Cosa c’è che non va nella legge sugli animali nei circhi

di Giulia Corsini

Pubblicato il 2017-06-27

La battaglia animalista per introdurre in Italia il divieto assoluto di impiego di animali nei circhi. Appoggiata dalla Federazione dei Veterinari. Ma che si basa su uno studio senza alcuna validità scientifica. E tra le opzioni per gli animali prevede anche l’eutanasia

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Sembra un’assurdità ma l’eutanasia potrebbe essere una delle opzioni dell’ormai prossima al voto proposta di legge avanzata dall’associazione animalista LAV (Lega Anti Vivisezione) e dalla Federazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani FNOVI che si basa su uno studio senza alcuna validità scientifica. Da veterinaria faccio presente che la FNOVI parla a nome della categoria senza interpellarla, infatti il Sindacato dei Veterinari Liberi Professionisti ha preso le distanze e i veterinari che lavorano nei circhi non hanno neppure avuto diritto di replica.

Che fine faranno gli animali dei circhi?

Il provvedimento dedicato alla proposta di riforma del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini (Disegno di Legge 2287-bis sul Codice dello Spettacolo) è ispirato alla posizione assunta dalla Federazione dei Veterinari Europei (FVE), a sua volta sottoscritta da FNOVI che in sostanza dice di “proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in quanto non vi è affatto la possibilità che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte”. Tali provvedimenti si otterranno tramite l’eliminazione degli animali dai circhi, con il reinserimento degli stessi nelle strutture destinate al recupero degli animali esotici (che sono poche e senza regole sia in Europa, che soprattutto in Italia) e in ultimo, come alternativa, dell’eutanasia. Impossibile, ovviamente, pensare a introdurli in natura, si tratta di generazioni e generazioni che hanno sempre vissuto in cattività e non sopravviverebbero altrimenti eppure è una cosa che è stata proposta nel DDL.

In Italia gli animali dei circhi verrebbero affidati a particolari strutture riconosciute dal Ministero: alcune, guarda caso, sono gestite dalle associazioni animaliste. Si tratta dei CRASE (Centro di Recupero per Animali Esotici) – che, come sostengono le associazioni animaliste stesse, sarebbero inadeguate dal punto di vista della capacità numerica, inoltre non ci sarebbero adeguate discipline normative destinate a tutelare il benessere degli animali, a differenza di zoo, circhi et similia. Anzi, nel rapporto stilato da ANMVI e WWF risulta che: “La carenza di precise norme su come le strutture devono essere costruite e su come, soprattutto, devono essere gestite per rispondere alle finalità di legge, favorisce, a volte, la nascita di strutture al limite della legalità, il cui livello qualitativo è ben lontano dai principi etici che devono ispirare l’attività di riabilitazione degli animali selvatici e, in generale, l’organizzazione del sistema dei Centri di Recupero in Italia”.
Sono proprio la LAV, ENPA e altre associazioni animaliste che hanno sottoscritto la “Carta di Roma” dove sostengono che “I Centri di Recupero in quanto tali non hanno un riconoscimento giuridico ed il loro funzionamento non è disciplinato in alcuna maniera” COME POSSONO GARANTIRE CHE IL BENESSERE ANIMALE?
“Non esiste una definizione certa ed inequivocabile delle strutture che si occupano della cura degli animali selvatici protetti, siano essi autoctoni o alloctoni (esotici), della loro detenzione ed eventuale reintroduzione in natura, poiché la legislazione nazionale di riferimento non le ha ancora riconosciute, o solo citate come necessarie, come avvenuto con la legge 157/92 per quelle per il recupero degli animali selvatici, ormai presenti da tempo e diffuse sul territorio nazionale. Non sono infatti stabiliti, a livello nazionale, criteri minimi uniformi per ogni tipologia di struttura, che dettino le regole generali e che possano identificarle con precisione, in base a parametri certi. Si tratta di una situazione particolarmente grave per le strutture che accolgono gli animali. E proprio queste strutture, deputate ad accogliere specie selvatiche alloctone (esotiche) protette, rappresentano la più palese delle carenze, in quanto molto complesse dal punto di vista gestionale.
“Le strutture di cura, recupero e per la lunga degenza sono poche e con scarsi aiuti. Le associazioni di volontariato non possono sopperire o sostituirsi al disimpegno di Stato ed Enti locali che hanno invece il dovere di garantire l’applicazione delle norme cogenti a tutela degli animali.”
Le associazioni animaliste, dunque, vogliono gli animali per le strutture gestite da loro ma poi accusano lo Stato sugli inadempimenti per la gestione degli stessi!

