Ci sono le ruspe brutte, sporche e cattive di Matteo Salvini, quel fascistone. E poi ci sono le ruspe democratiche e gentili. Come quelle che agli ordini del sindaco Ignazio Marino hanno lunedì sgomberato un campo abusivo che si trovava in via delle Messi d’Oro a Ponte Mammolo. Le ruspe democratiche, raccontano le cronache, hanno democraticamente distrutto tutto l’insediamento che si trovava lì dal 2006 e dove viveva 200 persone «in un ghetto di diverse nazionalità, in condizioni insopportabili per una città come la nostra dove nessuno dovrebbe vedersi privato della dignità personale», dichiarava democraticamente proprio lunedì Francesca Danese, assessora alle Politiche sociali e abitative di Roma Capitale. Democraticamente e gentilmente l’assessora non nascondeva – anzi: lo ammetteva candidamente – di non aver prima provveduto a trovare un nuovo spazio per ospitare 200 persone di cui aveva democraticamente e gentilmente provveduto a ruspare le case:
Ci siamo attivati per indicare una soluzione praticabile. Un primo gruppo di persone di origine eritrea si è già trasferito in un centro per rifugiati; donne e bambini avranno una sistemazione in situazioni protette. L’assessorato e il dipartimento sono presenti sul luogo con assistenti sociali, due unità operative della Sala operativa sociale e personale dell’Ufficio immigrazione
LE RUSPE DEMOCRATICHE E GENTILI DEL SINDACO MARINO
E non si dica che il comune di Roma non è abbastanza laico, signora mia. Sì, perché i vigili urbani hanno un insediamento di immigrati e nomadi a Roma che era stato visitato a sorpresa dal Papa a febbraio e con l’azione hanno suscitato la protesta dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e di Sant’Egidio. Nell’azione democratica e gentile della polizia municipale sono scoppiati tafferugli con gli occupanti e una vigilessa è rimasta ferita. Un nordafricano è stato arrestato. Nel campo vivevano bengalesi, maghrebini ed eritrei, questi ultimi sfuggiti alla guerra. In questa baraccopoli a febbraio aveva fatto un’improvvisata Bergoglio, prima di una visita a una parrocchia di Pietralata. Papa Francesco si era fatto portare a Ponte Mammolo dall’autista e lì aveva sorpreso gli occupanti, che superato lo sgomento lo avevano accolto con abbracci. Poi il Santo Padre aveva recitato il Padre Nostro in spagnolo con un gruppo di ecuadoriani.
Lunedì i vigili del Servizio prevenzione emergenze (Spe) e del IV Gruppo sono andati con le ruspe al campo e una parte degli abitanti delle circa 60 roulotte e baracche hanno usato i rifiuti per cercare di impedire l’accesso. L’intervento dell’assessore Danese ha dato uno stop temporaneo alle ruspe e permesso a molti residenti di portare via le proprie cose. L’Unhcr parla «di uno sgombero coatto deciso prima che fosse pianificata una soluzione alloggiativa alternativa e stabile». Ma che volete che ne sappiano loro, di ruspe democratiche e gentili come quelle del sindaco Marino. “Perplessa” Sant’Egidio, che si chiede il perché delle “modalità improvvise delle sgombero, con inutili tensioni e umiliazioni”. E anche Prime Italia, associazione di volontariato che da due anni lavora nel campo, “conosciuto anche come Comunità della Pace”, ricorda che “da qualche anno vi avevano trovato riparo persone, principalmente eritrei, in fuga dal proprio paese”. “Per tutti ci siamo attivati per indicare una soluzione praticabile”,dicono Danese e il presidente del IV Municipio Emiliano Sciascia. E sui social la polemica è alimentata anche da una foto: raffigurerebbe un vigile in borghese, intento nello sgombero, con indosso una maglietta di un’associazione di estrema destra. Democraticamente e gentilmente, potete vedere nell’immagine di copertina – tratta da Cronache di ordinario razzismo – il risultato delle ruspe democratiche e gentili. Altre foto, dalla stessa fonte, si possono vedere qui: