Le inutili polemiche su ANPI e Forza Nuova che manifestano "assieme" a Latina

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-11-08

Trovata la prova che quelli dell’ANPI sono fascisti: erano in piazza a qualche decina di metri da Forza Nuova e non si sono picchiati. Forse anche anche i partigiani hanno capito, come ha detto anche Renzi, che il referendum si vince a destra?

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Ieri sera il Presidente del Consiglio Matteo Renzi era a Latina per la campagna referendaria a favore del Sì alla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Come sempre accade in queste occasioni i contestatori si radunano in piazza per far sentire la loro voce. Sui social infuria la polemica, montata dai simpatizzanti PD e cavalcata anche da alcuni deputati del Partito Democratico, sul fatto che ieri a Latina a contestare Renzi ci fossero ANPI e Forza Nuova “assieme”.
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Cosa ci fanno ANPI e Forza Nuova in piazza assieme? 

E così mentre dentro al Supercinema il Presidente del Consiglio spiegava i motivi per cui basta un sì per cambiare l’Italia, fuori era stata indetta da USB e ANPI una manifestazione per sostenere le ragioni del no alla riforma. Qualcuno ha notato che in piazza con l’ANPI e i sindacati di base c’era anche qualcuno che con l’Associazione Partigiani d’Italia dovrebbe aver poco a che spartire: una decina di esponenti di Forza Nuova e Lotta Studentesca. Casa Pound invece, nonostante quello che si è letto in giro, non c’era proprio e a confermare la loro assenza ci pensano proprio i fascisti del terzo millennio sulla loro pagina Facebook.
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Non è la prima volta che i sindacati di base organizzano un presidio per manifestare contro un esponente del governo: era già successo a fine ottobre quando la Ministra per le Riforme Maria Elena Boschi era andata a Latina per sostenere le ragioni del Sì. Anche il presidio di ieri era stato autorizzato dalla Questura che aveva inizialmente concesso ai manifestanti di ANPI e USB di posizionarsi all’altezza del civico 220 di Corso della Repubblica, la via centrale di Latina dove si affaccia (al numero 279) il Supercinema che ospitava l’intervento del Presidente del Consiglio. Come ha spiegato a Nextquotidiano.it il Presidente della sezione ANPI di Latina Giancarlo Luciani la richiesta era stata presentata da ANPI e USB (Luciani è sindacalista di USB) ma non assieme a Forza Nuova. Sembrerà una questione di poco conto ma è più o meno lo stesso genere di argomento utilizzato da Maria Elena Boschi durante una Direzione PD nel maggio scorso.

Ora vorrei rispondere a Gianni. Più volte io ho sentito equiparare chi vota sì alle riforme costituzionali a Verdini dicendo che vota si vota insieme Verdini. Io in un incontro pubblico mi sono limitata a dire che chi vota no, vota no come Casa Pound. Non ho fatto una valutazione di merito, equiparazioni, ho semplicemente fatto una costatazione di un dato oggettivo, di un dato di fatto che può piacere o no ma è così nella sua banalità: chi vota no vota no così come voterà no Casa Pound.

Ad ogni modo i manifestanti iniziano a radunarsi (senza Forza Nuova) intorno alle 17, Renzi arriva alle 18 e ad attenderlo ci sono circa una quarantina di persone, sorvegliate da una decina di poliziotti (non in assetto anti sommossa) e da alcuni agenti della Digos in borghese. Poco dopo, intorno alle 18.15, Luciani racconta che a qualche decina di metri dal presidio ANPI (dove nel frattempo era stato srotolato il bandone dell’Associazione) arrivano una decina di esponenti di Forza Nuova, che rimangono ad una certa distanza dal presidio dell’ANPI. Questo però non si vede dalle foto condivise dagli indignati esponenti del PD come Alessia Morani dove sembra, in virtù della prospettiva che “schiaccia” i manifestanti l’uno sull’altro che la contiguità tra ANPI e FN sia decisamente maggiore.
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Se il referendum si vince a destra, perché vi indignate tanto?

