Ma la Lega che strilla per il MES è la stessa che era al governo quando Conte faceva l’accordo “segreto”?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-20

Con il solo scopo di buttarla in caciara la Lega continua parlare del “tradimento” di Conte sul Meccanismo Europeo di Stabilità. Ma dimentica un dato interessante: quella riforma è stata avviata quando al governo c’erano loro. E se guardiamo al passato non è l’unica cosa che è successa sotto il naso della Lega

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Da qualche giorno la Lega e Matteo Salvini hanno innescato un’inutile polemica sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Esiste un progetto di riforma del cosiddetto Fondo Salva-Stati, che è intervenuto in Grecia ma anche in Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro. La bozza di riforma non è affatto segreta, anzi è pubblica sul sito del Consiglio dell’Unione Europea, l’organismo che riunisce i capi di governo dei paesi membri.

La Lega oggi dice che il MES ucciderà le banche, ma Salvini si astenne sulla direttiva europea per il bail-in

Secondo la Lega invece Giuseppe Conte (e l’allora ministro Giovanni Tria, voluto proprio dalla Lega) avrebbero firmato un non meglio precisato accordo segreto per approvare il nuovo assetto del MES all’insaputa del Parlamento. Questo però non è vero visto che già a fine luglio il ministro Tria disse che il processo di ratifica dell’accordo avrebbe dovuto essere sottoposto all’approvazione del parlamento. E c’è di più: Giuseppe Conte in una nota ha fatto sapere a Salvini che del progetto di riforma del MES se ne era parlato nelle riunioni di governo e nei vertici di governo. Difficile quindi sostenere che tutto sia avvenuto all’insaputa del Carroccio. Primo perché i documenti sono pubblici. Secondo perché la Lega era al governo.

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La vicenda potrebbe finire qui, ricordando quali sono i problemi della riforma del MES e ribadendo che il Parlamento ha tutto il diritto (e il potere) di respingere l’accordo (e con quali conseguenze). Il problema è che il comportamento della Lega in questi anni non è stato così lineare come lo si vuol far credere. Salvini ha dichiarato che «Pare che nei mesi passati Conte abbia firmato di nascosto un accordo che trasforma il Mes da fondo salva-Stati in ammazza-Stati. Prima che esploda, come esplose il bail-in con la Lega da sola a denunciarlo, chi ha voglia vada a chiedere a Conte—sarebbe alto tradimento—se senza interpellare il parlamento sovrano abbia dato l’ ok». Ora non solo noi sappiamo che non è stato dato alcun ok (ma fa piacere  che Salvini scopra la sovranità del Parlamento che quando nacque il Conte 2 sembrava non conoscere) Federico Fubini oggi sul Corriere della Sera scrive che l’allora europarlamentare della Lega Nord Matteo Salvini il 15 aprile 2014 si astenne nel voto al Parlamento Europeo per la direttiva sul bail-in. Oggi invece i leghisti dicono che con con il MES l’Europa (e in particolare la Germania) farà fuori le nostre banche. Perché la Lega non si è opposta prima con quello che nel 2014 era la sua voce più autorevole (nonché Segretario Federale)? La risposta potrebbe essere che due giorni prima, il 13 aprile del 2014, Salvini era a Bergamo per una tappa del “Basta Euro Tour” dove parlava di indipendenza e di sovranità monetaria («l’euro è una moneta sbagliata e criminale che verrà seppellita dal voto degli europei»). Nei giorni successivi invece il capo del Carroccio si preoccupava di attaccare la missione Mare Nostrum. Era periodo di campagna elettorale per le europee (si votò il 25 maggio). Il Bail In è solo una delle tante cose che è successa sotto al naso della Lega Nord e che poi è diventato un argomento della campagna elettorale leghista. Pensiamo ad esempio ai finanziamenti per i campi rom o al regolamento di Dublino.

Quando Lega e M5S erano al governo assieme e si discuteva della riforma del MES

Per quanto riguarda il MES invece la Lega ha avuto un ruolo molto più ambiguo. Perché, come ha ricordato Mario Monti al Senato qualche tempo fa la Lega ha votato a favore dell’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, che è una delle condizioni del Fiscal Compact. Per quanto riguarda il Meccanismo Europeo di Stabilità, che nella versione attuale è già stato ratificato dal nostro Parlamento. Ieri l’Europarpalamentare M5S Piernicola Pedicini ha scritto su Facebook che i pentastellati sono «i primi ad aver denunciato gli effetti perversi del Mes quando, nel 2012, il governo Berlusconi IV, con in maggioranza Lega e Meloni, lo trasformava in legge dello Stato italiano».

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Pedicini però si sbaglia. Perché il MES è diventato legge dello stato italiano nel 2012 quando il Presidente del Consiglio era Mario Monti dopo il voto del Senato (12 luglio) e della Camera (19 luglio) sul trattato del Fiscal Compact. Ad entrambe le votazioni la Lega ha votato contro. Giorgia Meloni era assente alla votazione alla Camera ma parte del gruppo dei parlamentari che avrebbe costituito Fratelli d’Italia votò a favore di quella che denunciano oggi essere  una cessione di sovranità. È vero però che l’accordo sulla nascita del MES venne raggiunto nel luglio 2011 quando al governo in Italia c’erano Berlusconi e la Lega.

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Fonte: Il Corriere della Sera del 20/11/2019

Ma al di là della “svista storica” di Pedicini non è del tutto vero che il M5S si è sempre opposto alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità. Per il semplice motivo che quella riforma è stata avviata quando il M5S era al Governo assieme alla Lega. Del resto Conte era il Presidente del Consiglio indicato dal MoVimento 5 Stelle. Oggi Luigi Di Maio si sveglia e al Corriere dichiara che «una riforma del Mes che stritola l’Italia non è fattibile». Sembra quasi che nei quattordici mesi di governo gialloverde non ci fosse nessuno alle riunioni dell’esecutivo. O forse c’erano solo Conte e Tria, gli altri erano impegnati a crearsi alibi.

Leggi anche: MES: il Meccanismo europeo di Stabilità, il fondo Salva-Stati e l’«enorme rischio» dell’approvazione

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