Marco Travaglio all'attacco di Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-12-22

Il direttore del Fatto critica il candidato premier M5S per il referendum sull’euro e lo invita a cercare un’intesa con Bersani & Grasso

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Marco Travaglio sul Fatto stamattina se la prende con Luigi Di Maio per come il candidato premier del MoVimento 5 Stelle sta conducendo la sua campagna elettorale: secondo il direttore del FQ Di Maio sta sbagliando gli argomenti su cui puntare per guadagnare voti e si sta infilando in un cul de sac, specialmente a causa del referendum sull’euro:

Cos’ha da dire Luigi Di Maio a questimilioni diitaliani dicentrosinistra che fino all’altroieri mai avrebbero immaginato di sperare nei 5Stelle e ora vi si vedono costretti da un’evoluzione politica così rapidae inaspettata? Il suo tour nel Lombardo-Veneto ha dato segnali contraddittori e talvolta preoccupanti. Almeno nella proiezione mediatica, che poi è l’unica che conta, perché è quella che si vede a occhio nudo.
Prima la promessa di non cancellare gli 80 euro del governo Renzi –misura demagogica e ben poco produttiva in rapporto ai suoi altissimi costi – in totale contraddizione con annidicampagne contrarie.Poiil gran casino sui tagli alle “p e n s i oni d’oro”, cioè superiori ai 2.500 euronettial mese.Infinel’a p oteosi della confusione sul referendum pro o contro l’euro: un giorno si fa, un altro non si fa più, oggi siusa perminacciare l’E uropa e riportarla a più miti consigli (sai che paura), domani magari sifa eDi Maiovota perl’Italexit.

marco travaglio
Secondo Travaglio, uno scenario plausibile per il dopo voto è l’alleanza del M5S con Liberi e Uguali. Ma per perseguirla, Di Maio deve lavorare di più su alcune proposte e lasciarne perdere altre:

Noi continuiamo a pensare che l’interlocutore naturale del M5S sia la sinistra di Grasso & C. (a patto che abbia voti e seggi a sufficienza): sia per la disponibilità espressa da Bersani, sia per le sintonie già emerse su diversi punti, a partire dalle politiche sociali e del lavoro. Se poi Di Maio uscisse finalmente dalla lunga ambiguità pentastellata su temi cruciali come l’evasione fiscale e l’economia in nero, roba da 200 miliardi al l’anno, e dicesse qualcosa di chiaro su nodi irrisolti dei conflitti d’interessi e dei rapporti politica-affari (che stanno dannando pure i Renzi boys), potrebbe parlare credibilmente non solo conGrasso e Bersani, ma anche con i tanti elettori pronti a tutto pur di non farsi governare da B., anche a votare 5Stelle.
Se quella che ora pare una mission impossible d i v e n t erà possibile dipenderà in gran parte da Di Maio: se metterà giù una lista di dieci cose concrete e fattibili, affidando al libro dei sogni (o degli incubi) quelle impraticabili (il referendum sul l’euro, se è consultivo, non serve a nulla e attira solo speculazione sull’Italia; seèeffettivo, è vietatodalla Costituzione). Per conquistare astenuti e pidini in fuga, non c’è bisogno di indossare il doppiopetto e andare in giro a rassicurare l’e s t ab l i s h m en t rinunciando al proprio bagaglio di idee e proposte “a nti- sis tem a”.

Leggi sull’argomento: La nuovissima strategia di Di Maio sul referendum sull’euro

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