Chi conosce un po’ le zone dell’agro pontino sa che la presenza di neofascisti non è certo una novità, anzi, diciamo pure che si tratta di una delle aree d’Italia dove i nostalgici del Duce sono decisamente numerosi. Luciani spiega che non si è accorto subito della presenza dei militanti di Forza Nuova ma alla domanda sul perché non li abbia fatti allontanare (magari a voce) precisa che ieri sera coloro che erano al presidio dei sindacati di base non avevano nemmeno il megafono (il cui utilizzo non era autorizzato come si evince dal video sotto), tanto meno un servizio d’ordine. È chiaro che la loro presenza era più simbolica, per tenere il punto si direbbe, che altro. E del resto nemmeno le forze dell’ordine si sono mosse per far allontanare i due gruppi, segno forse che anche la presenza di Forza Nuova in piazza era stata autorizzata dalla Questura.

I manifestanti di Forza Nuova infatti rimangono allineati e coperti dietro il loro striscione, sotto i portici, mentre il presidio di ANPI si trova dall’altro lato della piazza  qualche decina di metri di distanza. Troppo pochi? Può essere, ma per quanto riguarda ANPI, ha spiegato la professoressa Ada Filosa, referente provinciale dell’ANPI a Latina ieri si trattava di manifestare non contro Renzi e men che meno assieme a Forza Nuova ma contro una riforma costituzionale di questo tipo: «ANPI – ha continuato la professoressa Filosa – non si oppone alla possibilità di riformare la Costituzione, ma a questa specifica riforma»; forse dovrebbe ricordarlo a Luciani che ha dichiarato che Renzi “è peggio del Duce” e ha spiegato che l’ha detto perché ritiene che il premier “si stia comportando in maniera ademocratica e del resto è stato lui il primo a personalizzare il voto” (a margine c’è da rilevare che la risposta sul Duce è in qualche modo “provocata” dall’intervistatore). Chi in queste ore sta criticando il fatto che le due distinte manifestazioni si siano trovate a coesistere rimprovera all’ANPI di non aver fatto nulla per allontanare FN dalla zona, e lo legge come un segno del fatto che alla fine a quelli dell’ANPI sotto sotto Forza Nuova sta simpatica. Ma la realtà delle cose è che se entrambe le manifestazioni erano autorizzate dalla Questura allora USB e ANPI avrebbero potuto fare ben poco (se si esclude ovviamente il ricorso a metodi più violenti) per far spostare i forzanovisti. Forse con il senno di poi ANPI avrebbe potuto ammainare il bandone, oppure cercare davvero lo scontro, per ribadire la sua estraneità dal movimento neofascista, probabilmente dal punto di vista dell’immagine – perché è questo quello di cui stiamo parlando – avrebbe avuto un ritorno positivo. Del resto c’è da dire che per quanto riguarda l’antifascismo di ANPI parla la sua storia, e non un episodio che è stato senza dubbio strumentalizzato. Ed in ogni caso vale quello che è già stato detto all’epoca del discorso della Boschi sui partigiani che stanno con Casa Pound, è vero entrambi hanno annunciato che voteranno No, ma vale la pena di ricordare che non è la prima volta che sui referendum formazioni che rappresentano visioni politiche opposte votano allo stesso modo (è successo ad esempio sul referendum “contro le trivelle” o prima ancora per quello sull’acqua pubblica dove CP invitava a votare Sì come il PD). Certo probabilmente è la prima volta che si trovano a manifestare vicini, senza scontri, ma del resto erano quattro gatti da entrambe le parti. Ed in fondo anche la Costituzione del 1947 è stata approvata – così come dovrebbe essere – da uno schieramento decisamente ampio di forze politiche (solo 65 i contrari su 515), perché stupirsi quindi che sul tema della riforma costituzionale ci siano convergenze così strane? In fondo si va al referendum proprio perché in Parlamento la riforma non è stata approvata dai due terzi dei parlamentari (come prevede la Costituzione), non certo a causa di un capriccio. Una volta accettato questo semplice dato di fatto e ricordando che anche Matteo Renzi ha detto che il referendum si vince a destra (ovviamente lui parlava del Sì, ma perché non estendere il ragionamento?) se volete, potete parlare del merito della riforma.

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