M5S, tra le firme false a Palermo anche quella del genero di Borsellino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-21

C’è anche la firma di Fabio Trizzino, avvocato e marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, tra le firme falsificate per la presentazione della lista del M5S per le comunali a Palermo del 2012

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Ci sarebbe anche la firma di Fabio Trizzino, avvocato e marito di Lucia Borsellino, figlia del giudice ucciso dalla mafia, tra le firme falsificate per la presentazione della lista del M5S per le comunali a Palermo del 2012. Trizzino, chiamato dalla polizia mentre era a Roma per riconoscere la sua sottoscrizione, ha dichiarato di non aver firmato a sostegno di liste per le elezioni, ma ha ricordato di avere apposto una sottoscrizione a sostegno del referendum abrogativo della legge di privatizzazione dell’acqua. Sarebbe dunque un nuovo caso – anche un legale e un commercialista hanno raccontato la stessa cosa – che complica la vicenda delle firme false.

M5S, tra le firme false a Palermo anche quella del genero di Borsellino

Inizialmente l’inchiesta, infatti, aveva ipotizzato che per sanare un errore erano state copiate centinaia di firme realmente apposte a sostegno della lista, ma secondo il racconto di alcuni testimoni ci sarebbero anche l’uso fraudolento di sottoscrizioni rilasciate in occasioni che nulla avevano a che fare con le elezioni. “Ricordo che mi fermò Nuti (parlamentare nazionale che sarebbe tra gli indagati ndr) – racconta Trizzino – per chiedermi la firma. Escludo fosse per le elezioni, non l’avrei messa, ma si trattava di una causa in cui credevo, come quella dell’acqua”. “Se si arriverà a un processo – aggiunge il genero di Paolo Borsellino – mi costituirò parte civile perché l’usurpazione di una firma è una cosa gravissima”. L’indagine, che può contare su tre testimoni chiave e su centinaia di disconoscimenti, è a una svolta e in settimana dovrebbero cominciare gli interrogatori degli indagati che sarebbero una decina. Tra loro anche un cancelliere del tribunale e alcuni deputati nazionali dei Cinque Stelle.

Leggi sull’argomento: Firme false, perché gli indagati M5S potrebbero cavarsela

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