La storia di Lorenzo Fioramonti “al servizio” di Soros e dei Rothschild

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-08

Il candidato del MoVimento 5 Stelle e consulente di Di Maio per la politica economica ha smentito oggi alcune voci che circolano sui social lo vogliono al soldo dei Poteri Forti. La smentita di Fioramonti è un’ottima occasione per passare in rassegna tutte le volte che il M5S ha usato i complotti su Soros, Rockefeller e Rothschild per screditare gli avversari politici

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Oggi Lorenzo Fioramonti, esperto del M5S per le politiche economiche e candidato candidato a Roma all’uninominale alla Camera, ha dovuto smentire con una nota di chiarimento alcune informazioni false che circolano sui social. Secondo queste informazioni Fioramonti sarebbe “al soldo di fondi di investimento legati a Soros o alla famiglia Rothschild“. Una fregnaccia, dato che come spiega Fioramonti “la tesi complottista sembra scaturire da una foto mia presso la residenza di Bellagio della Fondazione Rockefeller“.

Come mai Fioramonti è accusato di essere un servo di massoni e illuminati?

In appena tre righe Fioramonti cita i tre principali spauracchi del complottismo finanziario più esasperato. Quelli insomma che credono che miliardari come Soros, Rockefeller e Rotschild stiano segretamente lavorando ad un piano per imporre ai cittadini di tutte le nazioni il Nuovo Ordine Mondiale. Naturalmente c’è una spiegazione razionale. Fioramonti stava partecipando ad una serie di incontri organizzati dalla Fondazione e ad un convegno su Nuovi Modelli di Sviluppo. Niente di pericoloso per la democrazia pare di capire anche perché a seguito di quel convegno “la Fondazione ha poi deciso di cancellare ogni suo investimento nelle fonti energetiche inquinanti” passando alle energie rinnovabili.

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Il legame con Soros è dovuto al fatto che Fioramonti abbia scritto per parecchio tempo sulla piattaforma opendemocracy, che come è noto è finanziata dalla Open Society Foundation di George Soros. Cosa c’entrano i Rothschild invece?

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Fioramonti ammette che è poco chiaro, ma in Rete è possibile reperire immagini come questa qui sotto dove si spiega che il cancelliere dell’Università di Pretoria (dove insegna il pentastellato) è “chairman di Rothschild Sud Africa e che la London School di Evelyn Rothschild “ha recensito un suo libro”. Come se le recensioni fossero prova di qualche strano rituale di affiliazione. In fondo il trattamento riservato a Fioramonti è più o meno quello subito da Gabriele Del Grande accusato sui social di essere sul libro paga di Soros o da Roberto Burioni, che secondo il Fatto Quotidiano sarebbe un masssone.

Quando il M5S agitava sospetti su chiunque avesse contatti con Rockefeller, Rothschild e Soros

C’è da rilevare che non sono solo siti come questo o questo a rilanciare la tesi complottista di Fioramonti “a libro paga” dei potentati economici e finanziari di stampo demoplutogiudaicomassonico. Ieri anche il Professor Paolo Becchi, ex ideologo del MoVimento 5 Stelle ha definito in un tweet Fioramonti un “Rotshild-Soros tascabile”.

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Nei commenti al post di Fioramonti i suoi sostenitori se la prendono con le “fake news” messe in giro dal Partito Democratico. Ma quegli utenti, probabilmente elettori a 5 Stelle forse farebbero bene a guardarsi in casa. Non solo per l’uscita di Becchi, che per lungo tempo è stato uno di coloro che hanno maggiormente influenzato la linea politica e la visione della realtà del M5S. Ma anche perché spesso e volentieri è stato proprio il MoVimento 5 Stelle a utilizzare legami (veri o presunti) con i vari Soros e Rockefeller, come argomento per gettare discredito sugli avversari politici.

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Ad esempio in questo post del 2016 Carlo Sibilia prendeva di mira Maria Elena Boschi per essersi seduta al tavolo della Commissione Trilatelare “ideata da David Rockefeller”. In quest’altro post pubblicato sul sito del M5S. L’anno prima Sibilia, assieme al collega Paolo Bernini, aveva cercato di avvicinarsi al meeting dei potentissimi Bilderberg, cosa che avevano cercato di fare anche nel 2013, sempre senza successo. Sempre nel 2016 Sibilia pubblicava un lungo elenco per dimostrare che “quelli che ci governano vengono poi assunti dalle banche d’affari” e che “le banche d’affari finanziano i partiti, i media o grandi aziende”. Tra i nomi figurano quelli di De Benedetti e Luisa Todini, indicati come membri del consiglio di sorveglianza di Rothschild, e Paolo Scaroni “deputy chariman Rothschild”.

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In poche parole Fioramonti è vittima di un sistema di credenze che per lungo tempo è stato alimentato da persone che sono (o sono state, come Becchi o Claudio Messora) legate al MoVimento e che vedono in Rockefeller o Rothschild la somma di tutti i mali.

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Nel caso di George Soros poi non si deve nemmeno scavare troppo nel passato o andare a cercare le dichiarazioni degli “ex”. Nel maggio 2017 il deputato Danilo Toninelli rilevava come “stranamente” Soros fosse andato a colloquio con Gentiloni proprio mentre scoppiava il caso ONG. Tra coloro che si erano spaventati per l’arrivo di Soros troviamo un altro candidato all’uninominale per il M5S: Elio Lannutti di Adusbef che chiedeva “un mandato di cattura internazionale” nei confronti del miliardario ungherese.

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Non è un mistero che Soros sia stato accusato da più parti di essere tra i finanziatori occulti della sostituzione etnica che starebbe avvenendo grazie alla presunta “invasione” da parte degli extracomunitari. Proprio in quel periodo Luigi Di Maio aveva sollevato i sospetti – poi negati nei giorni scorsi – sul fatto che le ONG fossero dei “taxi del mare” che operavano in connivenza con gli scafisti.

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In quei giorni mentre Beppe Grillo ipotizzava sul suo blog che Soros fosse venuto in Italia per lamentarsi “per l’inchiesta del procuratore Zuccaro sulle ONG che agirebbero come taxi del Mediterraneo e che sono finanziate con milioni di dollari ogni anno da Soros stesso? Le ha chiesto di intervenire per bloccare l’inchiesta? E lei invece: le ha chiesto conto dei danni arrecati all’Italia 25 anni fa? Le ha chiesto conto dell’attività delle ONG da lui finanziate nel Mediterraneo?”. Ed oggi è terribilmente divertente che un candidato del M5S come Fioramonti si stupisca di come mai certe sue frequentazioni diano adito ad ipotesi complottistiche. Il professore prima di accusare i “social” dovrebbe andare a fare un paio di domande a chi per anni ha agitato lo spauracchio di Soros, Rockefeller e dei Rothschild. Non sono stati solo i 5 Stelle, chiaro, ma è innegabile che per lungo tempo il M5S abbia rimestato la melma di questi complottismi.

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