La lezione di economia di Veronica de Romanis a Lorenzo Fioramonti a Otto e Mezzo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-05

Lorenzo Fioramonti potrebbe essere il ministro dell’Economia del Governo Di Maio. Ma lui continua a non voler spiegare in modo chiaro agli italiani il problema delle coperture del programma a 5 Stelle né vuole dire quanti saranno i licenziamenti nella Pubblica Amministrazione per tagliare la spesa pubblica. La comparsata a Otto e 1/2 ne è la prova

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Lorenzo Fioramonti, consulente del MoVimento 5 Stelle per le politiche economiche e candidato a Roma all’uninominale alla Camera, è stato ospite sabato di Lilli Gruber a Otto e Mezzo. Fioramonti ha provato a rispondere alle domande, precise e puntuali, poste da Veronica De Romanis economista e docente della LUISS. Punto principale del contendere sono state le coperture del programma economico del MoVimento i cui conti, come è stato detto da più parti, non tornano.

Il mistero dei tagli del personale della pubblica amministrazione

Fioramonti è docente all’Università di Pretoria dove dirige il Centre for the Study of Governance Innovationviene generalmente presentato come “economista”, ma non lo è dal momento che detiene un dottorato in Comparative and European Politics. Ciononostante in queste ultime settimane è stato Fioramonti a rispondere alle obiezioni sul programma economico del M5S spiegando il senso del documento sulle “coperture” pubblicato qualche tempo fa sul sito ufficiale del MoVimento per “mostrare” dove Di Maio e il suo governo reperiranno i fondi necessari per realizzare l’ambizioso programma enunciato nei “20 punti per la qualità della vita degli italiani”.

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La Professoressa De Romanis ha lavorato con l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli e dal momento che proprio grazie ai tagli alla spesa il MoVimento sostiene di riuscire a recuperare buona parte delle risorse necessarie (dai 30 a i 34 miliardi di euro) è stato chiesto a Fioramonti dove intenda tagliare la spesa pubblica per recuperare il denaro necessario. La risposta di Fioramonti è la classica preconfenzionata: «Noi abbiamo una storia, un partito che ha credibilità da questo punto di vista. Riduzione massiccia dei costi della politica. Lo abbiamo dimostrato già nel tempo e possiamo farlo. A differenza degli altri partiti non abbiamo clientele». Ovvero quello che c’è scritto qui dove leggiamo che “basta avere le mani libere da condizionamenti di lobby e gruppi di interesse che finora hanno sempre prosperato in modo parassitario, attaccati alle gonne dello Stato”. Il candidato pentastellato spiega poi che il M5S interverrà «su una serie di tassazioni che serviranno a indirizzare le scelte dei consumatori in modo più responsabile. Ad esempio il gioco d’azzardo, chi ha concessioni petrolifere, chi ha concessioni autostradali».

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Rimane però senza risposta la questione dei tagli, dove intende tagliare e quanti posti di lavoro saranno tagliati? Abolire gli enti inutili significa anche questo. Fioramonti però non lo dice. E se proprio deve fare un esempio ne sceglie uno “innocuo” che piace senza dubbio agli elettori. Parla della proposta di eliminare “un ufficio che si occupa delle ristrutturazioni degli uffici dei presidenti della Camera e del Senato”. Insomma l’emblema della casta, lavoratori del cui eventuale licenziamento gli elettori del M5S non si preoccuperanno. Ma è chiaro che si tratta di pochissime persone. Il grosso dei tagli sarà altrove. Dove?

De Romanis: Nel vostro programma volete tagliare gli enti inutili, lo ha promesso anche Renzi e non lo ha fatto. Il vero costo però è il personale. Se togliamo i sussidi ai trasporti locali significa aumentare il costo del biglietto.

Fioramonti: C’è bisogno di svecchiare il contesto amministrativo italiano.

De Romanis: Ma lei pensa di licenziare le persone della pubblica amministrazione?

