, secondo criteri condivisi, al fine di perseguire una distribuzione omogenea sul territorio nazionale. La stessa procedura che viene adottata ancora oggi e che oggi la Lega (non più Nord, ma è lo stesso partito) contesta. Tutti ricordano la sceneggiata di Salvini che va a dormire nel CARA di Mineo definendolo un «Centro commerciale di carne umana». Pochi invece ricordano che il CARA di Mineo è stato inaugurato il 24 marzo 2011, ovvero durante il mandato del leghista Roberto Maroni al ministero dell’Interno.

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Ma veniamo ai costi, oggi Salvini si lamenta perché spendiamo questi famosi 35 euro al giorno per i migranti. Ma quanto è costata l’accoglienza gestita da Lega Nord e Forza Italia? Il Rapporto sull’accoglienza
di migranti e rifugiati in Italia stima che durante l’emergenza nord Africa i costi dell’accoglienza fossero pari a 46 euro per gli adulti e ai 75 euro per i minori. L’articolo 5 dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3933 del 13 aprile 2011 autorizzava la corresponsione di un contributo ai Comuni per le spese relative all’accoglienza di minori non accompagnati, per complessivi 500 posti, ad un costo giornaliero pro capite non superiore a 80 euro. Ora il costo dell’accoglienza dei minori non accompagnati si aggira attorno ai 45 euro al giorno.

Le contraddizioni di Roberto Maroni che da ministro minacciava chi rifiutava l’accoglienza e da Governatore chi la accettava

Il problema dell’accoglienza diffusa era così serio che il 30 marzo 2011 Maroni rispondeva con questo intervento ad un’interrogazione parlamentare presentata da Pino Pisicchio. Maroni spiegava di aver proposto alle Regioni «un piano per la distribuzione equa, in tutte le regioni, con la sola esclusione dell’Abruzzo per i soliti motivi, dei rifugiati, con un criterio molto semplice, ossia in base al numero degli abitanti, alla popolazione. Sentirò oggi le regioni e mi auguro che vi sia quella solidarietà di tutte le regioni che è stata invocata, da ultimo, dal Presidente della Repubblica»

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Un paio di giorni prima, il 28 marzo, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera si rivolgeva così alle Regioni che rifiutavano di accogliere i profughi: «Accogliete i profughi o agiremo d’imperio». Maroni utilizzava toni molto più duri e decisi di quelli che la Lega Nord di Salvini, appena un paio di anni dopo, criticava. Nel 2013 Salvini annunciava che la Lombardia non avrebbe accolto altri migranti spiegando che «Noi leghisti non siamo cattivi, ma nemmeno coglioni». Nel 2015 lo stesso Maroni che si preparava ad agire d’imperio nei confronti di coloro che rifiutavano l’accoglienza minacciava invece di tagliare i fondi ai sindaci che aderivano allo SPRAR. Ma in fondo la Lega Nord è fatta così: qualche anno fa pagava profumatamente per l’accoglienza, oggi i costi inferiori sono considerati eccessivi. Sempre con Maroni all’Interno finanziava con 30 milioni di euro l’anno la costruzione di Campi Rom nella Capitale, oggi Salvini vorrebbe usare la ruspa. Gente meravigliosa, i padani, quando si tratta di soldi pubblici.

 

 

 

 

 

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