Cosa succede quando Di Maio si sveglia con il braccio violento della legge addosso

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-04

Il piccolo costituzionalista campano invita i candidati (degli altri) a sottoscrivere una rinuncia alla candidatura – che non ha alcun valore legale – perché sarebbero “impresentabili”. Alcuni di loro però sono soltanto indagati. Come è capitato e succede ai sindaci a 5 Stelle: Raggi andrà a processo presto. Per loro non è previsto alcun modulo di rinuncia?

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Luigi Di Maio stamattina si è svegliato con il braccio violento della legge addosso e ha tirato fuori un altro dei capolavori che ne fanno il più apprezzato politico della sua generazione, isole comprese. Nello specifico, il candidato premier del MoVimento 5 Stelle ha approntato un modulo di “rinuncia alla candidatura da parte del candidato del collegio” che prevede persino l’autentificazione della firma e va “presentato alla Corte d’appello del collegio del candidato“, la quale di sicuro ne prenderà atto.

Luigi Di Maio, il piccolo costituzionalista

Resta purtroppo in vigore però la legge italiana, che non prevede una procedura simile e anzi istituisce che delle candidature si occupino le camere di appartenenza come prevede in primo luogo la Costituzione, che all’articolo 66 stabilisce: “Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”. È quindi evidente che qualsiasi rinuncia alla candidatura, pur da considerare come impegno che verrà sicuramente rispettato da parte di chi lo prende – tutta questa cagnara Di Maio la sta tirando fuori per la vicenda di Emanuele Dessì, che si è “volontariamente” e “preventivamente”  ritirato dalle elezioni per non danneggiare il M5S – non ha nessun valore legale perché bisogna seguire modalità e tempi stabiliti dalla Camera o dal Senato.

dichiarazione di rinuncia alla candidatura luigi di maio 1

Inutile fare dell’ironia su un vicepresidente della Camera così scarsamente rispettoso delle prerogative delle Camere, perché è evidente che qualcuno potrebbe anche in teoria disattendere un impegno del genere preso pubblicamente: avrebbe comunque un suo valore di fronte all’opinione pubblica in attesa del voto del Parlamento. Incidentalmente, si tratta di quel parlamento che ha respinto per cinque volte le dimissioni del senatore Giuseppe Vacciano, eletto con il MoVimento 5 Stelle ma in dissenso politico con i grillini: lui non ha mai voluto passare ad altri partiti, voleva lasciare il mandato ma è rimasto fino all’ultimo giorno in Senato contro la propria volontà espressa cinque volte. A Dessì potrebbe accadere la stessa cosa.

Impresentabili sono anche Raggi e Appendino?

Ma a parte le piccole facezie come la Costituzione italiana, nel post comparso sul blog delle stelle Di Maio invita gli impresentabili a farsi da parte. Casualmente fa i nomi di una serie di appartenenti al Partito Democratico e al centrodestra (suoi avversari politici) ma è interessante notare da cosa siano accomunati secondo il vicepresidente della Camera: quelli del Partito Democratico sono tutti indagati o rinviati a giudizio, tranne Alfieri, di cui si cita una condanna a restituire 40mila euro al Comune di Agropoli per il mancato utilizzo di beni sequestrati alla camorra.

luigi di maio impresentabili pd

Per il resto si tratta di indagati o rinviati a giudizio, a volte per reati politicamente imbarazzanti, come Luca Lotti per rivelazione di segreto istruttorio nel caso Consip. Ma si tratta, appunto, di indagini: di Luca Lotti non è stato chiesto il rinvio a giudizio. Ad oggi la sua posizione potrebbe finire archiviata o in un processo dove si deciderà se è colpevole o innocente. Se Lotti è impresentabile, Virginia Raggi che dovrà affrontare un’imputazione per falso (e ha deciso di saltare il rinvio a giudizio visto che riteneva scontata la sentenza) perché è ancora sindaca di Roma? Il motivo, direbbe Di Maio, è che il M5S ha deciso di cambiare il suo “codice etico” a più riprese. Ma se un processo per falso si può sopportare (esponenti del M5S hanno comunque detto che la Raggi dovrebbe dimettersi in caso di condanna in primo grado), allora perché è un impresentabile chi è soltanto indagato?

I casi di Appendino e Nogarin non contano?

Il parametro allora forse è la gravità (politica, non penale) del reato? Se così fosse Chiara Appendino, accusata di omicidio e disastro colposi per piazza San Carlo dovrebbe dimettersi subito. E invece no, perché giustamente è soltanto indagata e come per Lotti alla fine il pubblico ministero potrebbe chiedere l’archiviazione. Ma se Lotti non può essere eletto, perché Chiara Appendino può rimanere in carica? Anche Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, è indagato per omicidio colposo per l’alluvione e qualche tempo fa ha detto che si sentiva talmente toccato soltanto dall’ipotesi di reato da non essere convinto di volersi ricandidare. Giusto e comprensibile. Anche lui potrebbe vedere archiviate le accuse nei suoi confronti. Perché dovrebbe essere migliore di De Luca imputato per bancarotta fraudolenta? O per il M5S non sono reati se sono colposi?

impresentabili luigi di maio 1

In seguito Di Maio segnala invece altri nomi del centrodestra che sono stati condannati ma in primo grado, tra cui Formigoni e Bossi, e di altri rinviati a giudizio o indagati o condannati anche in secondo grado (come Ugo Cappellacci). Ci sono molti casi di candidati imputati che Di Maio non ha citato.

impresentabili luigi di maio

Ma in tutto ciò la domanda che resta senza risposta è questa: perché uno dovrebbe sottoscrivere un modulo in cui c’è scritto di inserire il “nome e cognome dell’impresentabile” (autoinsultandosi da solo, in pratica) solo per soddisfare lo spirito di Torquemada che a fasi alterne e mai nei confronti dei propri esponenti ogni tanto ritorna nel MoVimento 5 Stelle?

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