Fioramonti: Noi vogliamo addirittura creare il reddito di cittadinanza. Noi vogliamo creare un cuscinetto che eviterà che qualunque persona in Italia abbia meno di 780 euro.

È indicativo che Fioramonti non abbia mai risposto alla domanda precisa della De Romanis e abbia cambiato argomento cercando in qualche modo di “spiegare” che sarà il reddito di cittadinanza ad assorbire l’impatto dei licenziamenti. O almeno così sembra che abbia detto perché non lo ha detto esplicitamente. In questo modo, ovvero pensando di coprire i costi dei licenziamenti fatti per tagliare la spesa pubblica con il RdC si amplierebbe la platea dei beneficiari e – di conseguenza – i costi. Come sarà possibile? Mistero. Senza contare che anche il costo per il taglio degli scaglioni Irpef.

Risparmi annuali o a regime?

Il MoVimento 5 Stelle ha spiegato che 70 miliardi (su 80-85 circa) saranno recuperati in due modi. Il primo sono i tagli alla spesa individuati da Cottarelli. Il secondo grazie a circa 40 miliardi di tax expenditures. Il documento del M5S (se così lo si può chiamare) è volutamente ambiguo perché parla di “30 miliardi annui, a regime” nel primo caso e di “40 miliardi l’anno, a regime”. Il che è curioso perché o sono 30 miliardi l’anno o sono 30 miliardi a regime. Come abbiamo fatto notare qui Piano Cottarelli infatti parla di 34 miliardi l’anno, lordi, a regime su tre anni. Questo significa che il primo anno qui 70 miliardi di euro non saranno disponibili.

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La cosa è stata fatta notare anche dalla professoressa De Romanis che dopo che Fioramonti dice «Cottarelli dice che nell’arco di tre anni noi potremmo arrivare a regime a 34 miliardi di tagli» ribatte: «Però voi li chiamate annuali, parlate di “circa 30 miliardi annui” e poi parlate di “40 miliardi di tax expenditures annui” quindi sono 70 miliardi annui». Fioramonti a quel punto è costretto a spiegare che “quel capitale è in alcuni casi annuale in alcuni casi su una legislatura”. La De Romanis ribatte che è scritto nel documento ufficiale, confondendo però quello sui “20 punti” con quello sulle “coperture”. E Fioramonti spiega che “Io non so che documenti ha lei nelle mani, non è quello che ho visto io”. In realtà leggendo il documento sulle coperture è sempre scritto “annuo a regime”, ad eccezione della quantità di deficit, quella sì davvero annuale.

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Tant’è che la settimana scorsa rispondendo a Repubblica Fioramonti è stato costretto ad ammettere che “Per quanto riguarda il piano Cottarelli, è vero che si tratta di 34 miliardi a regime e lordi”. Questo significa solo una cosa: quei 70 miliardi “annui, a regime” il M5S non li avrà a disposizione ogni anno della legislatura ma solo a regime. Questo significa quindi che per il primo anno (ma anche per il secondo) quelle coperture non ci sono. Come farà quindi il M5S a finanziare il superamento della Fornero, i tagli delle aliquote fiscali e il reddito di cittadinanza? Altro mistero. Anche perché il M5S vuole fare più deficit e al tempo stesso abbassare il rapporto deficit/PIL di 40 punti in 10 anni. La De Romanis fa notare che per farlo “serve un avanzo primario intorno al 5-6% mentre il M5S vuole sforare il 3%”. Ci sono insomma nel programma del M5S cose che prese singolarmente possono anche avere senso ma che non possono razionalmente stare assieme l’una con l’altra. Fioramonti risponde che è possibile farlo “valorizzando” il patrimonio immobiliare pubblico (ovvero con dismissioni e privatizzazioni) e spiegando che saranno le famiglie italiane ad investire i loro risparmi negli immobili. Non si spiega però quale famiglia italiana sia in grado di investire per l’acquisto, ad esempio, di una caserma dismessa.

 

 

 

 

 

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