Quello che c’è da sapere sulla Manovra in nove punti (e che il M5S non ti dice)

Categorie: Fact checking, Politica

Un post sul Blog delle Stelle che costituisce un tentativo di abusare della credulità popolare tra i più beceri da quando l'uomo inventò il cavallo. E un fact checking necessario

Il MoVimento 5 Stelle torna a fare propaganda sulla Manovra del Popolo con un post sul Blog delle Stelle che è un insulto all’intelligenza degli elettori oltre che un tentativo di abusare della credulità popolare tra i più beceri da quando l’uomo inventò il cavallo. La raffinata tecnica comunicativa del M5S (LOL) prevede l’utilizzo di giochini di parole, spiegazioni dimezzate, oscuramento dei punti fondamentali di un testo di legge o ragionamenti da asilo infantile.



Mettiamo le virgole ai nove punti dei grillini

In particolare, uno dei giochini preferiti del M5S è scrivere una cosa in un documento ufficiale e poi sostenere di averne fatta un’altra sul Blog delle Stelle. Un’altra raffinatissima (LOL) tecnica è quella di rispondere “Venerdì” alla domanda “Che ora è?”. Ne possiamo notare un saggio già nel primo dei “nove semplici punti”:



Notate la costruzione del paragrafo: prima si nega che si pagheranno più tasse e poi si dice un’altra cosa, ovvero che le PMI e le Partite IVA “pagheranno meno”. Anche un soggetto non particolarmente alfabetizzato comprende che dire “non è vero che si pagano più tasse perché Giorgio ne pagherà di meno” è una sciocchezza perché la prima affermazione ha un significato generale e la seconda si riferisce a un particolare settore. E allora, è vero che si pagheranno più tasse? La risposta è sì.

Tasse in più o in meno nella manovra di bilancio (Corriere della Sera, 29 dicembre 2018)3

Prendendo per buono l’aumento della pressione fiscale al 42,4% nel 2019, l’anno prossimo ci sarà un extra gettito per lo Stato di quasi 8 miliardi di euro. Secondo l’ufficio studi del Consiglio dei commercialisti ci sono anche 600 milioni, nei prossimi tre anni, a carico dei consumatori. Quasi tutti dovuti all’aumento della tassazione sui tabacchi. Ma anche le imprese «normali» — non le banche, le assicurazioni o quelle del gioco d azzardo — saranno chiamate a fare la lo parte. Per loro, sempre in tre anni, il conto è di 2,4 miliardi di euro. Dovuti in larga parte all’abrogazione di Iri, l’imposta sul reddito degli imprenditori, e Ace, l’aiuto alla crescita economica. Poi ci sono le clausole di salvaguardia IVA.  Il governo giura che non le farà scattare ma al momento sono scritte nero su bianco. E per disinnescarle servono 50 miliardi di euro in due anni. Praticamente due manovre sane per fare in modo che non cambi nulla. Infine ci sono le tasse locali. Con la Manovra del Popolo gli enti locali tornano in grado di aumentare la tassazione e potete scommetterci che si muoveranno. Nei confronti dei cittadini a cui, ufficialmente, i grillini non aumentano le tasse.



I nove punti, le pensioni e gli investimenti

I grillini usano invece una tecnica simile per fornire la loro versione sulle pensioni e sugli investimenti. Anche qui omettono una parte della realtà (ovvero il fatto che alcuni trattamenti pensionistici verranno tagliati) e cercano di far vivere tutti felici, contenti e fondamentalmente coglionati.  Secondo i calcoli della Spi-Cgil già a partire dai 2500 euro lordi il freno introdotto nella legge di Bilancio peserà 70 euro annui in media, con un taglio di 210 euro nel triennio. E che così, tecnicamente, i pensionati pagheranno il reddito di cittadinanza o l’adeguamento delle pensioni minime che il MoVimento 5 Stelle si era impegnato ad effettuare attraverso tagli di spese durante la campagna elettorale, ma che poi ha deciso di caricare sulla fiscalità generale (ovvero sugli altri cittadini) oppure a debito, ovvero sui giovani e sui neonati che dovranno pagare i loro debiti negli anni a venire. Va bene togliere ai “ricchi” (si fa per dire) per dare ai poveri, come direbbero i grillini, ma così non è un po’ troppo facile?

E gli investimenti? La Manovra del Popolo DIMINUISCE gli investimenti pubblici di un miliardo nel 2019 rispetto al 2018. I conti li ha fatti l’UPB e sono allegati alla Legge di Bilancio che i grillini stanno votando in parlamento. Nella risposta sul Blog i grillini sostengono che aumentino perché è programmato un incremento per il 2020 e il 2021 e proprio qui sta l’inghippo: il M5S pretende di dire che le clausole di salvaguardia IVA non esistono perché verranno sterilizzate l’anno prossimo ma nella legge di bilancio ci sono; poi sostiene che non ci sia un taglio di investimenti quest’anno perché è programmato che aumentino l’anno prossimo. Ma così non è un po’ troppo facile?

La sagra della supercazzola

La sagra della supercazzola prosegue nei punti successivi. Il M5S sostiene che sia falso che si aumentino le tasse agli enti locali perché “L’agevolazione dell’Ires torna al 24% per gli enti no profit, ma viene compensata in due modi: con la diminuzione dell’Imu sugli immobili produttivi e con le novità sul riporto delle perdite”. Anche qui va notata la raffinatezza della costruzione della fregnaccia: l’IRES, l’imposta sull’utile, ce l’hanno tutte le ONLUS che sono in utile, ma non tutte le ONLUS hanno immobili o sono in perdita. E così vi hanno purgato ancora. In più ieri Di Maio in persona ha fatto marcia indietro sulla questione mentre la povera Laura Castelli cinque minuti prima aveva detto il contrario:  “Stiamo parlando della parte del terzo settore che è persona giuridica e non persona fisica e che fa utili e profitti quando teoricamente non dovrebbe farli. Non stiamo tassando la beneficenza ma quella parte di terzo settore che fa utile”. Una dichiarazione che sembra surreale perché evidentemente la viceministra senza deleghe (e per questo ha ragione Tria a non dargliele) non sa che l’utile del no profit non può essere distribuito ai soci ma deve essere di nuovo investito in azienda o nell’associazione o nell’ente no profitE qui ciò che fa ridere è che il M5S neghi quello che Di Maio ha già corretto…

Ma il capolavoro di dialettica politica per aspiranti deficienti che il M5S mette insieme è la risposta all’ultimo punto. Nei giorni scorsi le opposizioni in parlamento hanno accusato i grillini di aver cancellato i dibattiti sulla manovra con la fiducia dopo aver per anni rotto le scatole urlando all’attentato alla Costituzione quando lo facevano gli altri. Nel nono punto del loro prontuario per il lavaggio del cervello loro dicono che rispettano la manovra perché i settori su cui intervengono sono previsti da alcuni articoli della Costituzione. Quindi è tutto a posto. Insomma, è come se ti dicessero: “Certo che sei proprio stronzo, eh?”, e tu rispondessi: “Sì, ma rispetto al 1995 molto meno!”.

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