Quello che non torna nella storia di Di Maio e dell'immunità sulla querela

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-06

Il MoVimento 5 Stelle batte un colpo sulla vicenda di Luigi Di Maio e della querela archiviata per diffamazione. I grillini lo fanno in una nota in cui affermano che il vicepresidente della Camera non “ha mai avuto alcuna conoscenza di un atto processuale relativo alla querela della giornalista del Resto del Carlino Elena Polidori …

article-post

Il MoVimento 5 Stelle batte un colpo sulla vicenda di Luigi Di Maio e della querela archiviata per diffamazione. I grillini lo fanno in una nota in cui affermano che il vicepresidente della Camera non “ha mai avuto alcuna conoscenza di un atto processuale relativo alla querela della giornalista del Resto del Carlino Elena Polidori e quindi non hai mai potuto invocare l’immunità parlamentare né rinunciare alla sua applicazione”. L’ufficio comunicazione del gruppo M5S alla Camera quindi ipotizza che il giudice abbia evidentemente ritenuto applicabile il diritto di critica, riconosciuto a tutti i cittadini: “Infine, è possibile che nel provvedimento di archiviazione venga scritto dal giudice che, stante le sue prerogative da parlamentare, le espressioni utilizzate da Luigi Di Maio rientrino nel legittimo esercizio del diritto di critica e dunque che non si dia luogo a procedere”.
luigi di maio
Eppure nella ricostruzione della vicenda c’è qualcosa che non quadra. Ci sta che il giudice decida che Di Maio abbia esercitato il suo legittimo diritto di critica nella vicenda (parliamo delle notizie sulle polizze di Romeo che avevano come beneficiaria, tra gli altri, Virginia Raggi). Ma non torna che Di Maio non abbia ricevuto nessuna notifica da un tribunale che deve decidere sul suo conto. Nell’articolo del QN si sostiene infatti: “il Gip di Roma ha deciso di archiviare riferendosi all’insindacabilità dell’ atto di Di Maio rispetto al suo ruolo. Nell’ordinanza del Tribunale di Roma, infatti, la querela viene archiviata in virtù dell’ articolo 68 della Costituzione, cioè all’immunità parlamentare, “essendo indagato – si legge nell’ordinanza – un deputato e vicepresidente della Camera nell’attuale legislatura”. Ma, appunto, se c’è un’ordinanza pare strano che nessun tipo di atto sia stato notificato a Luigi Di Maio sulla vicenda, proprio perché lui è parte in causa dell’ordinanza. Anche se nei fatti a volte accade che non ci sia nemmeno notizia per l’archiviazione. Ma soprattutto: l’insindacabilità dei parlamentari viene decisa dalla camera di appartenenza. Che però sul punto non è mai stata informata. La precedente informazione era errata, si veda Edit 3.
EDIT: Luigi Di Maio torna sulla sua pagina Facebook sulla vicenda ribadendo che non è stato informato della querela.
luigi di maio
Ribadiamo quanto scritto sopra: l’insindacabilità (citata dal Carlino) viene decisa dalla camera di appartenenza, che sul punto non è stata informata, mentre è possibile, ma strano, che non sia stato notificato nessun atto a Di Maio (che comunque parla di immunità).
EDIT2: Alessia Morani su Facebook posta l’archiviazione del GIP per Luigi Di Maio e sostiene che il 5 ottobre il vicepresidente della Camera si sia presentato per la notifica. Si noti che nelle motivazioni il giudice parla di atto non sindacabile.
luigi di maio querela 1
EDIT3: In base alla Legge 20 giugno 2003, n. 140 è possibile che l’insindacabilità sia concessa d’ufficio. Quindi il giudice ha ragione nell’averla concessa.

Leggi: Luigi Di Maio ha usato l’immunità per difendersi da una querela?

Potrebbe interessarti anche