Valeria e Rosie

I circhi devono sottostare alle linee guida CITES e ai regolamenti ASL sul benessere animale e ogni circo deve dotarsi di un veterinario consulente e viene ispezionato periodicamente dalle ASL, dal corpo Forestale dello Stato e dai NAS. Viene regolato qualsiasi aspetto, dall’alimentazione, al trasporto, dal registro degli animali alle attività, dalle misure sanitarie fino agli spazi. Nei riferimenti citati dal position paper della FVE non si trova nessun articolo scientifico: ci sono pareri non scientifici su detenzione, importazione e compagnia di animali esotici, sugli animali selvatici in cattività e non riguardano specificatamente i circhi tranne uno, quello della Bradshaw. Sia sufficiente sapere che come referenze a questo ultimo documento è stata spessissimo utilizzata la testimonianza di un certo Tom Rider. Le associazioni animaliste che lo hanno corrotto offrendo 190.000 dollari per testimoniare il falso sul Ringling Bros. and Barnum & Bailey Circus, sono state condannate a risarcire ai circhi la somma di 9,3 milioni di dollari.

Il documento sui circhi che ignora gran parte delle pubblicazioni sui circhi

La LAV e la FNOVI citano gli studi di un certo biologo, Steven Harris, definito da loro come uno dei massimi esperti in materia anche se non ha mai condotto uno studio in un circo. Lo studio è questo: “A review of the welfare of wild animals in circuses”(2006, Harris, Iossa, Soulsbury)”. Questo documento non è però uno studio pubblicato su riviste scientifiche ma un rapporto commissionato da un’associazione animalista inglese, la RSPCA! Possibile che un’associazione di categoria di professionisti, quale la FNOVI, si sia basata su tale studio per esprimere un parere? Uno studio che non ha subito il processo di revisione scientifica quanto può essere affidabile? Al tempo questo report aveva fatto discutere, tanto che ci sono state pressioni per vietare i circhi con gli animali nel Regno Unito. Il parlamento inglese (dal quale il parlamento italiano DEVE prendere esempio) aveva dunque creato un gruppo di lavoro, il “Circus Working Group”, dove gli esperti delle due parti, animalista e circense, portavano tutta la letteratura scientifica presente e doveva essere giudicata da una Commissione Accademica super partes. Così l’anno seguente è stato pubblicato The Radford Report (link), nel quale la Commissione Accademica ha concluso che non ci sono abbastanza elementi scientifici per vietare la presenza degli animali del circo! Possibile che anche questo importante lavoro sia stato ignorato?

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Questa è la fine degli animali del progetto Lion Ark che la LAV ha presentato alla biblioteca del Senato il 15 marzo. Che carini, si stanno massacrando per il territorio. Alcuni sono già morti. (foto dal Daily Mail)

Il fatto che il lavoro su cui fa perno il parere della FNOVI sia stato pubblicato e commissionato da un’associazione animalista fa discutere sull’imparzialità dell’autore, Steven Harris, già messa in dubbio per forti legami con le associazioni animaliste per altre vicende in passato
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Lo stesso S. Harris nello studio afferma che lui e i suoi collaboratori non hanno potuto usufruire della letteratura scientifica sui circhi perché a loro dire, ce ne sarebbe poca quindi utilizza come prove a supporto della sua tesi principalmente studi degli animali degli zoo! Viene dunque da chiedersi se la conclusione del suo lavoro sia più il divieto della presenza degli animali negli zoo o i santuari per gli animali. Tra gli altri studi citati da Harris si tirano in ballo persino la sperimentazione animale condotta su topi e scimmie per studiare la separazione materna, gli elefanti utilizzati per arare i campi in Africa, le scimmie nei parchi divertimenti e dei resort in Asia!

