Le ideone di Andrea Mazzillo per salvare ATAC

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-09-08

L’ex assessore al bilancio propone di vendere quote di ACEA per salvare la municipalizzata dei trasporti e di allearsi con le FS. Cosa c’è che non torna

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Come nello spot che andava di moda anni fa, Andrea Mazzillo si è messo in testa un’idea meravigliosa per salvare ATAC e non ha paura di illustrarla in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica. L’ex assessore al bilancio cacciato in malo modo dalla Giunta Raggi spiega la sua formula magica:

Il tempo stringe. Come si muoverebbe?
«La soluzione è nelle partecipazioni del Comune. Penso al 51 per cento di Acea».
Il Campidoglio dovrebbe cedere le sue azioni e rinunciare ai dividendi?
«Una parte, circa il 10% per 400 milioni. Il mercato premierebbe la scelta. Una società che non dipende più dalla politica e dalla sua aleatorietà vedrebbe incrementare il valore delle sue azioni. Ma torniamo ai 400 milioni. Girati ad Atac, andrebbero a saldare i debiti con i fornitori. Mentre i 429 che l’azienda deve al Comune vanno convertiti in capitale sociale. Quindi servirebbe un partner industriale per assicurare la ripresa».

Ora, vediamo se si è capito bene. Mazzillo propone di vendere il 10% di una partecipazione che per il Comune di Roma oggi ammonta al 51%. Questo significherebbe, per il Campidoglio, perdere la maggioranza assoluta di una multiutility che garantisce ricavi sicuri (per il suo business) e dividendi altrettanto sicuri (che andrebbero decurtati del 10% per sempre) e rendere quindi l’azienda contendibile sul mercato. Questo significa che l’azienda potrebbe essere acquistata, magari da chi è già suo partner (Suez). EDIT: come fa notare Giovanna nei commenti, nello statuto di ACEA c’è però un limite di voto all’8% per i soci diversi da Roma Capitale e sue controllate. Il tutto per mettere questa liquidità in un’azienda in perdita (girandole soldi, dice): il danno erariale può accompagnare solo. Tutto questo per fare cosa?

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La struttura azionaria di ACEA

Ma Atac non doveva rimanere pubblica?
«Penso a Ferrovie dello Stato, a Cassa Depositi e Prestiti come finanziatore della partnership. Si mantiene la garanzia pubblica e si ha la possibilità di fare nuovi investimenti. La soluzione soddisferebbe tutti».
Anche i grillini?
«Attraverso i tavoli di lavoro cittadini della base M5S romana sarà possibile discuterne i contenuti e verificarne la percorribilità con i portavoce in assemblea capitolina».

Quindi per Mazzillo la CDP, a controllo pubblico, dovrebbe acconsentire al suo piano di “partnership” con Ferrovie dello Stato. Ovvero proprio quello che era stato proposto nel giugno 2016 dal Partito Democratico in Senato con il tentativo di commissariamento di ATAC e nonostante FS abbia già intenzione di partecipare alla gara del 2019 e i grillini abbiano detto già no ad accordi con le Ferrovie. Insomma, un’ideona. Lo sapete che in fondo in fondo le magliette di Lemmetti non sono poi così male?

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