Marco Travaglio e il suicidio perfetto del M5S in sei mosse

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-13

Il direttore del Fatto Quotidiano enuclea la raffinata strategia politica che ha portato al successone dei grillini alle amministrative. E anticipa la prossima mossa

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Marco Travaglio nell’editoriale sul Fatto Quotidiano di oggi ci racconta le regole del suicidio perfetto del MoVimento 5 Stelle che hanno portato i grillini alla sconfitta alle elezioni amministrative di giugno. La prima mossa è ovviamente la defenestrazione di Federico Pizzarotti:

Hai un sindaco, Federico Pizzarotti, che 5 anni fa ti ha fatto conquistare il primo capoluogo: Parma. Non ruba, governa benino, fa quel che può e annuncia solo quel poco che fa, sottovoce. È anche un gran rompicoglioni, refrattario agli ordini di scuderia. Tenerselo stretto e coprirlo di attenzioni,oltre a levargli ogn ialibi per la fuga, sarebbe la migliore smentita ai detrattori che dipingono il Movimento come una caserma agli ordini di Grillo & Casaleggio. Ergo lo scaricano con una sospensione disciplinare di un anno, lo attaccano un giorno sì e l’altro pure, non lo chiamano mai, lo regalano agli avversari e candidano al suo posto un carneade che non mette in fila due parole in croce. Risultato: 3,18%.


La seconda e la terza mossa sono le fallimentari strategie del Capo a Palermo e a Genova. La quarta mossa è Taranto:

Taranto è l’ideale per i 5Stelle: il governo annuncia il “salvataggio”dell’Ilva che avvelena la città, con 6 mila esuberi. Difficile mancare il ballottaggio. Ma si trova il modo: il vertice cittadino sostiene un candidato, ma altri Meetup si mettono di traverso con altri nomi (esattamente come a L’Aquila, a Piacenza, a Padova ecc.). Da Roma si pensa di non presentare il simbolo, magari appoggiando l’ex procuratore anti-Ilva Sebastio, sostenuto da liste civiche. Idea troppo brillante: si rischierebbe di vincere. Infatti subito accantonata. Le Comunarie last minute le vince con ben 107 voti l’avvocato Francesco Nevoli. Che inizia la campagna elettorale alla vigilia del voto. Risultato: solito ballottaggio destra-sinistra.

La quinta mossa l’abbiamo vista ieri: si dà la colpa alle liste civiche coi partiti dietro; si vanta la “crescita lenta, ma inesorabile”; si esulta per i trionfi di Sarego e Parzanica; si fanno sparate anonime sui giornaloni contro i pochi volti noti e vincenti. E la sesta mossa?

Vista la strepitosa riuscita del sistema di selezione a caso o a cazzo, si completa l’opera passando direttamente dall’“uno vale uno” al “l’uno vale l’altro”. Al posto delle Comunarie, sorteggio dei candidati dagli elenchi telefonici.

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