Marisa Brunelli: il video dei carabinieri che schiaffeggiano la donna che fa resistenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-14

La storia raccontata a Chi l’ha Visto?, gli insulti ai carabinieri e il processo penale e civile sulla vicenda

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Ieri sera Chi l’ha visto? ha raccontato la storia di Marisa Brunelli, 54 anni di Cerro Veronese, che il 20 agosto 2011 salì sulla ruota dell’auto per impedire al carrozziere di sollevarla per caricarla sul carro attrezzi mentre i carabinieri cercavano di rimuovere la vettura parcheggiata da tempo in via Carcereri – in un terreno di proprietà della famiglia – nonostante i ripetuti inviti del Comune a spostarla. Questo è il video embeddato da Chi l’ha visto? su Faceboookche ha tra l’altro scatenato un dibattito su Facebook riguardo la brutalità dell’intervento dei carabinieri:

In primo luogo bisogna dire che a prima vista sembra che il carabiniere colpisca Marisa Brunelli con un pugno, ma il fermo immagine è chiaro nel rivelare che la mano del pubblico ufficiale è aperta prima di colpire. Anche il movimento del braccio dimostra chiaramente che si tratta di uno schiaffo e non di un pugno.

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Il fermo immagine dello schiaffo del carabiniere nel video su Marisa Brunelli a Chi l’ha visto?

A parte questo dettaglio bisogna ricordare che la disputa con l’amministrazione comunale riguarda l’utilizzo pubblico di un tratto di strada privata, di proprietà delle famiglia Brunelli, come risulta dai documenti catastali. L’auto parcheggiata impediva però il passaggio nel vicolo privato. Alla famiglia Brunelli viene richiesto e poi intimato di spostarla, sollecitazioni ignorate perché dicono di essere sulla loro proprietà e di avere sempre lasciato lì la macchina senza venire mai multati. La signora Brunelli e il fratello vengono ammanettati alla ringhiera dai tre carabinieri di Grezzana tra i quali anche il maresciallo Roberto De Razza. Vengono condannati in primo grado tutti e quattro (padre, madre, fratello e sorella) per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale; in secondo grado il padre viene prosciolto mentre le condanne per gli altri tre vengono confermate. In più c’è una causa civile con richiesta di risarcimento di ventimila euro promosso dai carabinieri perché il referto conferma che i carabinieri hanno ricevuto un trauma toracico con frattura e contusioni, oltre a una cervicalgia da contraccolpo.
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