La mappa del delivery della droga a Roma

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Il delivery permette di aggirare il problema del controllo delle zone di spaccio e i controlli della polizia sono molto più complicati. Ma l'inchiesta della GdF ha portato alla luce un fenomeno nuovo

Un’inchiesta della Guardia di Finanza il 18 giugno scorso ha portato all’arresto di 7 giovanissimi (19-22 anni) del quartiere di San Basilio e ha acceso i riflettori su un nuovo metodo di spaccio della droga a Roma. Il Messaggero racconta oggi come è strutturato: al vertice siede il capo spaccio, normalmente il boss dell’organizzazione e i suoi fedelissimi. Sulla scrivania del boss sono poggiati tre telefonini.



Cellulari, con i relativi numeri e sim intestate a prestanome, che vengono cambiati ciclicamente. Il primo smartphone ha un numero, per così dire, pubblico. Su questo telefonino vengono prese le ordinazioni dei clienti rigorosamente via sms, su programmi di messaggistica come Whatsapp, Telegram o Signal. E sempre da questo cellulare partono le “promozioni” per la vendita della droga: «Ciao bello\a sono Lele di San Basilio siamo stati fermi a causa del Covid-19, da domani alle 14 fino alle 2 di notte risaremo attivi». «In questi due anni – spiega un investigatore – le varie organizzazioni che consegnano la cocaina a domicilio si sono impegnate a costruire un linguaggio uniforme e criptico con i clienti». «Amichetti a 30 (mezzo grammo, ndr) e mani a 230 (5 grammi, ndr) disponibili a raggiungerti dove sei».

Veniamo al secondo telefonino che chiama, solo ed esclusivamente, un numero: il magazziniere, il custode della droga che riceve l’ordinazione, la impacchetta in attesa dell’arrivo del pony express. Corriere che, a sua volta, riceve l’indicazione sempre dal capo spaccio che lo avverte con il terzo telefonino. Il boss fornisce l’indirizzo in cui recarsi per consegnare il pacchetto e i soldi che gli devono essere dati. A tutta la banda è fatto divieto assoluto di pronunciare i nomi di battesimo nelle conversazioni vocali o per messaggi. Infrangere questo regola significa essere picchiati e cacciati dall’organizzazione. E pazienza se si è donne, le prescelte per la consegna a domicilio della droga perché possono meglio nascondere i piccoli involucri con la cocaina.



La mappa del delivery della droga a Roma (Il Messaggero, 30 giugno 2020)

I pony express vengono pagati a consegna, 5 euro. Le piazze si reggono, invece, su un esercito di pusher e vedette che stanno su strada, ricevono un salario mensile, con turni di lavoro
preordinati. Il delivery permette di aggirare il problema del controllo delle zone di spaccio e i controlli della polizia sono molto più complicati.