Luigi Di Maio e Davide Casaleggio consulente informatico

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-25

Il leader del direttorio traccia i confini dell’azienda che fu del cofondatore ed esclude il figlio dal ruolo di garante che fu del padre

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«La piattaforma è stata inventata e gestita da Gianroberto e Davide Casaleggio. Oggi c’è Davide, non per la gestione politica ma informatica»: così ieri Luigi Di Maio tracciava i confini di Davide Casaleggio da Fabio Fazio a Che tempo che fa. «Il M5S decide attraverso internet — ha detto — si incontra facendo eventi e dando notizie su internet, siamo nati da un sito»: riducendo il suo ruolo a quello di webmaster Di Maio lancia un segnale nei confronti della Casaleggio Associati: se la celebrazione della morte di Gianroberto sul sito di Grillo avveniva ricordando la lettera al Corriere della Sera in cui il “tecnico informatico” si autodefiniva cofondatore del MoVimento 5 Stelle, e se veniva spesso chiamato in causa con il ruolo di garante insieme a Grillo (la vicenda delle union civili, sciolta con decisione arrivata proprio da Casaleggio), evidentemente questo ruolo non si addice a Davide: erediterà le password ma non certo il ruolo di garante.

Luigi Di Maio e i confini della Casaleggio

E così dopo il viaggio a Londra e gli incontri con gli ambasciatori a Di Maio tocca adesso certificare la prima decisione politica del direttorio: niente più giogo agli eletti da parte della Casaleggio, che si occuperà di quello che ha sempre fatto senza però entrare nelle merito di vicende e questioni. Una situazione quantomeno diversa rispetto alle ultime decisioni che sono arrivate da Milano: come la decisione di non correre a Rimini, Ravenna e in altri comuni, per la quale comparve un avviso sul blog non firmato dal direttorio ma evidentemente dai garanti, ovvero da Grillo e Casaleggio all’epoca ancora in vita. Da adesso le beghe territoriali dovranno essere sciolte dal territorio, nonostante la non facile conclusione del caso di Quarto che ha rappresentato il primo vero banco di prova dei 5 Stelle.  “Beppe Grillo è il custode delle regole che ci siamo dati”, ha ribadito ieri sera. L’unico custode, mentre prima erano due. E tornano in mente le parole di Jacopo Iacoboni nel racconto del funerale di Casaleggio e del comportamento del figlio Davide e di Di Maio:

Notevole invece che Luigi Di Maio si sia fermato a parlare a tu per tu, in quel bar, con Luca Eleuteri, il socio di Gianroberto. Ennesima testimonianza di alcune cose. Uno, che Di Maio è strutturale all’azienda più di chiunque altro. Due, che il problema di Davide sarà, a breve, far accettare agli altri il patto D-D; distribuendo magari un po’ di potere anche a qualcun altro.
Esistono poi altri due punti che apparivano chiarissimi, ieri. Il primo è che il know how dell’azienda in questo momento è difficilmente (eufemismo) trasferibile, in breve tempo, e ha un costo. Il secondo, che o il gruppo parlamentare tenta la strada (assai difficoltosa) di sganciare l’azienda attraverso un lauto contratto di consulenza, o sarà ancora l’azienda il tribunale di ultima istanza delle tante questioni e controversie dentro il Movimento. Davide ha una carta fondamentale; ieri ha dato l’impressione di saperla anche retoricamente usare.

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