Delle poche pubblicazioni concernenti i circhi, cita moltissime volte alcuni autori: i dr. C. Nevill, Kiley-Worthington, Toscano e il prof. Ted Friend dando un significato non solo diverso, ma proprio OPPOSTO a quello presente nei loro studi. E questi scienziati si sono espressi anche pubblicamente a favore dei circhi anche fuori dall’ambiente accademico.


il parere della dr. Marthe Kiley-Worthington sui circhi, i suoi lavori sono stati manipolati da S. Harris.

I duemila animali nei circhi italiani

Su quali studi si sia basata la FVE non è dato sapere neanche a seguito di un’approfondita ricerca, stando però a questo articolo di Sivemp, la FVE avrebbe pubblicato come “documento scientifico” un lavoro commissionato dal governo Gallese sugli animali nei circhi sempre ad opera del gruppo di Harris e questo studio:
The welfare of  wild animals in travelling circuses” (2016, Jo Dorning, Stephen Harris and Heather Pickett)
Questo documento è stato usato anche dall’Eurogroup4animals indirettamente, scopiazzando un po’ della bibliografia e qualche passaggio per dare una parvenza scientifica al loro parere sui circhi, oppure direttamente, in varie occasioni, l’Italiana Ilaria di Silvestre, Project Leader Advocacy Wildlife dell’Eurogroup4Animals, ha tenuto vari workshop citando i lavori di Steven Harris.
Attualmente le associazioni animaliste stanno proponendo questo lavoro del 2016 presso numerosi Stati per fare pressione per abolire i circhi. Nel lavoro del 2016 troviamo come co-autrice Heather Pickett che ha collaborato con Steven Harris per produrre altre review non scientifiche a sostegno delle battaglie animaliste.
Heather Pickett si definisce come lobbista ed ha lavorato per tutte le più grandi associazioni animaliste che  promuovono la teoria della liberazione animale: l’idea su cui si basano è che gli esseri umani non abbiano diritto a mangiare bistecche, yoghurt,  indossare scarpe in cuoio,  pescare, utilizzare la sperimentazione in vivo per la ricerca biomedica: la teoria della liberazione animale si oppone al rapporto simbiotico uomo:animale.
Nel suo profilo di Linkedin ha scritto  su di sé: “Sono capace di utilizzare degli studi scientifici in modo da costruire un caso persuasivo per campagne efficaci, raccolte fondi e lobbismo. Il mio lavoro è stato utile in campagne all’interno del Regno Unito e dell’Unione Europea e presso le maggiori aziende e compagnie per ottenere importanti risultati politici.”
Tra i suoi clienti ha citato numerose associazioni animaliste milionarie come la Royal Society for Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), World Animal Protection (chiamata precedentemente World society of Protection of Animals), Compassion in World Farming, Respect for Animals, OneKing e Four Paws. Tutte queste associazioni animaliste (tranne World Farming Respect) sis ono opposte a circhi e zoo. Ha organizzato anche campagne contro i delfinari e gli acquari commissionate da Sea Shepperd e The League Against Cruel Sports.

I clienti di Heater Pickett (immagine tratta dal suo sito)

Al tempo il prof. Ted Friend aveva spedito una lettera al governo gallese esprimendo perplessità su questo lavoro, in cui venivano manipolati i risultati non solo dei suoi studi ma anche di altri autori e veniva persino ignorato l’importantissimo Reford Report citato precedentemente!! Alla fine il governo gallese ha proposto una modifica delle leggi per la regolamentazione degli animali dei circhi ma non li ha più vietati.
In Italia, stando al rapporto Censis, ci sono circa 2000 animali nei circhi. Se passa la modifica del disegno di legge, gli animali che verranno reintegrati dovranno essere prelevati dall’ambiente in cui sono cresciuti subendo uno stress non indifferente per essere immessi in realtà non regolamentate dove non è assolutamente garantito che le loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali siano soddisfatte! Per esempio il CRASE di Semproniano (uno di quelli al quale saranno affidati gli animali del circo se passa la legge) che riceve già ingenti fondi dal ministero dell’Ambiente e dalle province limitrofe, è sotto inchiesta per la sparizione di animali e per la riproduzione illegale degli stessi. Il circo Martini ha vinto il processo e ha ottenuto la possibilità di vedere le condizioni dei suoi animali che sono stati sequestrati e non erano delle migliori.

