Luca Lotti: tutta la storia dell'indagine sulla Consip e sul braccio destro di Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-28

«Non sapevo nulla dell’indagine», dice lui ai magistrati di Roma. A coinvolgerlo l’amministratore di Consip Marroni. L’ex sottosegretario ha affermato di “non frequentarlo” e di averlo “visto solo due volte nell’ultimo anno”

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«Non sapevo nulla dell’indagine»: un’ora e mezza davanti ai pubblici ministeri da sintetizzare in poche parole per il ministro dello Sport Luca Lotti, che ha deciso di presentari in procura a Roma per dichiarazioni spontanee insieme al suo avvocato Franco Coppi. A Roma per competenza è arrivato lo stralcio dell’inchiesta che vede indagati anche il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, e il generale di brigata dell’Arma Emanuele Saltalamacchia. Per tutti l’accusa è di rivelazione di segreto d’ufficio. Accuse che però Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio all’epoca dei fatti, ha contestato, mettendo a disposizione dei magistrati della procura di Roma anche dei riscontri fattuali.

Luca Lotti: tutta la storia dell’indagine sul braccio destro di Renzi

A coinvolgere il ministro è stato l’amministratore di Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) Luigi Marroni, il quale, sentito come persona informata sui fatti dai pm di Napoli ha affermato di avere saputo notizie su una indagine in corso dal presidente di Consip, Luigi Ferrara, da Lotti e da Saltalamacchia. Stando alle parole di Marroni i tre lo avrebbero messo in guardia sull’attività di indagine. Una ricostruzione totalmente respinta da Lotti, che è stato sentito dal pm Mario Palazzi lontano da piazzale Clodio, sede di procura e tribunale romani. Riferendosi a Marroni l’ex sottosegretario ha affermato di “non frequentarlo” e di averlo “visto solo due volte nell’ultimo anno”. Nel corso dell’interrogatorio il ministro, assistito dall’avvocato Coppi, avrebbe fornito anche degli elementi a sostegno di quanto affermato. L’atto istruttorio è avvenuto a cinque giorni dalla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati fatta dai pm partenopei e resa nota dal Fatto Quotidiano. Lotti da subito aveva dato la sua disponibilità a essere ascoltato dai magistrati. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, in relazione alle accuse mosse da Napoli, aveva affermato: “È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso”. A recarsi spontaneamente negli uffici di piazzale Clodio, il 23 dicembre scorso, è stato il generale Del Sette. Rispondendo alle domande del pm Mario Palazzi il numero uno dei carabinieri ha respinto le accuse e secondo i suoi legali ha “chiarito l’infondatezza” delle notizie, “gravemente lesive della sua dignità”. Lillo aveva raccontato qualche giorno fa dell’indagine sulla Consip:
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 Al centro degli accertamenti dei pm c’è l’appalto cosiddetto FM4, la mega-gara di facility management, bandita nel 2014 e suddivisa in molti lotti, tre dei quali potrebbero essere aggiudicati alla società di Alfredo Romeo insieme ad altre.Le forniture pluriennali di tutti gli uffici delle pubbliche amministrazioni e delle università italiane valgono 2,7 miliardi di euro, pari a più dell’11 per cento della spesa pubblica nel settore. Il 16 dicembre, i pm sentono Gasparri alla presenza del suo avvocato Alessandro Diddi. Il funzionario spiega i suoi rapporti con Romeo e parla dell’influenza della politica su nomine e appalti.
I carabinieri del Noe e i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, martedì entrano nell’ufficio dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, nominato dal governo Renzi nel 2015. Subito dopo quella visita, i palazzi del potere entrano in fibrillazione. Tutti si agitano per capire cosa sta accadendo. Il Fatto, dopo avere sentito più fonti, oggi è in grado di ricostruire il perché di tanta ansia: l’amministratore delegato (non indagato) di Consip ha ‘cantato ’, come si diceva una volta. Non su Gasparri o Romeo, ma su nomi più rilevanti. I pm hanno sentito Marroni sulla soffiata che stava schiantando le indagini più segrete della Procura di Napoli.

Insomma, una fuga di notizie come quella che avrebbe portato Virginia Raggi sul tetto del Campidoglio dopo la rivelazione di un’indagine fatta da Raffaele Marra. Il fascicolo sulla fuga di notizie è stato stralciato dal quello principale ed è approdato a Roma.

Il pericolo Consip

Il racconto del coinvolgimento di Lotti nell’indagine è stato fatto da Marco Lillo: l’amministratore della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, Luigi Marroni,poche settimane fa incarica una società di rimuovere eventuali cimici dai suoi uffici. La caccia va a segno. Le microspie vengono rimosse, Marroni e compagni azionano mentalmente il rewind, cercano di pensare a discorsi, incontri e parole dette. Quando viene sentito dai magistrati, Marroni all’inizio minimizza, ma quando intuisce che i pm potrebbero avere elementi precisi, grazie a pedinamenti e intercettazioni ambientali, fa i nomi. Dice di aver saputo dell’indagine dal presidente di Consip Luigi Ferrara che a sua volta era stato informato dal comandante Tullio Del Sette. Poi aggiunge altrinomi. I più importanti sono Lotti e il generale Emanuele Saltalamacchia, suoi amici. Entrambi lo avrebbero messo in guardia.

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Luca Lotti indagato: i protagonisti delle indagini (Corriere della Sera, 28 dicembre 2016)

L’atto istruttorio è avvenuto a cinque giorni dalla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati fatta dai pm partenopei e resa nota dal Fatto Quotidiano. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, in relazione alle accuse mosse da Napoli, Lotti aveva affermato: «È una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche». I magistrati della Procura di Napoli hanno aperto un’inchiesta su una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi bandita da Consip e suddivisa in vari lotti, tre dei quali destinati alla società di Alfredo Romeo, immobiliarista indagato per corruzione. Sotto accertamento è finito l’appalto Fm4, una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi bandita nel 2004 e suddivisa in svariati lotti, tre dei quali destinati alla società dell’immobiliarista Alfredo Romeo, il cui nome risulta nel registro degli indagati per corruzione. Stando all’accusa l’imprenditore avrebbe consegnato delle tangenti al dirigente di Consip Marco Gasparri, anche lui indagato. Il 16 novembre i magistrati hanno sentito Gasparri sui rapporti con Romeo. Gasparri parla di un diretto coinvolgimento della vicenda anche dell’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni. Nei giorni successivi, dopo una perquisizione domiciliare, i magistrati decidono di ascoltare l’ad. Il coinvolgimento di Lotti e degli alti ufficiali dell’Arma emerge nel corso di questo verbale.

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