Lo squallore del M5S che si vanta di essere l’ago della bilancia in Europa sulla pelle dei migranti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-25

Il M5S esulta perché è “decisivo e determinante” in Europa grazie all’astensione su una risoluzione che ha fatto esultare i sovranisti (che non hanno nemmeno ringraziato). La cosa brutta è che tutto questo avviene sulla pelle dei migranti, visto che ieri si votava una risoluzione sulla ricerca e soccorso nel Mediterraneo

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C’è una celebre frase pronunciata da Jep Gambardella/Toni Servillo ne La Grande Bellezza che descrive alla perfezione l’uscita del MoVimento 5 Stelle dopo la bocciatura della proposta di risoluzione europea sui porti aperti: «io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire». Ieri in Aula al Parlamento europeo MoVimento 5 Stelle si è astenuto e per due voti la risoluzione non è passata. I pentastellati avevano tentato di far passare un emendamento “anti-Rackete” per condizionare l’apertura dei porti alle ONG a non meglio precisate “norme rilevanti” (vale a dire il decreto sicurezza).

Perché il M5S gioca a fare “l’ago della bilancia”

Il superamento dell’emendamento proposto dai pentastellati ha causato «in maniera probabilmente casuale e involontaria» come ha scritto l’eurodeputato Ignazio Corrao su Twitter l’astensione del partito di Grillo e Casaleggio alla votazione finale. Insomma sembrerebbe quasi una sorta di ripicca perché l’emendamento che proponeva di tener conto di “norme nazionali”. Eppure sul Blog delle Stelle la cosa viene raccontata in maniera differente: «ancora una volta il MoVimento 5 Stelle è l’ago della bilancia in Europa».

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E cosa sono riusciti a fare i nostri eroi? Fermare una risoluzione che stabiliva una verità acclarata nei fatti, ovvero che i porti sono aperti ma non solo. Nella proposta di risoluzione si chiedeva al Consiglio Europeo e alla Commissione di lavorare alla creazione di un equo meccanismo di redistribuzione dei migranti su base europea e procedere ad una revisione del Regolamento di Dublino. La proposta di risoluzione ribadiva inoltre che «la creazione di percorsi sicuri e legali è il modo migliore per evitare la perdita di vite umane ed esorta gli Stati membri a sostenere pienamente le operazioni di evacuazione dell’UNHCR dalla Libia e a intensificare le misure di ricollocazione e creare corridoi umanitari verso l’Unione europea». Il MoVimento chiedeva sostanzialmente le stesse cose, con alcuni distinguo.

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Ma non è certo per qualche divergenza o perché la risoluzione “non aiutava l’Italia” (non siamo l’unico Paese sul fronte dell’immigrazione) che il M5S ha fatto saltare il banco. Perché da quando si è insediato il nuovo Parlamento il M5S ha un problema: non fa parte di nessun gruppo parlamentare. La loro capacità di influenzare i processi decisionali è quindi molto limitata. E l’unico modo per farsi vedere – senza esporsi troppo – è quello di astenersi per “mostrare” quanto i loro voti siano importanti. Lo hanno fatto sulla nomina della Lagarde e lo hanno fatto sulla risoluzione sulle interferenze della Russia, di fatto aiutando la Lega.  La strategia è quella di Michele di Ecce Bombo: «mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce». Quanto potrà durare? Per quanto il M5S cercherà di far dimenticare la sconfitta alle elezioni europee raccontando di essere l’ago della bilancia all’Europarlamento?

Perché il M5S ha paura di essere davvero determinante sulle politiche migratorie?

A noi naturalmente fa piacere che il M5S si senta così importante. Il punto è che questa volta ha giocato a fare l’ago della bilancia sulla pelle dei migranti che attraversano il Mediterraneo. E l’unico risultato politicamente apprezzabile è la vittoria delle destre sovraniste, alle quali poco importa che il M5S possa rivendicare il suo successo. Per il semplice fatto che la loro vittoria è ancora più importante visto che l’Europa non è riuscita – grazie al determinante contributo del M5S – ad affermare alcuni semplicissimi principi umanitari.

E voi cosa preferireste avere un M5S decisivo e determinante o un’Unione Europea che inizia a fare dei piccoli passi avanti nella direzione giusta? Anche perché diciamocelo: i porti chiusi sono una balla di Salvini. Così come è una fregnaccia il fatto che si possano chiudere “alle ONG”. Tant’è che nella maggior parte dei casi i migranti a bordo delle navi umanitarie alla fine sono stati fatti sbarcare lo stesso in Italia. Stupisce che un partito che ritiene di essere così “determinante” sia ancora vittima della propaganda di Salvini degli ultimi quattordici mesi. Anche perché, come faceva notare il ricercatore dell’ISPI Matteo Villa il vero problema dell’immigrazione non sono gli sbarchi degli irregolari: è la mancanza di vie legali di accesso al Paese. E non stiamo parlando di corridoi umanitari per consentire a chi scappa dalla guerra di venire in sicurezza in Italia. Stiamo parlando del decreto flussi e di tutti quegli strumenti che consentono ai cittadini stranieri di entrare regolarmente nel nostro Paese per lavorare. Per lavorare in Italia, non negli altri paesi europei, è il governo italiano che deve capire che così come non si possono chiudere i porti non si possono chiudere le frontiere. Altrimenti sempre più persone cercheranno di entrare irregolarmente, finendo nei centri di accoglienza o per strada. Come mai il M5S ha paura (si veda ad esempio la stucchevole moina sullo Ius Culturae) di parlare di immigrazione, integrazione e di accoglienza? Non è che alla fine sono ancora salviniani?

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