Lui si chiama Daniel C., ha 21 anni, è un operaio agricolo, era un amico di famiglia e ora è il maggiore indiziato per la morte di Maria Oana Ungureanu nella comunità di San Salvatore Telesino. Le ipotesi: omicidio volontario e stupro. Lui si difende: «Sono innocente. Per me Maria era come una sorella, non le avrei mai fatto del male». L’autopsia di ieri ha accertato che Maria, 9 anni, aveva segni di violenza sessuale che forse risalivano anche a prima di domenica sera, e che è morta per asfissia in seguito all’annegamento nella vasca del resort dove sicuramente qualcuno l’ha spinta.
Tra le ipotesi, quella che la piccola si sia ribellata agli stupri e sia stata oggetto di una vendetta. Quando l’hanno gettata nella piscina del locale, che quel giorno era chiuso, era ancora viva. Il corpo, nudo, è stato rinvenuto nella piscina di un casale usato per i matrimoni, che domenica era chiuso. Gli abiti della piccola sono stati trovati in parte a terra e in parte su una sedia. È in quel posto che vivono il padre e la madre della bambina. Lui giardiniere, lei badante: entrambi romeni. La figlia li aveva raggiunti nel 2013. Dall’autopsia è emerso che la piccola Maria è stata violentata prima di morire per annegamento. Secondo i risultati della prima autopsia è emerso che la piccola era da tempo vittima di violenza sessuale. A fare chiarezza sarà soprattutto il raffronto tra il profilo genetico del ragazzo sotto accusa e quello del violentatore.
“Dall’autopsia sono stati rilevati dei graffi sulla schiena”, dice Michele D’Occhio, avvocato della famiglia di Maria Ungureanu, senza fornire ulteriori particolari sulla natura dei graffi. Nessun elemento è stato fornito dal legale sugli accertamenti relativi alla violenza sessuale eseguiti durante l’autopsia. “I genitori di Maria – ha aggiunto – sono profondamente turbati perché l’indagato era considerato persona di famiglia”. “Mi sarei aspettato anche oggi altri rilievi sulla scena del ritrovamento, magari impronte visto che domenica pioveva – ha proseguito il legale – Si vede che i Carabinieri hanno completato il lavoro”. “I genitori di Maria – ha riferito l’avv. D’Occhio – mi hanno raccontato che la bambina è tornata a casa dalla chiesa e poi è uscita per partecipare alla processione e poi è scomparsa. Quando ho saputo della morte – conclude D’Occhio – ho sentito che sarebbe stata in ogni caso una tragedia, ma sarebbe stata più sopportabile se fosse stato un incidente”.