Quando il M5S pubblicava audio “illegali”

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Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, mica uno qualsiasi, alla festa di Atreju: “A me sembra assurdo che giornalisti che ricevono il messaggio, fanno uscire le proprie fonti”. Lo ha detto anche l’interessato Rocco Casalino: “La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza e, se fosse accertato che sia stata diffusa dai destinatari, viola le più elementari regole deontologiche”. Lo ha sottolineato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “La pubblicazione dell’audio è contraria alla Costituzione”. E lo ha adombrato anche il viceministro Luigi Di Maio. Insomma, la pubblicazione dell’audio di una conversazione privata o di un messaggio privato per il MoVimento 5 Stelle è un atto illegale, qualcosa di sbagliato da tutti i punti di vista, una vergogna.



Flashback. Il blog di Beppe Grillo nel febbraio 2015 pubblicava un dialogo tra due parlamentari, l’ex 5 Stelle Mara Mucci e Mariano Rabino di Scelta Civica, linkandolo dall’account M5S Camera Facebook (dove attualmente è ancora pubblicato).



Il video serviva a insinuare che ci fosse un patto che prevedeva 50000 euro al mese per chi appoggiava il governo Renzi:

E ciò è falso, perché, come spiegammo all’epoca, i due invece stavano parlando dell’ampliamento del gruppo parlamentare di Scelta Civica, che sarebbe conseguito all’entrata di altri dieci deputati, e delle conseguenti risorse per l’assunzione di assistenti parlamentari (le “otto persone che possono essere assunte e messe a disposizione”, come dice la stessa trascrizione). Quindi non di soldi messi in tasca per “appoggiare il governo Renzi”, come dicevano in maiuscolo i deputati nel lancio della presentazione sulla loro pagina Facebook, e la proposta fu comunque rifiutata. In seguito Mucci presentò denuncia per la diffusione del video. Ma, a parte il merito, qui il punto è politico: se è illegale pubblicare audio con registrazioni di persone che parlano, perché ciò non valeva per la Mucci?

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