In questo video possiamo vedere come gli animalisti hanno sequestrato gli animali del Victor show e che accuse hanno mosso per ottenere il sequestro.

In questo video possiamo vedere in che condizioni gli animalisti hanno restituito alcuni degli animali del Victor show quando
ha vinto davanti al tribunale del riesame. Gli altri sono morti. Per capire come funziona il gioco dei sequestri cautelativi e cosa ci guadagnano puoi approfondire in questo link.

Qui invece vediamo il sequestro degli animali del circo Martin ad opera della LAV, animali che sono stati portati a Semproniano: notate come l’addetto al sequestro tratta gli animali! Successivamente il circo Martin ha vinto il processo. Gli animali, però, non sono ancora tornati. Gli altri animali, secondo quanto dichiarato dal position paper della FVE, potrebbero essere sottoposti a eutanasia.

L’emendamento per la graduale riduzione respinto

Questi problemi, avrebbero potuto risolversi accettando l’emendamento modifica che parlava di “graduale riduzione” piuttosto che “totale eliminazione”, contro il quale le associazioni animaliste si sono aspramente battute. Viene da chiedersi il perché. Fatto sta che alla LAV e al suo presidente Gianluca Felicetti non va giù che lo Stato eroghi dei fondi ad alcuni circhi secondo quanto previsto dal “Fondo Unico Dello Spettacolo”, ma vorrebbe che i fondi fossero dirottati, guarda caso, ai centri di recupero per gli animali sequestrati dai circhi, che, come già detto, sono gestiti in buona parte dalle associazioni animaliste stesse.

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Il presidente della LAV, Gianluca Felicetti, deride i circensi su Twitter

Evidentemente non bastano i bilanci milionari, non è sufficiente la legge 189/2004, secondo cui le associazioni animaliste possono denunciare i reati che riguardano gli animali (reali e immaginari), essere affidatarie degli animali oggetto di provvedimenti di sequestro o di confisca, essere destinatarie delle entrate derivanti dall’applicazione delle sanzioni e costituirsi parte civile ai processi, o altre leggi ottenute sempre dalla LAV grazie al gruppo interparlamentare “animali” (un gruppo di politici di diversi schieramenti) di cui fanno parte. Non basta neanche neanche essere Onlus e poter usufruire di un regime fiscale agevolato,  beneficiare dei contributi derivanti dall’iscrizione alle liste del 5×1000,ricevere donazioni e usufruire di detrazioni fiscali ed esenzioni (che crescono anno dopo anno) e non è sufficiente la continua e martellante disinformazione con immagini anacronistiche e decontestualizzate che accompagnano qualsiasi richiesta fondi, su qualsiasi argomento concernente gli animali.

In copertina: Martin Lacey e King Tonga
Approfondimenti:
LAV, le 10 cose che (non) vorreste sapere (LINK) (PDF) – Articolo generale su LAV Italia diviso in 10 punti – Autore: Davide Valentini
Per comprendere il gioco economico nascosto dietro i sequestri di animalilink – Autore: Giulia Corsini, medico veterinario
LAV, l’undicesima cosa che (non) vorreste sapere (LINK) (PDF) – Autore: Davide Valentini
Il capitale della LAV (LINK) (PDF) – Autore: Resistenza Razionale
Interrogazione del Senatore Carrara sul Bilancio di LAV (LINK) (PDF)  – Autore: Senatore Valerio Carrara
Veterinario spiega come si prende cura degli animali dei circhi (link) – Riccardo Mancini, Medico Veterinario

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